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David Quammen: “Basta lockdown?
Non si può dire. Consiglio al governo
Meloni più vaccini”.
L’umanità rischia l’estinzione?
“No, ma siamo piante infestanti”

  • di Micol Ronchi Micol Ronchi

21 novembre 2022

David Quammen: “Basta lockdown? Non si può dire. Consiglio al governo Meloni più vaccini”. L’umanità rischia l’estinzione? “No, ma siamo come piante infestanti”
Dopo aver anticipato la pandemia in Spillover, nel suo nuovo libro David Quammen torna sul tema del virus e avverte che non sarà l’ultima pandemia, consiglia a Giorgia Meloni di investire sui vaccini invece di allentare le misure anti-Covid e spinge tutti a uscire dalle fake news e a cercare le risposte negli esperti (come i tanti che ha inserito nel volume). Lo abbiamo intervistato e ci ha spiegato che non rischiamo l’estinzione, anche se l’umo sul Pianeta – già troppo popolato – è come “una pianta infestante”

di Micol Ronchi Micol Ronchi

Abbiamo incontrato l'autore che nel besteller Spillover, nel 2012, aveva profetizzato l'arrivo di un nuovo Coronavirus dalla Cina. E nel suo ultimo libro, Senza Respiro (Adelphi), scritto nell'arco di un anno, David Quammen ha raccontato adesso, passo passo, tutto quello che ha studiato sull'origine della pandemia di Covid 19 e sulla diffusione delle sue varianti fino all'arrivo di Omicron. Lo abbiamo intervistato a Milano, a margine del tour in Italia che toccherà nei prossimi giorni anche Torino, Cuneo, Bergamo e Roma, e ci ha spiegato la scelta di far diventare il virus un vero e proprio personaggio, che le pandemie del passato hanno causato molte più vittime, che questa è stata in qualche modo la risposta del Pianeta alla sovrappopolazione, che il virus “costruito” in laboratorio è una fake news, ma ha anche consigliato al governo guidato da Giorgia Meloni di non allentare la diffusione dei vaccini: “È l’unica strada”. E nonostante tutto, ci ha assicurato che l’umanità, benché sia simile a “una pianta infestante”, non rischia l’estinzione.

Senza Respiro (Adelphi)
Senza Respiro (Adelphi)

Il grande protagonista di Senza Respiro è il virus. Da cosa si distingue il suo libro rispetto a tanti altri usciti in questi mesi?

Quando ho deciso di scrivere questo libro mi sono chiesto come renderlo diverso da tutti quelli che erano stati scritti fino a quel momento sulla pandemia. Per questo ho deciso di rendere il virus stesso il personaggio principale, raccontando la sua origine e l'evoluzione che ha fatto finora nella razza umana. Ma ho anche voluto raccontare la storia delle persone ho intervistato, decine di massimi esperti tra virologi, biologi e scienziati. Li ho contattati con zoom chiedendo loro di fronte a quale virus ci trovavamo, cosa avevano scoperto e delle loro vite durante il periodo pandemico. È un libro sulla scienza, ma anche su come la comunità scientifica è stata "alle costole" del virus.

In passato le altre grandi pandemie sono state gestite meglio?

Hanno provocato molte più vittime . Questa fino ad ora ha ucciso più o meno sei milioni e mezzo di persone. Ci sono stati virus e batteri più letali ma questo è ingegnoso, astuto, si trasmette da persona a persona anche prima della manifestazione dei sintomi. È possibile che nei prossimi anni si presentino virus anche più pericolosi e dobbiamo farci trovare preparati.

È la risposta della natura al problema "siamo troppi" in questo Pianeta?

In parte sì. In qualche modo è la risposta della natura all'aumento della popolazione umana e all'aumento dei consumi. Io non credo nella impersonificazione della natura, nel concetto di "Madre natura" che si vendica contro gli esseri umani. Sono troppo fedele al metodo scientifico per personificare la natura in quel modo. Questa è la risposta al disturbo che provochiamo alla natura. Ci sono molti virus appartenenti al mondo animale che possono essere trasmessi all'uomo. Prima della pandemia eravamo appena arrivati a toccare gli otto miliardi. Ora li abbiamo superati e abbiamo anche aumentato i consumi, che non sono per tutti, ma per una parte di noi. Cioè quella fortunata a vivere nel mondo occidentale.

Spillover (Adelphi)
Spillover (Adelphi)

Si aspettava questa reazione antiscientifica rispetto al virus e ai metodi per contrastarlo?

