Ci sono dischi che parlano di emozioni e altri che riflettono sul tempo. Nuovospaziotempo di Emma Nolde, invece, contiene moltitudini: è un viaggio attraverso suoni, parole e pause che invita a rallentare e a vivere con consapevolezza. A soli 23 anni si è già ritagliata uno spazio unico nella scena musicale italiana, grazie a una visione artistica autentica e personale. Con questo terzo album conferma il suo talento e l’inclinazione a resistere alle mode del mercato. L'album nasce dal bisogno di ridefinire il rapporto con un mondo che corre troppo veloce: "Parlo anche a me stessa" spiega Emma. "È un consiglio: rallentare, tornare a un ritmo più umano". In un’epoca dominata dai singoli, scegliere di realizzare un album è di per sé un atto controcorrente. Ma non si ferma qui: nei live un’ora e mezza è il minimo ("suonerei anche tre ore"), perché per lei la musica dev’essere un viaggio profondo, non un’esperienza fugace. In questa intervista ci ha spiegato che dietro a Nuovospaziotempo c’è una riflessione personale, ma anche un dialogo con i suoi coetanei: "Devi stare attento, sennò rischi di diventare una pallina che rimbalza senza sapere dove sta andando". Toscana di origine, porta nelle sue canzoni un legame profondo con la sua terra e la passione per la musica è arrivata a 9 anni, grazie a un corso di chitarra che le ha cambiato la vita, e continua a crescere. Ma c’è anche un sogno oltre alla musica: "Il più grande è avere una famiglia, qui in Italia". Sottolinea il luogo, perché sa che, per ha il suo orientamento sessuale, questo desiderio è difficile da realizzare. Nonostante tutto, ci racconta di come affronta anche questo ostacolo, diventando il simbolo di una lotta che riguarda una generazione.
Il tuo ufficio stampa mi ha detto che possiamo prenderci tutto il tempo necessario. Con un disco come quello che hai pubblicato, fare tutto di fretta sarebbe stato come andare contro a ciò che canti. Eppure, sai che più avrai successo e meno sarà possibile?
Sì, è qualcosa che mi rimbalza in testa in questi giorni. È difficile non cadere nel tritacarne della comunicazione. Però adesso mi concedo di lasciare andare le cose, anche se sono consapevole che questa frenesia potrebbe non finire mai. Devi stare attento, sennò rischi di diventare una pallina che rimbalza a destra e sinistra senza sapere dove sta andando. Oggi mi va bene, ho 23 anni, ma ci rifletto. È importante essere coscienti, altrimenti perdi il controllo.
Con Nuovospaziotempo hai scelto la strada del disco, in un’epoca in cui i singoli dominano il mercato. Controcorrente, ancora di più visti i tuoi 23 anni, no?
Lo so, ma non vedo alternative. Amo i dischi. Sono al terzo album. E spero di farne tanti altri. Adoro l’idea di creare un viaggio, qualcosa che vive oltre la singola canzone. Anche nei live, per me un’ora e mezza è il minimo. Vorrei suonare per tre ore, ma è chiaro che non sempre è possibile.
Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
Avevo 9 anni, dopo un corso di chitarra che mi ha cambiato la vita. All’inizio non capivo niente, ma poi è scattata una scintilla. Ricordo la mia maestra e il nostro rapporto speciale. Tanto che ha chiamato sua figlia Emma, per farti capire quanto fossimo legate. Da lì ho continuato, ho studiato chitarra classica alle medie e ho iniziato a scrivere. Prima in inglese, poi in italiano, grazie anche a Niccolò Fabi. Averlo in questo disco è una fortuna immensa.
Di solito i toscani sono descritti come bastian contrari. Ti ci riconosci?
Tanto! Il posto in cui vivo mi rappresenta. La Toscana ti offre tutto, tra umanità, natura e fantasia. È anche un luogo di bastian contrari, vero, e forse questo si riflette nel mio modo di vedere la musica e la vita. Voglio andare controcorrente, ma sempre con autenticità.
Nel disco parli molto del tempo e della velocità imposta da questo periodo storico. Ne soffri così tanto?
Sì, il tempo è un tema centrale. Così come questa pressione costante, soprattutto sui giovani, che ci spinge a correre e a raggiungere modelli irrealistici. È soffocante. Le canzoni sono anche un consiglio a me stessa: rallentare, tornare a un passo umano, godermi il momento.
Hai mai pensato di partecipare a un talent come X Factor oppure a Sanremo Giovani?
I talent non mi hanno mai attirato. Sanremo Giovani? Per ora no, però mai dire mai. Ho paura che possano farmi più male che bene, soprattutto se non hai una base solida alle spalle. Quel tipo di esperienze le considero dei trampolini, non certo dei punti di partenza.
Oltre alla musica, qual è il tuo sogno che vorresti realizzare?
Il mio sogno più grande è avere una famiglia, qui in Italia. Ma so che, con il mio orientamento sessuale, potrebbe non essere possibile. È paradossale e frustrante. Non si può più far finta di non vedere la realtà. Le persone come me esistono, e prima o poi dovrà esserci una soluzione. Mi rattrista pensare che molti giovani siano costretti a lasciare il Paese per avere ciò che qui gli viene negato.
È anche per questo che i giovani sono così distanti dalla politica?
Penso proprio di sì, anche perché non vediamo risultati tangibili, ci sentiamo inascoltati. E poi c’è questo relativismo per cui tutto sembra finire in un ambito grigio senza uscite. Non sappiamo da che parte stare. Questo ci rende attaccati al presente, perché il futuro è troppo nebuloso. Viviamo il momento, ma è difficile trovare il tempo e l’energia per lottare.
E il sogno di Emma Nolde in musica?
Vorrei continuare a fare musica e vivere di questo. Se un giorno sapessi che ovunque suono, anche nei piccoli club, ci sono persone interessate, sarei felice. Non mi serve altro…