Questa volta non voglio entrare nel merito degli artisti in gara a Sanremo 2025, anzi, credo si stia discutendo già a sufficienza di alcuni duetti e abbinamenti legati alla famigerata serata delle cover (e non solo purtroppo) e preferisco non entrare nel merito poiché, nonostante io abbia già un'opinione personale, preferisco esprimermi dopo il reale ascolto e le esibizioni in questione. In questo caso, quindi, voglio darvi qualche dettaglio e qualche curiositù sui brani che duetteranno i Big nella serata dedicata al tributo ad altri artisti nazionali ed internazionali e farvi conoscere brevemente la storia di ogni canzone così che tutti insieme possiate anche ricalibrare le classifiche del FantaSanremo finchè siete in tempo, qualche spunto in più non può far male... Ovviamente già escluso dalla lista il brano di Emis Killa, quindi solo 29 tranquilli. Non era comunque una storia particolarmente interessante, quindi non risentiremo di questa mancanza di approfondimento. L'ordine dei duetti non è questo e abbiamo analizzato solo una parte delle cover, la seconda parte ve la lascio il prossimo venerdì, così da non sovraccaricarvi e da tenerci sempre aggiornati.
Francesco Gabbani con Tricarico – Io sono Francesco
I due 'Francesco' in questo caso non lasciano spazio ai dubbi, con una canzone autoreferenziale che però racchiude nella sua ironia una storia forse inaspettata, una sorta di dualismo. Il 2000 segna l’esplosivo debutto di Francesco Tricarico con il suo singolo d'esordio Io sono Francesco, un brano che rimarrà parecchio in classifica e che lo porta alla partecipazione al Festivalbar e in apertura dei concerti di Jovanotti dell'epoca. Nonostante il successo popolare, la canzone non è la migliore di Tricarico, ma è la più iconica degli anni 2000 che incontra jazz e pop. Racconta la sua infanzia segnata dalla perdita del padre, trattata con un testo semplice ma in realtà profondo dal ritmo orecchiabile. Un inno alla resilienza, con il bel messaggio che il vero padre non è quello biologico, ma quello che ti cresce. Il brano è incluso nel suo primo album omonimo, la canzone, con una struttura da filastrocca, racconta le difficoltà di un’infanzia segnata da un trauma personale. Nonostante le note polemiche del tempo per alcune espressioni di 'volgarità' nel testo, il brano in pochi mesi ottiene il disco di platino e diverse nomination oltre che innumerevoli 'parodie'. Un mix di autobiografia e ribellione, che parla della crescita e della ricerca di sé, con un messaggio di speranza per il sé bambino e del futuro.
Achille Lauro e Elodie – Tributo alla canzone romana
In questo caso nessun errore ma una sorta di novità, ovvero due artisti in gara si uniscono nella serata delle cover. A mano a mano è uno dei brani più iconici di Riccardo Cocciante, scritto nel 1978 insieme a Marco Luberti e inserito nell'album Riccardo Cocciante. Sebbene non sia stato scritto da Rino Gaetano, la sua resta la versione più famosa perfino su Spotify come uno dei brani più ascoltati pur non avendo una versione vera e propria 'ufficiale' registrata in studio, la sua interpretazione del pezzo è presente nel disco live Q Concert. Una canzone che ha attraversato le generazioni, rimanendo nel cuore del pubblico. Il brano, che racconta di un amore finito e della speranza di una rinascita, è un inno al ritorno e alla forza dei sentimenti stessi. Cocciante ne enfatizza la malinconia e la consapevolezza del tempo che passa, mentre Gaetano, con un ritmo diverso, accentua l’idea di un amore interrotto, ma non del tutto concluso. La sua interpretazione trasforma il pezzo in un dolce, ma non definitivo, ricordo di un legame che potrebbe (forse) risorgere. Parliamo invece di Folle Città che non è da meno... la canzone resa immortale da Loredana Bertè nel 1982 in pieno periodo iconico e rivoluzionario è un grido di protesta più che mai attuale verso la vita 'moderna'. Il brano è un vero e proprio inno alla solitudine e all'alienazione urbana, in cui l’artista racconta il disorientamento di chi vive in una metropoli frenetica e disumanizzata ma che vive visceralmente in modo interiore. La canzone esprime il conflitto emotivo di chi cerca un senso di appartenenza in un mondo che sembra ignorarlo. Con un sound rock e la sua voce potente, Bertè come al suo solito trasmette un'intensa emozione di sfida e di impotenza. Vedremo come ne usciranno i due artisti in gara.
