Qualcuno dire le next big thing del paranorama musicale italiano, altri parlerebbero di "artists to watch". Noi di MOW li raggruppiamo lì potremmo definire "giovani fuoriclasse". In altre parole: gli artisti da tenere d'occhio nel 2025. Dopo i migliori album italiani del 2024, abbiamo voluto fare lo stesso con quegli artisti in ascesa che ci hanno fatto dire: "l'anno prossimo puntiamo tutto su di loro". Ecco quindi la nostra lista.
Ele A - Acqua (Giuditta Cignitti)
Serviva una ragazza venuta dalla provincia svizzera per smuovere le acque nella tradizione del rap femminile italiano. Ele A, che dalle acque del lago di Lugano prende vita e ispirazione, ha riportato il contenuto e le rime al centro del genere, rinunciando a seguire un modello di donna rapper focalizzata sull’aspetto e sull’emancipazione femminile. Ele A ha messo la parola prima dell’immagine, conquistando un pubblico più ristretto, ma più affezionato.
Anti Anti - 18K (Benedetta Minoliti)
Fidatevi: nel 2025 sentirete parlare di 18K. Noi lo abbiamo scoperto, in totale sincerità, con “Anti Anti”, il suo ultimo album (e il primo in major). “Questo non è rap, non è hip hop, è il diario di uno psicopatico” canta Nitro in “Rotten”, e quando ascoltiamo le 19 tracce di “Anti Anti” non pensiamo di certo che 18K sia uno psicopatico, ma che quello che fà vada oltre il rap e l’hip hop per come li conosciamo sì. Il suo è rap è unico, crudo e diretto. Ti si imprime addosso, nella testa, e si sente una ricerca che va oltre la tradizione, tra l’horror e il metal. È una novità nel panorama musicale italiano da tenere d’occhio, date retta a noi.
Nuovospaziotempo - Emma Nolde (Gianmarco Aimi)
La tentazione è di paragonarla a qualcun altro, ma sarebbe scorretto. Almeno in premessa. Perché Emma Nolde, a 24 anni, ha uno stile musicale riconoscibile e con l’album "Nuovospaziotempo" dimostra di interpretare lo spirito di una generazione. Provando, almeno, a contrastare la frenesia di quest'epoca a favore della lentezza, della consapevolezza e della libertà di essere noi stessi. Sembra facile a dirsi, però, se qualcuno lo canta, è anche più facile a farsi. Il pezzo manifesto del disco è Pianopiano, una filastrocca tra il soul e l’electro, per tutti quelli che si sono stufati di farsi dire da altri, come dagli algoritmi, che cosa fare, come muoversi e cosa sognare. C’è il ritorno ai valori della provincia, c’è l’alternativa, c’è un’altra strada in questo album. Ciò che non cambia, nonostante il diverso percorso intrapreso, è la destinazione: le stelle. Che sono le nostre ambizioni. Emma, in questa riscoperta di un mondo altro, non è sola. Ci sono artisti come Lucio Corsi ad aver riaperto la strada a una sorta di “realismo magico”, molto più sano del dilagante “digitale ipnotico”.
ceneri – Forma Liquida (GC)
Anche ceneri predilige la fluidità dei liquidi per raccontarsi. Nelle dieci tracce che compongono “Forma Liquida” ci si addentra nell’intimità della cantautrice friulana, grazie alla sua voce delicatamente sussurrata fra la luce il vento del mondo circostante. Un viaggio nell’interiorità che al giorno d’oggi è sempre più oscurata dalle luci e la velocità della tecnologia.
Era - Estremo (BM)
Il disco che farà felici tutti coloro che dicono “eh ma nel panorama musicale italiano non si valorizzano le donne”. Estremo con “Era” lo ha fatto, scegliendo solo artiste, e il risultato è impressionante. Il producer sembra entrare nella testa delle diverse donne con cui ha collaborato, da Ele A e Gaia (con cui ha realizzato, a parere di chi scrive, il brano più bello di “Era”, “Lento”) fino a BigMama, Mew e Sally Cruz. Non ci sono nomi scontati in questo album che è perfetto per i club, ma anche da ascoltare in cuffia. Un disco che funziona, che piacerà agli appassionati di elettronica, ma anche a chi vuole scoprire artiste talentuose che, in questo progetto, vengono davvero valorizzate come meritano.
Lieto Fine - Disme (GC)
Con questo album il rapper Disme, che fa riferimento alla scuola genovese per nascita e spirito, conferma quanto sia forte il bisogno di testi profondi, in cui si scandaglia l’animo umano e la fede in un aldilà. In contrasto con la deriva violenta e materialista che sta prendendo un certo tipo di rap, Disme fa ben sperare sulle tendenze delle nuove leve.
Panorama Olivia - Coca Puma (BM)
Il primo album di Coca Puma, “Panorama Olivia”, è senza dubbio uno degli esordi più interessanti degli ultimi anni. Costanza Puma (questo il suo vero nome), artista tra dream pop, elettronica e jazz, ci dimostra che anche in Italia siamo in grado di sperimentare (quando vogliamo). Soprattutto, ci mostra che la nuova generazione di artisti italiani, quelli nati con internet, i social e (apparentemente) tutto a portata di mano ha davvero tanto da dire. “Panorama Olivia” è il disco perfetto se siete delle persone nel chill. Un album da ascoltare con un bicchiere di vino, mentre vi rilassate sul divano, o quando volete sentirvi semplicemente liberi e leggeri.
Cultura italiana - Diss Gacha (GC)
Creare immaginari nuovi anche se autoreferenziali è la strada che sta percorrendo Diss Gacha con la sua “Cultura Italiana”, uscita in due parti nel corso dell’anno. Con i suoi neologismi e versi, oltre che a un vero e proprio lessico personalizzato, Gabriele Pastero si è fatto distinguere fra i tanti rapper dai temi e suoni simili. La diversità premia sempre.
Nostalgia (export) - Tony Boy (BM)
Che la nuova scena rap non sia composta da fighette è un dato di fatto. Tony Boy è una delle penne più istintive, pesanti e pensanti della sua generazione. Lo ha dimostrato, ancora una volta, con “Nostalgia (export)”, prosieguo di “Export”, progetto work in progress pubblicato pezzo dopo pezzo. Un album dall’atmosfera decisamente dark, dove convivono rap e melodia, brani conscious e banger. Tony Boy, come i colleghi (e amici) Kid Yugi e Artie 5ive, è tra i rapper della nuova scena che ha già dimostrato molto e che, siamo sicuri, ha ancora tanto da far ascoltare e conoscere al pubblico. Noi lo seguiamo con attenzione, convinti che la sua sarà un’evoluzione in crescendo che gli darà (e ci darà) diverse soddisfazioni.
Il canto dell’asino - Generic Animal (GC)
Quello che sulla carta è un progetto indie nasconde influenze folk, trap ed elettroniche, che lo rendono un unicum nel suo genere. Il canto dell’asino è la voce di chi non ha interesse a fare le corse tra purosangue per un posto in classifica, ma preferisce mettere a nudo le proprie paure, come quella di cambiare città o di non farcela a realizzarsi.