Ho fatto il servizio civile in un dormitorio per senza fissa dimora. Erano gli anni Novanta, l’essere antimilitaristi convinti comportava il dover prendere una posizione netta contro la leva militare, e andare a fare le fotocopie in un qualche ente pubblico o all’Arci mi sembrava davvero una immane perdita di tempo. Così, di colpo, mi sono trovato a vivere in un contesto di miseria e violenza, condividendo ore e spazi con persone che in genere non avrei incontrato nella mia vita, i cosiddetti emarginati, gli ultimi. Ho specificato la faccenda dell’antimilitarista perché, magari si sarà notato, faticherei a definirmi un non violento, men che meno un non violento gandhiano, come usavano dire i miei colleghi obiettori, lì alla Caritas. Di fatto per un anno e passa, noi obiettori facevamo un totale di quindici mesi di servizio, contro i dodici di leva, mi sono trovato prima a assistere, poi, man mano che prendevo la situazione in mano, a partecipare a risse che in confronto quelle che si vedevano anni prima nei blockbuster di Bud Spencer e Terence Hill erano sciocchezzuole. Roba da sedie spaccate sulla schiena, facce sbattute contro spigoli dei mobili, gente immobilizzata con mosse che avevo appreso guardando TJ Hooker in TV, questa la capiranno solo i miei coetanei, temo. Una delle regole che ho appreso in quel mio periodo così rock’n’roll, erano anche gli anni in cui Berlusconi scendeva in politica, Kurt Cobain e “Hank” Bukowski ci lasciavano, è stato che quando in una rissa una situazione si fa dura l’unica è assumere posizione a uovo, rannicchiati su se stessi, le mani a coprire la testa, le ginocchia a coprire il costato, aspettando che la tempesta sia finita. Tutto questo per dire cosa? Che sta arrivando il Festival della Canzone di Sanremo. Quello che tutti guardano, con Amedeus almeno tutti quelli che ancora guardano la TV, e che comunque anche quelli che dicono di non guardare seguono. Volersi opporre a questa piccola dittatura che dura in fondo poco più di tre, quattro settimane, quelle che precedono, quella del Festival e quella seguente, a volte anche meno, è come affrontare uno più grosso di te che comincia a suonartele di santa ragione senza assumere posizione a uovo, finisci per prenderne ancora di più, senza aver portato a casa la pellaccia.
È per questo che, da quando ho cominciato a scrivere di musica, nel medesimo decennio in cui ho fatto il servizio civile nel dormitorio di cui sopra, la violenza, verbale, ormai parte della mia vita, ho deciso che avrei seguito con particolare attenzione il Festival, perché il nemico tocca sempre tenerlo d’occhio, così da non farsi beccare all’improvviso, distratti e vulnerabili. Bene, si fa per dire, mai come quest’anno l’hype intorno al Festival è alto, da che mi ricordi, e mai come quest’anno c’è un cast infarcito di popstar, popstar che, nella serata dei duetti, è di quella che andrò a parlare, si faranno accompagnare da altre popstar. Piccola premessa metodologica. Amadeus è in questo momento Dio. Parlo del micromondo di Sanremo, sia chiaro, per tutto il resto del mondo è solo un presentatore di programmi televisivi di dubbio gusto. Essendo il Dio di Sanremo fa e disfa quel che gli pare, senza chiedere permesso a nessuno, e soprattutto dettando lui i tempi. Per dire, il giorno della conferenza durante la quale la stampa è stata chiamata a ascoltare in anteprima i brani in gara ha annunciato di aver allargato a cinque il podio, cioè il numero degli artisti che si contenderanno la vittoria finale nella finalissima. Veniamo da millenni di podi a tre, ma lui ha deciso che sarebbe stato a cinque, e a cinque sarà. Poi, ma questa è faccenda che ormai ha quasi stancato, ha ribadito che Madame sarà in gara, in barba alle indagini e ai suoi goffi tentativi di dare la colpa a sua madre. Ha anche deciso di invitare un fottio di ospiti, chi in piazza Colombo, Annalisa, Renga e Nek, Piero Pelù, Achille Lauro, al quinto Sanremo di fila, e La Rappresentante di Lista, chi sulla nave della Costa Crociera, Fedez, Salmo, Guè, Takagi e Ketra, alla faccia che, sempre parole sue, gli ospiti sarebbero stati tutti over settanta (quelli saranno Al Bano e Massimo Ranieri, a triettare con Gianni Morandi, e sembra anche Peppino di Capri).
