È successo che per Natale ho mandato anonimamente un grosso cazzo nero di gomma a Gipi e ho fatto un’opera buona, sebbene non ci sentiamo da un pezzo. Cioè da quando mi ha ripudiato in quanto troppo scomodo per le sue amicizie siccome doveva andare al Premio Strega (lo hanno fatto fuori subito, penserà sia colpa mia) e anche perché una mia battuta sul nazifemminismo della Murgia lo fece infuriare, chi se lo aspettava che fosse così murgiano seppure ospite fisso a Propaganda Live e quegli ambientini lì; tuttavia al cospetto di questo cazzo nero e grosso immigrato a casa sua e in fondo tanto antimurgiano quanto antisalviniano (ho il dono della sintesi ultimamente), mentre la Murgia avrebbe subito gridato allo scandalo sguinzagliando le sue SS, Gipi ha pubblicato su Facebook e su Instagram un fumetto esilarante e geniale, perché Gipi è pur sempre Gipi, nel bene e nel male, insomma poteva fare a meno della morale alla Saviano versione comics come se qualcuno, questo anonimo, mandandogli questo cazzo, avesse attentato a un qualche tipo di diritto civile, voglio dire sotto il post c’è scritto questo: “Chiudo la questione del sex toy inviatomi da uno sconosciuto con una seria riflessione sulla libertà sessuale e un ricordo appassionato di coloro che, con il loro sacrificio, ci hanno regalato questa libertà che troppo spesso diamo per scontata”.
In ogni caso gli ho stimolato la creatività, gli ho rallegrato da anonimo il Natale, e quindi mi domandavo: se reagisce così Gipi, che succede se mando un altro cazzo nero anche alla Murgia? E a Saviano? E alla Parrella? E a Carofiglio? Magari è la volta buona che si ispirano e si spremono il cervello e non scrivono un libro del cazzo? Comunque, la morale della favola natalizia è che se vola una farfalla a Tokyo non provoca nessun uragano a New York, ma se mandi un cazzo a qualcuno qualcosa succede sempre.