Il mio Vietnam. Oggi pressoché ogni celebrità che Mefisto o chi per esso ha voluto mandare sulla nostra sciagurata Terra, ha da lamentarsi. Nell'epoca della "normalizzazione" (parola sempre orrenda) ci ritroviamo così fustigati da storie Instagram, TikTok e interviste fiume in cui la tale attrice, il talaltro influencer se non perfino il divo hollywoodiano, sente il dovere civico e morale di raccontarci la propria tristissima storia fatta di ostacoli da superare, sacrifici e tanto tanto dolore drammatizzato all'inverosimile. Da dove nasce questa moda del vip "piangina"? In principio, forse, fu Pietro Castellitto con la storica dichiarazione che paragonava crescere a Roma Nord (Roma Nord!) al Vietnam. All'epoca furono pernacchie, meme e sberleffi in pubblica piazza. Oramai, invece, la triste storia del vip vessato dalla vita fa incetta di like e cuorioni social. Nella speranza che anche questa passi presto, andiamo ad analizzare il fenomeno e soprattutto i fenotipi in cui si manifesta. Perché, gente, hanno rotto i cogli*ni.
In principio furono le imperfezioni. Sciami di modelle e attrici dal design ineccepibile, cominciarono (e continuano) a mostrare sui social i loro alluci valghi, quella voglia a forma di fenicottero nell'incavo del gomito, stratarelli di pelle non perfettamente omogenea, gli invalidanti effetti di un'insolazione. Porelle. Alla foto s'accompagna di rito una caption motivational in cui si invita il gentile follower a lottare (come loro) contro ogni difficoltà per realizzare i propri sogni. Regina del lamento ininterrotto, Giorgia Soleri, la celebre poetessa che, oltre alle più che legittime campagne per la sensibilizzazione sulla vulvodinia, di quando in quando si lascia prendere la mano. Tanto per fare un esempio, è arrivata a mostrarci una cicatrice dietro al ginocchio. Ferita di guerra: fu investita da bambina. E quanto è stato difficile per lei, signora mia, cominciare a fare la modella nonostante quella terribile "deformità"! Nel frattempo, Matilda De Angelis, ha l'ansia.
Sì, l'attrice di Veloce come il vento, L'incredibile storia dell'Isola delle Rose e perfino The Undoing (dove ha recitato al fianco di Hugh Grant e Nicole Kidman), è stressata. Soffre di attacchi di panico al punto da essersi lasciata immortalare durante una crisi di pianto, postata poi su Instagram. "Chiedete aiuto", questo l'invito ai follower che, sempre umilmente, la ringraziano per l'umanità, per l'onestà intellettuale, ma pure perché è nata con l'acne e ha "il coraggio" di non nascondere la cosa in svariati post senza filtri dalle didascalie lacrime-strappa. Eppure, a guardarsi intorno, verrebbe da supporre che di motivi per piangere ce ne siano già a sufficienza, mormorano gli eretici. Con buona pace dei drammi personali di chicchessia.
E poi arriva Brad Pitt che, non essendo riuscito a trovarsi un difetto in 58 anni di vita, si gioca la carta della prosopagnosia. Cos'è? Un deficit cognitivo-percettivo che gli impedirebbe di riconoscere le facce. Quelle degli altri e, in alcuni casi, addirittura la propria. Il divo, noto anche alle cronache rosa per le sue relazioni con Gwyneth Paltrow, Jennifer Aninston e Angelina Jolie, apre il suo cuore al pubblico di tutto il globo terracqueo raccontando le difficoltà di tale condizione clinica che lo costringe a convivere con la nomea di "maleducato" perché non saluta mai la gente. Una totale agonia. Per quanto "nessun medico mi abbia mai diagnosticato questo disturbo", ammette. E quindi? E quindi boh, però intanto la lamentatio è servita e fa il giro del web. Caldo infernale? Possibile razionamento dell'acqua? Condizioni di lavoro sempre più precarie? E che problema c'è? Pensate a quel poraccio di Brad Pitt: gli dicono che è maleducato.
Pertinente anche il contributo di Aurora Ramazzotti che da 25 anni lamenta di portare quel cognome così importante. Cognome che non la renderebbe credibile agli occhi degli "haters rosiconi" che continuano imperterriti a darle della raccomandata in quanto "figlia di" Eros e Michelle. Ora s'è messa a rappare in un TikTok ad hoc sulla bruciante questione, TikTok che negli ultimi giorni abbiamo visto uscire perfino dai nostri tostapane. Nel frattempo, attendiamo pazientemente di vederla fare qualche cosa di significativo in tv oltre alle gaffes sul palco di Love Mi (di cui è stata co-conduttrice insieme a Elenoire Casalegno) e a una serie di programmi cancellati alla prima puntata o su di lì per bassi ascolti (l'ultimo della lista fu Mystery Land, ma se non ve lo ricordate va bene lo stesso. Lo hanno visto su Italia 1 letteralmente in due. Si sospetta, mamma e papà). Le va dato atto, in ogni caso, come e quanto la ragazza si spenda per incoraggiare le follower ad accettarsi così come sono, difetti compresi. Sterminata la sua litania di post social in merito. Salvo poi accettare, davvero, di venir trasfigurata in campagne pubblicitarie d'alto lignaggio. Qui, per esempio, un suo avatar tentava di sopportare il peso del proprio cognome in mezzo ai pescetti:
E infine - anche se la lista sarebbe lunghissima - citiamo la regina della stand up comedy, Michela Giraud. Dopo uno special Netflix che ha fatto ridere più gli entusiasti recensori dello stesso che il pubblico abbonato, entra prepotentemente nel campionato del vip piangina con alcune dichiarazioni choc rilasciate di recente a Vanity Fair: "Cresciuta alla Balduina, quartiere di Roma Nord in cui non ci sono teatri ma molti negozi di vestiti, papà ammiraglio e mamma biologa ospedaliera. Nel mio ambiente purtroppo per fare l’artista devi fare finta di essere uno che vive di stenti". Eh, che sciagura essere nata ricca, signora mia. Ma la buona notizia è che la nostra non ha mai mollato. Nonostante le avversità dell'opulenza, eccola arrivata dove sognava. Per quanto, in passato: "un regista mi ha detto: non puoi fare l’attrice se sei nata alla Balduina". L'eroe di cui non sapevamo di avere bisogno. Il regista, intendiamo. Anche perché si sa che tutti gli artisti contemporanei, in ogni campo possibile, godono del minimo comune denominatore di esser nati poverissimi. Michela Giraud, una zebra a pois che dimostra come sia possibile farcela, nonostante il conto in banca di mamma e papà. Una bellissima storia di rivincita e sacrificio in un mondo di plebei al potere, #motivational.
Non sappiamo quando questa moda del "piangina" passerà. Possiamo solo prenderne atto e sbertucciarne gli evidenti cortocircuiti tra le righe degli hashtag e degli osannanti encomi social-giornalistici. Certi che questa nostra non sposterà di un millimetro l'incessante narrazione della lamentatio vip, ci permettiamo di ricordare che noi, letteralmente tutti noi, almeno una volta nella vita abbiamo vomitato. Disponibili per interviste e #Adv dai contenuti emotional & engaging. Telefonare ore pasti. No perditempo.