Giorgia e Annalisa – Skyfall di Adele
Skyfall di Adele è il brano che accompagna l'omonimo film della saga di James Bond, rilasciato nel 2012 con annessa uscita cinematografica. La canzone, scritta da Adele stessa insieme a Paul Epworth, è un potente mix di dramma e mistero, perfetto per il mondo di 007 ma direi anche per Sanremo considerando l'orchestra e l'epicità del momento. Il testo esplora temi di vulnerabilità, distruzione e rinascita, con Bond che (nel film stesso) affronta i propri demoni e il tradimento, ma anche il desiderio di resistere e superare tutto. Skyfall è simbolicamente il punto di rottura e la resurrezione, il "crollo" che diventa anche un'opportunità di ricostruire. La voce profonda e emozionante di Adele trasmette perfettamente la tensione e la bellezza di un amore distrutto ma che, attraverso il dolore, trova una nuova forza. Il brano ha vinto numerosi premi, tra cui l'Oscar per la miglior canzone originale, diventando una delle ballate più iconiche del cinema, vedremo se vincerà il premio come miglior cover, le aspettative qui sono molto alte.
Coma_Cose e Johnson Righeira – L’estate sta finendo dei Righeira
L'estate sta finendo è stato il ritorno trionfale per i Righeira, che dopo il successo di Vamos a la playa e No tengo dinero erano dati per finiti. Con questo brano, più romantico e malinconico, sono riusciti a sorprendere tutti, tornando in vetta alle classifiche e dimostrando di avere ancora molto da dare (per molti inaspettatamente direi). Una vera rinascita musicale, infatti L’estate sta finendo dei Righeira nasce come una sorta di scommessa per la band, pensando che non avrebbero più avuto un colpo di grazia, il brano si distingue per il suo sound più raffinato che mescola il pop con toni più romantici in abbinamento al testo che evoca la fine della stagione estiva e dei sogni giovanili, un mix intramontabile. Il successo arriva grazie alla sua freschezza, la melodia coinvolgente e una ritmica accattivante, che lo rende ancora oggi un pezzo da non far mancare in ogni playlist e locale sulla spiaggia dell’estate all'italiana.
Clara e Il Volo – The sound of silence di Simon and Garfunkel
The Sound of Silence di Simon & Garfunkel, scritto da Paul Simon nel 1963, nasce inizialmente come un brano solitario e introspettivo, ispirato dalla sensazione di solitudine e alienazione derivante dal caous metropolitano. Fu registrato in modo spartano, con Paul che suonava la chitarra acustica e Art Garfunkel aggiungendo i cori. La versione finale, arricchita con un arrangiamento di strumenti elettrici, divenne un successo mondiale. Il brano esplora temi come la mancanza di comunicazione e la ricerca di significato in un mondo che sembra non ascoltare (un significato che pare in molti abbiano condiviso per questa serata cover). Ed ecco un aneddoto curioso su un brano davvero intramontabile ed epico: inizialmente ignorato dalla Columbia Records, il brano esplose grazie alla sua programmazione radiofonica e divenne uno degli inni di protesta degli anni '60. La sua melodia evocativa e il messaggio potente ne hanno fatto una delle canzoni più iconiche di sempre e che porta aspettative davvero altissime rispetto a qualsiasi esibizione.
Gaia e Toquinho – La voglia, la pazzia di Ornella Vanoni
La voglia, la pazzia di Ornella Vanoni, scritta da Maurizio Costanzo (ebbene sì) e interpretata nel 1971, è una canzone che celebra l’intensità e la contraddizione dei sentimenti umani, esprimendo la passione travolgente e irrazionale che può dominare la vita di una persona esplorando temi di amore, desiderio e il confine sottile tra felicità e follia. La sua potenza emotiva è amplificata dalla voce unica della Vanoni, che dà corpo a un testo carico di tensione. Anche qui un aneddoto curioso: durante le registrazioni, la Vanoni rivelò di aver avuto una connessione immediata con la canzone, tanto che la sua interpretazione risultò estremamente intensa, nonostante all'inizio non fosse subito un grande successo commerciale, è diventata un classico della musica italiana inaspettatamente.
