La festa a sorpresa della musica rock è stata organizzata da due icone. Una bomba, un missile chiamatelo come volete, il brano “Eazy Sleazy” uscito su YouTube è adrenalina pura. Subito si intravede il primo, leggendario personaggio, Dave Grohl che ci catapulta con la batteria negli anni Ottanta. Peccato che non si fa neanche in tempo a spalancare la bocca dallo stupore che entra in gioco un semi-dio, “tale” Mick Jagger. Impossibile resistere a quei riff, alle percussioni, alla voce di “sua Maestà”. Non è un caso però che un pezzo così totale sia uscito in un momento super delicato. Il rock è la nostra passione intrinseca, la voglia di dire basta non ce la facciamo più, l’esplosione della gioia. Mick Jagger racconta con un’ironia pungente i paradossi della pandemia, dalle chiamate su zoom agli applausi falsi, la troppa televisione, i complottisti e l’ostentazione di far vedere i libri letti. “Eazy Sleazy” è il segnale che il rock vive silenziosamente dentro di noi e, d’improvviso come l’uscita del brano, sente il bisogno di urlare, di detonare. E chi meglio di Jimmy D, speaker a RadioFreccia, poteva raccontarci al meglio l’essenza di questo capolavoro. Ah un’ultima cosa, date a Dave Grohl una chitarra, un basso, una batteria, un clacson, un termosifone quello che volete, lui farà comunque un capolavoro.
Eazy sleazy, un commento così, al volo…
È una bombolona, una belva, Mick Jagger ha i superpoteri è intenibile.
Si può dire che questa canzone è il rock?
È un ottima espressione di quello che dovrebbe essere un ritorno alla roba che piglia il ventre, ultimamente si era un po’ seduto, non trovava quelle sonorità, si sentivano cose sporadiche. È la dimostrazione di come due mostri quando decidono di divertirsi tirano fuori qualcosa che tocca le budella, che ti dice No non sono morto.
Anche il testo è tremendo che dici?
In realtà è la vena rock che chiede questo, la sua letteratura inevitabilmente ha bisogno di dare cazzotti alla cieca. In questo caso però è decisamente mirato e non risparmiano nessuno, come è giusto anche che sia perché ci guardiamo la punta dei piedi senza guardare oltre.
Il rock sta tornando?
È un segnale molto chiaro, o meglio è l’ennesima volta che dobbiamo aspettare che dei grandi come loro alzino la mano per dire raga, svegliatevi! È necessario recuperare la rotta che c’era prima, se andiamo a dati anagrafici abbiamo il dinosauro Mick Jagger e il papa moderno Dave Grohl, con esperienza pluridecennale ma con un sacco da dire. Unendoli è come prendere l’elettroshock e dire Ricordati che non sei morto.
Ci sono altri segnali come questo?
Sì, ognuno ha la sua identità grazie al cielo. Tanti scimmiottano il suono che c’era prima, bisogna ritornare di nuovo ad ascoltare e imparare a capire il suono che viene proposto, ci sono tantissime band che hanno un suono accattivante che esprimono rabbia, sofferenza, amore, ecco non è morto. È un buon segnale, è come se oggi rivediamo con gli occhi degli anni Ottanta i Gremlins, bisogna evitare di farli moltiplicare male.
È un po’ la natura del rock esplodere nelle difficoltà…
Ci sono moltissime linee sonore e mille tentativi di questi due mostri nel divertirsi e buttare dentro di tutto. C’è un po’ di punk, un po’ di blues, rock, psichedelico, hanno fatto una bella macedonia e in più senti la potenza eterna di Jagger e il suono di Grohl e a me questa roba mi fa impazzire.
C’è qualcosa che Dave Grohl non sappia suonare?
Fategli suonare una ciabatta e farà un missile, e che missile. Questo ti dà la dimostrazione che il tempo è veramente molto relativo, sono molto vicini alla sensibilità comune e questo li rende intramontabili.