image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Ecco perché Slow Horses con Gary Oldman in Italia non è un successo: è la serie nemica di ogni stupido, non è questione di Apple TV+ o Netflix

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

14 dicembre 2023

Ecco perché Slow Horses con Gary Oldman in Italia non è un successo: è la serie nemica di ogni stupido, non è questione di Apple TV+ o Netflix
Come mai la serie Slow Horses in Italia non è un successo? Si è assestato come un fenomeno di nicchia, in cui Gary Oldman che combatte il male con i calzini bucati appoggiati sul tavolino vicino alla cena infastidisce il pubblico nostrano. Non è il supereroe dall’aspetto mainstream a cui siamo abituati, non combatte il male con la voglia di apparire impeccabile. Quindi non è la piattaforma a penalizzare la serie, in questo caso Apple TV+, perché se fosse stata lanciata da Netflix non sarebbe cambiato nulla…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Ma vuoi vedere che questa serie da voto “8” pieno su Imdb in Italia se la vedono in pochi perché nella prima stagione c’è un giornalista prima un po’ famoso, adesso perculato, prima di destra, ora di ultradestra, che somiglia troppo a un mix di Francesco Borgonovo, Gianluigi Paragone, Andrea Scanzi, Giuseppe Cruciani, Mario Giordano e Roberto Saviano (il personaggio, ovviamente, non le sue azioni)? Ma vuoi vedere che “Slow Horses”, Apple TV+, tratta dai libri di Mick Herron, in Italia è un fenomeno di nicchia e non un successo popolare, perché i protagonisti sono uomini fallibilissimi, un po’ pasticcioni, scorreggioni anche, che riescono a essere eroi tra le vere difficoltà della vita, compresa la sbadataggine, l’alcolismo, la spazzatura in ufficio, e dove invece l’MI5 quello “vero” (i nostri antieroi lavorano nel “Pantano”, un ufficio di incasinati messi lì a scontare - cosa? - la loro umanità) gironzola impeccabile in uffici così Ikea e minimalisti da rilasciare odore di formalina e obitorio del pensiero? Ma vuoi vedere che in quest’Italia übermensch, dove tutti sanno tutto, dove ognuno è più intelligente di un’altro, dove si vuole apparire impeccabili (e poi si casca su una umanissima grattata di palle - meraviglie del superominismo), in quest’Italia influencer e upgradante, dà fastidio Gary Oldman che combatte il male coi calzini bucati appoggiati sul tavolino accanto alla cena?

Gary Oldman in Slow Horses
Gary Oldman in Slow Horses

Ci sono Gary Oldman, Jack Lowden, Kristin Scott Thomas (la donna più bella del mondo secondo il nostro amato “Jezza”) tra i “ronzini” confinati nella “Slough House” - in ambiente decadente-analogico (solo un ragazzino hacker che chiama i colleghi “guardie”... ma forse era meglio tradurre “sbirri” o “piedipiatti”) - e gli uffici dell’MI5 “presidenziale” - in linea con tutti gli uffici degli spioni delle altre serie - per decretare il successo di una serie che ha un “mondo” e una “lingua” (e un paio di rutti). C’è anche Jonathan Pryce, per dire. La sigla, certo, fosse stata una serie americana, sarebbe andata di diritto a Tom Waits. Ma siamo in Inghilterra, patria di tutte le vere spy story, per cui, chi chiamare di sporco, brutto, cattivo e affascinatissimo? Mick Jagger ovviamente, che scrive la canzone di apertura, “Strange Game” e il tema portante della colonna sonora. Siamo già alla terza stagione. E ancora ne parla il passaparola, la si consiglia agli amici, a chi non trova da vedere qualcosa che abbia stile e carattere. Tra i fan dicono che è la piattaforma a penalizzarla. Fosse stata su Netflix ne starebbero parlando tutti. Non credo.

Un immagine tratta dalla serie Slow Horses
Un immagine tratta dalla serie Slow Horses

Ma voi ve li immaginate i complottisti nostrani, quelli dei “poteri forti”, quelli convinti che vi siano esseri ultrapotenti, capaci di manipolare le masse, rendersi conto che a tirare le fila del mondo sono persone che si dimenticano i dossier confidenziali sui treni (no, non lo fanno apposta, se lo dimenticano, come chiunque si dimentica qualosa andando a fare la spesa), che sgattaiolano via dagli amici per bere una birra solitaria in un bar in quelle sere in cui non hai voglia di vedere nessuno, che organizza riffe. Basta la prima puntata della prima serie per capire che siamo di fronte a un capolavoro. Un gruppo di nazionalisti suprematisti decide di comportarsi come i talebani, così prendono in ostaggio un ragazzo di colore e progettano di decapitarlo rilasciando il video su internet. Il ragazzo è un comedian, il suo sogno è lavorare nel mondo della stand-up, fa battute scorrette sulle religioni, su tutte le religioni, anche contro la sua. Ed è lui che rapiscono. Perché in questo mondo tutto fa brodo, tranne una risata. Bisogna essere seri e incazzati e spinti dall’odio e divisivi per essere qualcuno (o qualcosa): la satira e la risata sono il nemico dei “cattivi”. E “Slow Horse” è la serie nemica di ogni stupido.

More

Totti da re di Roma a re del patriarcato: e se Ilary Blasi su Netflix raccontasse fregnacce?

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Ragazza Sola o Sóla?

Totti da re di Roma a re del patriarcato: e se Ilary Blasi su Netflix raccontasse fregnacce?

Le Iene stavolta hanno ragione: la serie Netflix sulla morte di Mario Biondo è una vergogna

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Mistero irrisolto

Le Iene stavolta hanno ragione: la serie Netflix sulla morte di Mario Biondo è una vergogna

C’è voluto il Circeo per far capire all’Italia che uno stupro non fosse come pisciare per strada

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

C’è voluto il Circeo per far capire all’Italia che uno stupro non fosse come pisciare per strada

Tag

  • Attualità
  • Netflix
  • Serie tv

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Io Canto Generation non può essere reale, è un'allucinazione collettiva

di Grazia Sambruna

Io Canto Generation non può essere reale, è un'allucinazione collettiva
Next Next

Io Canto Generation non può essere reale, è un'allucinazione...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy