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Essere maschi e tutto il resto.
Il podcast di Barack Obama
e Bruce Springsteen

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

23 febbraio 2021

Essere maschi e tutto il resto. Il podcast di Barack Obama e Bruce Springsteen
In un mondo in cui parlare di uomini, tra uomini, sembra essere diventata una bestemmia, Barack Obama e Bruce Springsteen si lanciano in un nuovo progetto tutto al maschile: Renegades: Born in the USA, un podcast in otto puntate per chi vuole ascoltare due grandi parlare di tutto, anche dell'essere maschi

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Maschilismo, mascolinità tossica, patriarcato. Quando si parla di uomini che discutono tra uomini si finisce sempre in una zona pericolosa, in cui ogni argomento e ogni punto di vista sembra dover essere analizzato sotto la lente di ingrandimento del politicamente corretto.

Se in Italia questa corsa all'uguaglianza a tutti i costi, di facciata più che di merito, appare già esasperata (noi di Mow ne sappiamo qualcosa con la nostra criticatissima rubrica Libri per maschi), negli Stati Uniti è diventata una vera e propria ossessione. 

E in un mondo in cui la parola mascolinità sembra essere diventata una bestemmia, in un'America in cui - a detta degli esperti di politica - candidare una vicepresidente donna non era una scelta, ma un obbligo per qualsiasi candidato che volesse cercare di avvicinarsi alla Casa Bianca, ecco in questo mondo una rockstar e un presidente degli Stati Uniti decidono di fare un podcast insieme. 

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Renegades: Born in the USA è una serie in otto puntate realizzata in collaborazione con Spotify, un progetto ambizioso di due amici che "esplorano il proprio passato, i loro credo e il Paese che amano come era, come è e come dovrebbe andare avanti”.

Ma proprio il fatto che Barack Obama e Bruce Springsteen siano amici, rende Renegades una lunghissima chiacchierata tra uomini, tra maschi.

Se al loro posto ci fossero state, ad esempio, Michelle Obama e Amanda Gorman, il risultato sarebbe stato completamente diverso. Come lo sappiamo? Perché lo hanno fatto. Non in un podcast, ma in una lunghissima intervista per il Time: grandi donne a confronto, generazioni diverse con lavori, formazioni e vite lontane per un risultato che, in qualche modo, è lo stesso. Raccontare gli Stati Uniti attraverso le vite di chi, gli Stati Uniti, li rappresenta nel mondo. 

Solo che Obama e Springsteen lo fanno come lo farebbero, semplicemente, due uomini. Parlano dei rispettivi padri, dell'essere genitori, di matrimonio, e anche del senso stesso della mascolinità, senza nascondere le differenze che intercorrono tra una rockstar di 71 anni del New Jersey e un politico afroamericano di 59 delle Hawaii. 

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Sono forse i punti di vista diversi, a rendere vero e onesto questo progetto editoriale. American Skin, la prima delle due puntate al momento già disponibili sulla piattaforma di streaming, attraversa per 41 minuti il concetto di razza. 

Ne parlano da comunicatori, ma ne parlano anche - solo - da uomini. Così come Amanda Gorman e Michelle Obama, per il Time, tracciano le linee dello stesso tema come solo saprebbero fare due grandi donne. 

Un cambiamento di tono, di accenti e di attenzioni, che si percepisce nelle tematiche più importanti - come quella del razzismo - ma che si sente anche, e forse soprattutto, nelle piccolezze di questo podcast.

Perché Barack Obama e Bruce Springsteen parlano da uomini, da amici, da maschi. 

Lo fanno come se fossero soli, a bersi una birra in un bar del New Jersey. 

E ascoltarli, saperli comprendere senza cercare una tossicità nei discorsi sulla mascolinità, insegna qualcosa a tutti. Donne comprese. 

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