Questo è un pezzo su Eleazaro Rossi ma non è un pezzo su Eleazaro Rossi. Potremmo parlare del suo nuovo tour, “Grande figlio di p.....a” (ma che è ’sta censura?), partito col tutto esaurito a Trento per proseguire poi a Mestre, Savignano sul Rubicone, Parma, Mantova, Ferrara, Montecatini per concludersi (almeno per ora) il 28 novembre a Torino (forse a te non interessa, anche se dovrebbe, ma forse a Google sì, e Google è il nuovo Dio: anche questo dovrebbe interessarti). Potremmo dire che Eleazaro Rossi è il miglior comico italiano (e probabilmente lo è, o se la gioca con Giorgio Montanini). Potremmo scrivere che anche per fisico e presenza scenica, oltre che per stile e contenuti, ricorda Louis Ck (per il fisico non è un complimento, ma sia Eleazaro Rossi che Louis Ck sono consapevoli della loro scarsa avvenenza e ne fanno una carta da giocare comicamente, visto che comunque grazie ad altri talenti riescono a scopare), soprattutto il Louis Ck precedente al MeToo, ossia quello più ispirato e più giovane o meno vecchio (sì, lo sappiamo, fare paragoni può essere forzato e inappropriato, ma se non sai chi è Eleazaro Rossi dovrai pur avere un punto di riferimento, no? Anche se, se non sai chi è Eleazaro Rossi, probabilmente non sai nemmeno chi è Louis Ck e allora sei sfortunato e fortunato al tempo stesso, perché da un lato ti sei perso qualcosa di grosso, e dall’altro perché puoi recuperarlo almeno in buona parte).
Potremmo parlare del coraggio che ha Eleazaro Rossi nel parlare in un certo modo di certe cose (cose di cui il Dio Google in buona parte non ci permette di scrivere), fottendosene di tutto e riuscendo a far ridere e tanto nel mentre. Potremmo riferirvi di ciò che dice sul palco di Benito Mussolini, Paolo Ruffini, Diana Del Bufalo e Franco Trentalance (spoiler: solo per quest'ultimo ha parole positive, anche se...). Potremmo. Ma questo è un pezzo su Eleazaro Rossi ma non è un pezzo su Eleazaro Rossi. È un pezzo sulla bionda in terza fila alla prima serata della tournée “Grande figlio di p......a” (ma ’sta censura, davvero Eleazaro? È anche difficile da scrivere, devi contare i puntini. E guarda che neanche così ti appendono il manifesto fuori dal posto solitamente politicamente correttissimo e quasi mai pieno in cui tu fai il tutto esaurito: bella gratitudine).
Se Eleazaro Rossi è il miglior comico italiano (e anche se non lo fosse), la bionda in terza fila alla prima di “Grande figlio di p......a” è la ragazza più triste del mondo. L’unica in tutto il teatro a non muoversi, a non avere una reazione (fosse anche di disgusto o disapprovazione) in tutto lo spettacolo. L’unica a non ridere mai nemmeno mezza volta. L’unica a non applaudire alla fine. L’unica a non essere almeno parzialmente viva. Cosa cazzo ci faceva lì? Ce l’ha portata un tipo, pagandole sicuramente lui il biglietto, uno dei biglietti più costosi dello show. Lei non si è mossa. Lei era morta fuori e probabilmente sempre più anche dentro. Lui ha guardato Eleazaro Rossi e non ha mai guardato lei, nemmeno quando il comico ha ordinato pubblico di fissare il proprio vicino di poltrona per poi immaginarsi quanti chili di merda ci fossero in quel momento dentro al suo corpo. Per Eleazaro Rossi il vero eroe di ogni epoca è il buco del culo, che tiene duro tutta la vita, senza mai mollare, con fatica, evitando (salvo eccezioni) che il mondo si riempia di merda a ogni passo. Ma forse il vero eroe è il tipo della terza fila che ha portato la ragazza più triste del mondo a vedere “Grande figlio di p.....a” di Eleazaro Rossi e l’ha resa l'unica spettatrice a non ridere mai e a non applaudire di un teatro pieno. Chissà per quanto non gliela darà, se mai gliela ridarà. Eroe, almeno quanto il buco del culo.