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E anche questo Trump se lo
semo levati dalle palle (o forse no)

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

5 novembre 2020

E anche questo Trump se lo semo levati dalle palle (o forse no)
Joe Biden è sempre più vicino allo studio ovale e una non rielezione del Presidente in carica (che non avveniva dal 1992) significherebbe una cosa sola: ci siamo liberati di Donald Trump . Ma forse...

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Joe Biden sta vincendo le elezioni americane. Questione di poche ore, di pochi lettori, di ultimi decisivi Swing state da assegnare. E questo significa principalmente una cosa: Bye Bye Mr Presidente.

L’Era Trump è finita, alla presidenza tornano i Dem, il popolo ha deciso. Ma, soprattutto, possiamo dire che “anche sto Trump se lo semo levati dalle palle”.

Basta con quei capelli aranciati che sballonzolano tronfi in giro per lo Studio Ovale, basta con i tweet al vetriolo, il complottismo da quattro soldi, le lodi di chi lo proclama genio dell’economia mondiale e della comunicazione cospirazionista.

Basta Trump. O forse no....

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Già, perché ci sono non poche opzioni secondo cui non ci libereremo del tycoon per ancora parecchio tempo.

La prima riguarda proprio le elezioni: non solo Trump non ha ancora perso, anche se a questo punto sembra solo questione di ore, ma  si sta attuando lo scenario peggiore a cui i Democratici potevano arrivare.

Era stato largamente preventivato ed è successo: Trump non accetterà la sconfitta, dando la colpa al voto per posta. Sta già parlando di brogli, di schede scomparse, di voti improvvisamente nelle mani dei Dem. Ovviamente niente di questo è fondato ma la sua speranza - in caso di una vittoria risicata di Biden - è quella di arrivare a un riconteggio e poi portare il voto davanti ai giudici, sperando nel ribaltone più famoso della storia americana: quello tra Al Gore e Bush nel 2000. 

Un altro motivo per cui, con molta probabilità, la figura di Donald Trump ci accompagnerà per molto tempo, è il suo successo. Perché la sconfitta di Trump è comunque un successo. Dopo quattro anni di amministrazione criticata, ritenuta inadatta e contestata, Donald Trump ha comunque lottato per la vittoria elettorale. E questo che cosa significa? 

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Da una parte che i repubblicani prenderanno la strada di questa destra, di questo complottismo, di questa chiusura del partito verso l'interno. Non ci sarà più Donald Trump? I repubblicani sceglieranno un nuovo Donald Trump. Uno così, magari senza parrucchino rosso, ma uno così. Non si prospetta uno scenario in cui il partito - da perdente - cambierà la strada percorsa in questi quattro anni. E il motivo è semplice: è la strada di cui i repubblicani hanno bisogno, l'unica che sembra funzionare tra gli elettori. 

Dall'altra parte invece esiste la concreta possibilità che non serva cercare un nuovo Trump... perché Donald The Original potrebbe ricandidarsi alla presidenza tra quattro anni. Già perché negli Stati Uniti non si possono fare più di due mandati, ma se un Presidente decide di ricandidarsi dopo aver concluso una sola carica non esistono divieti. 

Probabilmente non vorrà farlo, perché rimettersi nuovamente in gioco potrebbe portare a una nuova sconfitta, qualcosa che Trump non sarebbe pronto ad accettare. Ma mai dire mai con il tycoon più famoso del mondo.  

E mentre pensiamo al suo addio, aspettando gli ultimi risultati negli stati in ballo, ricordiamoci che The Donald non porterà tutte le sue cose fuori dalla Casa Bianca nelle prossime settimane. Trump resterà il Presidente in carica fino al giorno dell'insediamento del suo successore, una data sancita dal 20º emendamento: il 20 gennaio. 

Quindi dovremo aspettare un altro po' per dire - alla Christian De Sica in Vacanze di Natale - che finalmente "anche questo Trump se lo semo levati dalle palle". 
 

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