Veniamo a noi, nel dare tutte queste notizie, discutibili, ripeto, si è però guardato bene dal dare i titoli delle cover scelte dagli artisti per la serata del duetti, a neanche due settimane dall’inizio del Festival, e men che meno di dire quali artisti duetteranno coi Big. Questo ha ovviamente fatto storcere il naso alla stampa, infastidita da questo centellinare le notizie importanti, si fa per dire, a discapito di altre meno rilevanti. Siccome il mondo della musica è piccolo, ecco che di colpo sono arrivati alcuni spoiler, come spesso capita agli spoiler non necessariamente poi confermati al momento degli annunci ufficiali, immagino. Il più importante lo ha fatto ieri Paolo Giordano sul Giornale, e la sequela dei nomi fatti, integrati da altri spoiler vari, da Davide Maggio a altri, è andata a formare un parterre davvero impressionante, a riprova che Amadeus è sì Dio, o meglio, ci si sente, ma lo è per davvero. Nel senso, mai a mia memoria era capitato di avere nomi come quelli che circolano al momento su quel palco, come Big in gara, mai come ospiti dei Big in gara. Se così ci siamo stupiti nel leggere, o meglio, sentire convocare dalla voce sonante di Amadeus, i nomi di Giorgia, Marco Mengoni, Ultimo, Gianluca Grignani, Anna Oxa, Articolo 31, Paola e Chiara, al fianco di nomi forti sul mercato quali Lazza, campione assoluto di vendite nel 2022, Elodie, Madame, sempre lei, Levante, Mr Rain, Rosa Chemical, Ariete, Tananai e Mara Sattei, con Fedez a dominare la classifica dei tormentoni estivi l’anno scorso, Coma_Cose, Colapesce e Dimartino, e mi fermo solo perché fare tutto l’elenco sarebbe troppo per un’anima sensibile come la mia, a leggere che su quel palco il venerdì ci saranno nomi come Elisa, a duettare con Giorgia (le due più belle voci del pop italiano insieme, Dio mio), Eros Ramazzotti con Ultimo, Edoardo Bennato con Leo Gassmann, Emma con Lazza, Manuel Agnelli con gIANMARIA, anche i rockettari vogliono la loro parte, Arisa con Gianluca Grignani, i producer Merk & Kremont con Paola e Chiara, Fedez, sì, sempre lui, quello la cui moglie copresenterà due serate e che accompagnerà il Festival col suo Muschio Selvaggio, salito ai disonori delle cronache per la gaffe su Emanuela Orlandi, in onda in preserale su Rai 2, a duettare con gli Articolo 31, Salmo a duettare con la sua fidanzata Shari, la faccenda che i superospiti possano duettare con i cantanti in gara è stata sdoganata l’anno scorso, quando dopo aver visto lo show di Cremonini, Jovanotti si è precipitato all’Ariston per fare un suo show col concorrente Morandi, per cui aveva scritto il brano in gara, Lorella Cuccarini a duettare con Olly, DonJoe dei Club Dogo subentrato a Biagio Antonacci nel duetto con Tananai, Rose Villain a duettare con Rosa Chemical, Ditonellapiaga a tornare sul luogo del crimine con i Colla Zio, Fasma con Mr Rain, l’inedito duetto tra band di Modà in compagnia de Le Vibrazioni, Izi a rappare con Madame, Alex Britti con LDA, l’ex Amici figlio di Gigi D’Alessio, Noemi con Mara Sattei, chi sperava nel fratello Thasup è rimasto ovviamente deluso, i Jalisse dati finalmente di nuovo sul palco, ma non in gara, gara dalla quale sono esclusi ogni anno dal 1998, ma in duetto con i Cugini di Campagna, intorno ai quali gira però anche il nome di Paolo Vallesi, a breve sarà chiaro quale dei due è un rumor sbagliato, e per non farci mancare niente, Carla Bruni, lì lì per arrivare, a duettare con uno dei pochi di cui ancora nulla si sa.
Un florilegio di nomi, alcuni grandi classici, dico Eros e Elisa, Alex Britti, Bennato, toh, anche Emma, altri più contemporanei, come Fedez, Salmo, Rose Villain, ma sono davvero tutti nomi interessanti, incredibili. Come incredibile è il fatto che un tempo, penso proprio a quando facevo l’obiettore, il Festival era un mondo a sé, lo è anche ora, dove però viveva un gruppo di artisti che spesso solo in quella settimana vivevano, o che comunque avevano bisogno del Festival per esserci. I Big veri, quelli che riempivano palasport e dominavano le classifiche, non ci andavano, manco come ospiti (Pippo Baudo convinse Baglioni a andarci puntando sul fatto che la sua Questo piccolo grande amore aveva vinto un sondaggio sulla più bella canzone del millennio), manco morti. Se capitava, raramente, che un nome grosso cedesse alla tentazione, non fatevi ingannare dalle partecipazioni dei giganti Vasco, Laura Pausini, Eros Ramazzoti e Zucchero, loro erano andati prima di esplodere nella loro reale grandezza, era con una sorta di vittoria sicura in tasca, penso a Riccardo Cocciante, penso ai Pooh. Per il resto erano i sanremesi o quelli che puntavano su Sanremo per fare il salto e non tornarci più. Da qualche tempo a questa parte tutto è cambiato, temo complice il mix mortale di pandemia e fine reale del mercato (non credete a chi esalta lo streaming, è un successo effimero, effimerissimo).
L’anno scorso era in gara Rkomi, per dire, vincitore assoluto della classifica di vendita nel 2021, quest’anno Lazza. Eros Ramazzotti, uno da tour mondiale, che va superospite di Ultimo, uno da tour negli stadi, è una specie di allucinazione psichedelica, ma che si dovrebbe palesare su quel palco. Del resto anche Mengoni ha un tour negli stadi, vai a capire se proprio la vendita dei biglietti di quel tour lo ha spinto fin lì. Il duetto Lorella Cuccarini Olly, invece, meriterebbe un saggio antropologico di quelli che un tempo vergava Roland Barthes Tutto è cambiato, quindi, ora Sanremo è figo, e tutti vogliono andarci, anzi, ci vanno. Una sola cosa non è cambiata, il fatto che di Sanremo si parla e si parlerà sempre di più fino al giorno in cui inizierà, momento dal quale si parlerà solo di quello. Che sia stata proprio un’idea del Dio Amadeus quella del far circolare nomi sotto forma di spoiler, per aumentare l’hype non mi stupirebbe affatto, sono un uomo di mondo che frequenta la kermesse da ormai troppi anni. Quello che so per certo che l’unica cosa da fare in questi casi è rannicchiarsi in posizione a uovo, aspettando che la salva di mazzate finisca, sperando di portare in salvo la pelle, funzionava al dormitorio per senza fissa dimora in cui ho fatto l’obiettore di coscienza, spero funzioni anche a Sanremo.