Iniziavamo a perdere le speranze e invece, dopo ben sette anni dall'ultimo album Aurora, è successo. I Cani di Niccolò Contessa sono tornati. Non da soli, con i Baustelle. Sogno o son desto? C'è solo un ma. Il disco è uscito come vinile in soli mille esemplari e per ora non appare in nessuna piattaforma di streaming. Nell'attesa che qualcosa si muova, quanti conoscono la storia di questo progetto musicale iniziato con Il sorprendente album d’esordio de I Cani, che ha rivoluzionato il panorama della musica italiana indipendente? Era il 2011, gli anni di SoundCloud, de La differenza tra me e te di Tiziano Ferro, dei postumi della grande crisi del 2010, lì dentro, nel primo disco de I Cani c'era Roma (pure I pariolini di diciott'anni), la vita naïf - non dimentichiamoci che all'epoca del suo esordio Niccolò Contessa si presentava sul palco con una busta di carta in testa - barlumi della musica New wave, l'ultimo vero romanticismo, persino il pranzo di Santo Stefano. I Cani hanno aperto il cancello a suoni nuovi, stati esistenziali spiegati con parole semplici, grazie a loro una nuova musica italiana non solo era possibile, ma reale. Contessa, santo e innovatore anche nel campo della comunicazione e del marketing, a lui non è mai fregato niente nè di rivendicare qualche successo disseminato qua e là nelle classifiche nazionali (come i tre brani scritti per l'album di successo di Coez, Faccio un Casino) nè di stare a programmare operazioni strategiche per arrabattare ascolti con messaggi quali “fuori ora”, “fuori adesso, ovunque” quando doveva far uscire un nuovo brano (basta pensare al fatto che l'ultimo album de I Cani è uscito il 6 dicembre in pochissimi negozi di dischi e nessuno sapeva un bel niente). Ricordiamoci sempre che se oggi cantiamo Calcutta, Coez, Franco126, Gazelle è anche grazie a lui. Intanto, ecco la nostra top ten de I Cani.
10) “San Lorenzo” - Glamour (2013)
Chiedere favori alle stelle cadenti la notte di San Lorenzo è arrogante. Perchè tanto tutto l'universo nasce e muore di continuo e se ne frega dei progetti che abbiamo noi stolti, poveri esseri umani, degli amori e dei nostri fallimenti. E se al posto delle stelle ci mettessimo anche il Divino?
9) “Velleità” - Il sorprendente album d'esordio de I Cani (2011)
Quella ossessione per l'autocoscienza. Chi siamo noi e dove vogliamo andare? I Cani ci fanno una rapida indagine sociologica. Siamo nel 2011. Gli affitti sempre più alti, la crisi, i primi blog, i nerd, la musica, l'anoressia, parlano un po' di tutto. Velleità è forse la canzone che più rappresenta il progetto musicale del suo papà, Niccolò Contessa e il contesto socio-culturale dove ha mosso i primi passi.
8) “Le Coppie” - Il sorprendente album d'esordio de I Cani (2011)
Prenderci per il culo, raccontare lo stare al mondo di una coppia di fidanzati qualunque e un ritmato decalogo dei loro comportamenti disfunzionali. Con Le Coppie, I Cani fanno tutte e tre le cose. Tanto so già che dopo averla ascoltata, vi resterà impressa questa frase: “Il primo a staccarsi dal primo dei baci è lo stesso che alla fine dirà di troncare”. E quando limonerete, incomincerete a farci caso...
7) “Wes Anderson” - Il sorprendente album d'esordio de I Cani (2011)
Tutto tenerezze e finali agrodolci. Ogni santa volta che mi viene chiesto un commento, una considerazione su un film di Wes Anderson mi risulta impossibile non citare questa canzone. Nel testo c'è una rapida analisi del suo cinema con una chiave poetica, ironica e sognante. Per i più giovani, è inutile che fate i fighi per il trend Wes Anderson Style, con il videoclip di questo brano I Cani vi hanno anticipato di dieci anni. Contessa Critico cinematografico e pure anticipatore di mode.
6) “Lexotan” - Glamour (2013)
Lexotan è il farmaco della famiglia delle benzodiazepine. Lexotan de I Cani è la storia di “un sacco di cose difficili”, in cui si rincorre una felicità ovattata, fatta di obiettivi impossibili, di false passioni. Quante volte ci interessiamo a cose che non c'entrano niente con noi o mettiamo in braccio a uno psichiatra le nostre paure, chiediamo agli altri come si fa a vivere? Troppe, mi sa che il Lexotan da solo non basta...
5) “Il posto più freddo” - Aurora (2016)
Immaginatevi una ciotola di panna montata e al centro qualcosa di amaro, amarissimo. Questo è il sapore de Il posto più freddo. La notte è finita e la droga dell'amore (e forse non solo quella) è scesa, canta Contessa, e proprio la sera, quando si rientra a casa dopo aver chiuso le porte a quell'amore consumato, alla fine il posto più freddo lo troviamo in camera al nostro ritorno, il letto. Rigato dai nostri pensieri e respiri affannosi. Senza più lui o lei. Parole spaziose, ariose, ma pure pungenti e pesanti come macigni.
4) “Non finirà” - Aurora (2016)
Tutto è già stato fatto, tutto è già stato detto. La storia si ripete fino alla nausea per chi cerca invano di cambiare le sorti del nostro triste destino: i fatti e gli eventi non fanno altro che ripetersi, tutti uguali. Gli attentanti, i vaccini, i paradossi non finiranno mai.
3) “Questo nostro grande amore” - Aurora (2016)
Monetizzare l'amore è forse una bestemmia? Quacosa di puro unito a ciò che di più venale c'è al mondo... La risposta è assolutamente no. Le coppie VIP lo fanno in continuazione. Tassi d'interesse, bond, mercati finanziari, questo sentimento che ci tiene uniti e in piedi su questa terra è senza banche centrali, eppure se è così tanto grande come crediamo, questo amore, sarà mica il caso di scritturarlo, prepararci una sceneggiatura per un film da distribuire al cinema? Geniale.
2) “Sparire” - Aurora (2016)
A sparire ci si deve abituare. E I Cani per un po' hanno preso alla lettera questo verso del brano, tornando oggi, con i Baustelle dopo sette lunghi anni. A sparire dovremmo abituarci anche noi, a staccare la mente, a non pensare a niente. Tante persone quando vanno a dormire sperano con tutta la loro forza di sognare qualcuno, che si realizzi qualcosa, di vedere quello che a occhi aperti non vedrebbero mai. Eppure, Contessa preferisce il silenzio alle nuvole, avvicinarsi e far parte di quel vuoto, accoglierlo fra le sue braccia e non pensare a niente.
1) “Una Cosa Stupida” - Aurora (2016)
Una canzone d'amore costruita al contrario. Rincontrarsi in un periodo strano dopo tanto tempo. Niccolò Contessa dà un suono alle parole che escono dalle nostre bocche simili a dei timidi e goffi sussurri o a quelle che rimangono incastonate nella nostra mente e che vorremmo tanto vomitare addosso al nostro ex quando lo rincontriamo per davvero. Spesso e volentieri a questa persona vorremmo dire qualsiasi cosa, anche una cosa stupida.