Lucio Corsi e Topo Gigio – Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno
Questo duetto non se lo sarebbe aspettato nemmeno un alieno, ma del resto Lucio Corsi è di un altro pianeta e ci fa volare con la storica e indimenticabile Nel blu dipinto di blu, meglio conosciuta come Volare. Il brano, scritto da Domenico Modugno nel 1958 insieme a Franco Migliacci, nasce da un'idea di Modugno di esprimere la libertà e l'euforia attraverso il volo, un'immagine che simboleggia il sogno e l'amore. La canzone, che mescola melodie popolari italiane con un sound internazionale, conquistò il mondo, vincendo il Festival di Sanremo e raggiungendo il primo posto nelle classifiche americane. Un aneddoto curioso riguarda la sua registrazione e le polemiche sulla censura e la gestualità di Modugno: l'artista, inizialmente pensava che la canzone non sarebbe piaciuta, e invece si ritrovò a vedere il brano diventare un successo globale, ottenendo anche due Grammy Awards. Allo stesso tempo l'universalità del brano lo ha portato anche ad immense critiche a causa della gestualità del cantautore nell'aprire le braccia durante il ritornello, cosa che in molti definivano la simulazione di un 'atto sessuale' a causa della teatralità dell'interpretazione, portando anche numerose censure nelle future esibizioni per la tv moralista dell'epoca.
Marcella Bella con i Twin Violins – L’emozione non ha voce di Adriano Celentano
L’emozione non ha voce è uno dei brani più celebri di Adriano Celentano, diciamo anche uno dei brani più celebri del cantautorato italiano, scritto nel 1999 con la collaborazione del paroliere Vito Pallavicini. La canzone nasce come un’intensa riflessione sull’amore e sulle emozioni che non si riescono ad esprimere a parole, ma che sono talmente forti da superare ogni barriera. Il brano si distingue per il suo arrangiamento semplice ma evocativo, che lascia spazio alla voce unica e caratteristica di Celentano, capace di trasmettere l’intensità del messaggio. La canzone è diventata un successo immediato, e ancora oggi è considerata una delle più belle e romantiche del suo repertorio. Un aneddoto curioso anche qui: Celentano anche inizialmente era scettico riguardo alla sua riuscita, ma quando il brano venne presentato al pubblico, conquistò tutti in brevissimo tempo, così come tutto l'album, confermando la sua capacità di emozionare con parole e melodia.
Massimo Ranieri e I Neri per caso - Quando di Pino Daniele
Se prima abbiamo visto due romani de' Roma in duetto qui possiamo dire un super tributo a Napoli e all'unione partenopea di tre icone di tre epoche del cantautorato. Quando di Pino Daniele, scritta nel 1980, è una delle sue canzoni più emblematiche, che mescola il blues con la tradizione musicale napoletana. Il brano racconta di un amore perduto e della speranza di un ritorno, con un testo che gioca sul concetto di attesa e desiderio. La melodia, dolce e malinconica, accompagna perfettamente il messaggio di un sentimento che non si spegne mai. Un aneddoto curioso riguarda la sua creazione: Pino scrisse Quando in pochi minuti, quasi come se il brano fosse venuto da sé, e lo incise senza pensarci troppo, ma quando il pubblico lo ascoltò, divenne subito un successo. La canzone è rimasta nel cuore di tanti a livello internazionale, simbolo della poetica e della passione che caratterizzavano la sua musica.
Modà e Francesco Renga – Angelo di Francesco Renga
Questa accoppiata mi lascia molti dubbi e credo che servirà abbassare il volume della tv... ma Angelo di Francesco Renga, uscita nel 2004, è una ballata intensa che esplora il tema della perdita e del dolore. Scritta dallo stesso Renga insieme a Maurizio Zappatini, la canzone racconta il desiderio di avere al fianco una figura protettiva spirituale, un "angelo" che possa lenire il vuoto lasciato da un amore perduto o comunque da una reale perdita di una persona amata. Il brano ha un impatto emotivo profondo. Angelo nacque in un periodo particolarmente difficile per l'artista, che stava attraversando un momento di forte crisi personale, questo conferisce alla canzone una forza autentica e intima, che l’ha resa un classico del suo repertorio.
Joan Thiele e Frah Quintale – Che cosa c’è’ di Gino Paoli
Che cosa c'è di Gino Paoli, scritta nel 1968, nasce in un periodo di grande fermento personale e musicale per l'artista, forse proprio per questo, la canzone esprime il disincanto e la riflessione esistenziale, racconta di un amore che sta per finire e del vuoto che ne consegue. Paoli, in quel momento di crisi sia sentimentale che professionale, trasmette una velata incertezza e solitudine che si riflette nel brano. Pare che anche questa canzone fu scritta in pochi minuti, quasi come se le parole arrivassero spontaneamente.
Olly con Goran Bregovich - Il pescatore di Fabrizio De Andrè
Il pescatore di Fabrizio De André, scritta nel 1968, è una delle sue canzoni più celebri, non una delle migliori secondo me, ma sicuramente in assoluto una delle più conosciute e acclamate del pubblico, e anche una delle più strimpellate alla chitarra per i principianti. Questa canzone racconta la storia di un pescatore che, dopo aver pescato pesci per tutta la vita, si trova a fare i conti con la solitudine e la morte. Il brano è caratterizzato da una melodia dolce e apparentemente leggera abbinata ad un testo profondo che riflette sulla vita e sull’inevitabilità del destino. Un aneddoto interessante è che De André si ispirò ad uno dei suoi viaggi in Sardegna, dove incontrò un pescatore che gli raccontò storie di mare e solitudine, facendogli nascere l'idea per la canzone. Il pescatore divenne un simbolo del cantautorato italiano (e lo è tutt'ora), un pezzo che mescola il folk con la poesia, che ha saputo emozionare generazioni di ascoltatori con la sua semplicità e profondità.
Irama e Arisa – Say something di Christina Aguilera
Say Something di Christina Aguilera, in collaborazione con il duo A Great Big World, è un brano che esplora il dolore e la tristezza di una relazione che sta per finire, lo so, un tema che appare in molte di queste canzoni. La canzone, scritta dai membri del duo e da Mike Del Rio, è stata pubblicata nel 2013 diventando da subito un successo globale e che ad oggi sembra molto più storico di quanto non sia realmente a livello temporale. Un piccolo aneddoto riguarda la registrazione: Christina, inizialmente titubante sul progetto, decise di partecipare dopo aver ascoltato il brano e averne apprezzato la sua intimità e delicatezza. Il risultato è una ballata struggente, in cui la potente voce di Christina si fonde perfettamente con la semplicità della melodia, creando una sorta di tributo al dolore e alla speranza.
Rocco Hunt e Clementino –Yes I know my way di Pino Daniele
Anche qui vediamo un trio che include nuovamente un tributo al grandissimo Pino Daniele e che coinvolge due artistoni partenopei. Un abbinamento che onestamente incuriosisce molto e che sicuramente porterà anche qualche interessante variazione più rap/urban ad un bel classicone della musica napoletana. Yes I Know My Way di Pino Daniele, scritto nel 1984, è uno dei brani più rappresentativi del suo stile unico, che mescola smpre jazz, blues e sonorità partenopee. La canzone racconta di un viaggio interiore, un percorso di consapevolezza e crescita personale scritto durante un periodo di ricerca musicale e spirituale del cantautore, ispirato al suo stesso vissuto e al desiderio di trovare il proprio cammino. Un aneddoto sul brano è che il titolo fu scelto quasi per caso, come un'affermazione di forza e auto-determinazione. Anche in questo caso il brano divenne uno dei punti di riferimento della sua carriera, apprezzato per la sua intensità emotiva e per il mix di generi musicali che lo contraddistinguono ancora oggi.
Insomma, questi duetti e queste scelte di brani si preannunciano davvero interessanti, anche se posso dire (quantomeno per questa prima parte) che le tematiche sono abbastanza simili, questo è probabilmente un messaggio per la società odierna: una continua ricerca di affermazione e di un proprio percorso, talvolta spirituale e interiore, una lotta contro la frenesia delle città e dell'epoca dell'usa e getta, una ricerca dell'emotività anche nel dolore stesso. Speriamo che le canzoni servano a veicolare davvero concetti di questo calibro, il pubblico italiano ne ha disperatamente bisogno, e anche la musica stessa. Nel prossimo articolo gli altri brani della serata delle cover, mi raccomando, tutti preparati quest anno.