C'è sempre stato un atteggiamento del genere, ma è peggiorata durante la pandemia a causa della paura, della confusione e della incertezza intorno al virus e alle sue origini. Abbiamo molte prove che sia naturale, nato da animali selvatici nel sud della Cina, che l'hanno trasmesso poi ad animali che sono stati catturati e messi in commercio nel mercato della carne di Wuhan. Una pratica pericolosissima. Nonostante non ci siano prove, però, molti preferiscono pensare che sia stato creato in laboratorio, con fini maligni. Ma una fake news.

È questa la più grande fake news messa in giro sul Covid?

Esattamente, che fosse stato "costruito" in un laboratorio. E l'aggressività con cui sono state sostenute le tesi che lo davano come il frutto di qualcosa sviluppato artificialmente. E un'altra fake news è sostenere che questo virus perderà di forza col tempo e diventerà una normale influenza. Voglio sperare che questo non venga sostenuto con dolo e malizia, ma chi lo sostiene non ha idea di come funzioni l'evoluzione: potrebbe rimanere com'è, potrebbe perdere di forza, ma potrebbe diventare anche più forte e aggressivo. Il punto è che l'evoluzione si basa sulla trasmissione da persona a persona e se questa continua a essere efficace.

Quali nazioni hanno gestito al meglio la pandemia?

Sicuramente Singapore e Corea del Sud. Avevano già avuto esperienza con i Coronavirus avendo vissuto ad esempio la Sars1 nel 2003. Poi sicuramente l'Irlanda. La Cina col suo lockdown draconiano ha limitato al minimo i contagi, ma a che prezzo? La libertà personale è stata pesantemente intaccata, al contrario degli Stati Uniti dove abbiamo avuto un presidente che ha dato la priorità all'andamento della borsa e al fatto di venire rieletto sottovalutando il dramma della pandemia. Quando tutto è scoppiato io sapevo che avremmo assistito ad una grande tensione tra sanità pubblica e libertà personale. La migliore gestione è stata quella portata avanti da Stati che hanno cercato una via di mezzo, come Germania, Italia, Inghilterra.

David Quammen
David Quammen

Dobbiamo aspettarci altre crisi del genere?

Negli ultimi anni abbiamo assistito al susseguirsi di varie emergenze sanitarie, queste malattie emergenti stanno aumentando e aumenteranno ancora. La Sars1 nel 2003 l'abbiamo fermata, l'Aviaria, l'Aids negli anni ‘80 ha provocato più di trenta milioni di morti. È come se ci fosse un ticchettio di sottofondo, costante e sempre più insistente. In futuro potrebbe esserci una nuova forma di Covid, di Aviaria, ma non possiamo saperlo.

Il nuovo governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha dichiarato: "Mai più lockdown". Ma si può promettere con questa certezza?

I lockdown sono difficili, restrittivi, non convenienti, ma sono comunque uno strumento di contenimento. Forse sarà necessario un altro lockdown, forse la grande ondata ormai è passata. Non voglio parlare di politica, ma mi permetto di farlo un secondo: spero che il nuovo governo di Giorgia Meloni si renda conto che per evitare altre misure di contenimento del genere l'unica strada è quella dei vaccini. L'unica arma forte che abbiamo per difenderci. Quindi dobbiamo vaccinare più persone possibile. 

Da quando il nuovo governo si è insediato però sono stati reintegrati i medici novax...

L'ho saputo, e mi permetto di dire, con educazione e rispetto, che è davvero una pessima idea. 

Senta, ma in generale rischiamo l'estinzione?

No, noi non rischieremo mai l'estinzione. Anni fa ho scritto il libro Planet of weeds, dove parlavo dell'impatto dell'uomo sul pianeta. Mi sono interrogato profondamente su cosa siamo e la mia risposta è che siamo come una "pianta infestante", come un certo tipo di ratto o di scarafaggio. Non abbiamo rispetto per le risorse del nostro pianeta, per la biodiversità, per gli altri animali. Se non cambiamo il mondo sarà più noioso, più desolato e meno bello del pianeta in cui viviamo adesso. Per questo parlo di "pianeta di erbacce", rischiamo di rimanere solo noi, gli scarafaggi, i ratti e poche altre specie. Ma noi non vogliamo questo, no? Non vogliamo questo futuro. Noi vogliamo che le future generazioni possano vivere in un paradiso, avere la possibilità di convivere con orsi polari, orango, fenicotteri, che possano quindi vivere con altre specie non infestanti.

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