Primo: la copertina. Quelli di Blackie edizioni sanno fare i libri. La copertina rigida di Foucault in California è fantastica, fantastica lo è anche l’illustrazione di Gabriel Alcala. L'ho voluto per questo motivo, lo ammetto. E anche perché amo Foucault. Questo libro di Simeon Wade, insomma, va letto sia per un motivo estetico sia etico.
Breve riassunto per scompensati culturali: Foucault è francese ed è stato il più grande sociologo del ‘900. Ha scritto Sorvegliare e punire. Andate a prendervelo, se non l’avete mai letto. Andatevi a prendere la sua Storia della sessualità. Andatevi a prendere qualsiasi introduzione al suo pensiero, perché lui scriveva negli anni ‘60 e ‘70 delle cose che sono super attuali adesso. La sua interpretazione della società è stata visionaria ed è visionaria tuttora.
Foucault in California racconta un viaggio fatto dal sociologo/filosofo grazie all'autore Simeon Wade, grande cultore del suo pensiero, che appena sa che Foucault sarebbe stato in California a tenere un ciclo di conferenze nelle università, lui, professore alla Claremont University, un’università periferica rispetto a quelle più blasonate, si sbatte per incontrarlo. Gli scrive ma Foucault non lo caga. Lo va a trovare nei suoi primi appuntamenti, cerca di parlarci, ma Foucault continua a non cagarlo. Fino a quando lui e il suo fidanzato non lo convincono a seguirli proponendogli una visita sotto acidi nella Death Valley. Michel accetta e da qui comincia il viaggio. La leggenda di ciò che succederà, molti anni dopo, arriva all'orecchio di una studentessa che un po' scettica va a trovare il professor Wade e gli chiede: “Ma è vera tutta questa storia?”. Simeon risponde di sì, cerca e trova alcuni appunti, ma è solo dopo la sua morte che il materiale completo salta fuori. A trovarlo sono i suoi figli mentre stavano mettendo a posto la cantina: salta fuori il manoscritto, saltano fuori le foto, e il libro può essere confezionato.
Foucault in California ha dei limiti: Simeon Wade non era un narratore e l'arte del racconto non è la sua forza. È più un'esposizione di fatti, ecco, e si capisce che ci sono delle cose che preferisce non scrivere. Soprattutto quelle relative ai rapporti di Michel Foucault con alcuni dei suoi amici. Nonostante questo, però, ci sono dei passaggi incredibili. Quando Foucault gioisce per gli effetti dell’lsd, per esempio, e descrive delle stelle che sembravano piovergli addosso. "Non era vero ma per me era la verità". Per la potenza delle conseguenze della psilocibina, per l'espansione che gli acidi gli provocheranno nella sua coscienza, per il loro aspetto rivelatorio, Foucault definirà questo viaggio "l'esperienza più forte della sua vita". Tanto che quando tornerà a Parigi butterà via tutto ciò che aveva prodotto e riscriverà completamente la Storia della sessualità.Ciò che Foucault ha vissuto nei suoi giorni californiani gli ha cambiato la testa e la vita così tanto che nel 1984, prima di morire, scriverà proprio a Wade chiedendogli di portargli dell'lsd per andarsene via in pieno trip, come era successo ad Aldous Huxley.
Ci sono delle parti che meritano menzione perché rendono veramente l'idea della visionarietà di Michael Foucault. Come quando già nel 1975 dice una cosa che, ahinoi, in Italia è ancora tabù: “Il termine gay è diventato obsoleto. Questo si deve alla trasformazione del modo in cui noi percepiamo la sessualità. Le persone non sono né questo né quello, né gay né etero. C’è una serie infinita di quelli che chiamiamo comportamenti sessuali e termini che impediscono a questi di essere vissuti. Ovvero termini che stereotipizzano questi comportamenti, termini sbagliati e fuorvianti”. Un altro pensiero, un altro passaggio che ci fa pensare quanto il suo pensiero sia di attualità è quando dice: “Alla fine del XVIII secolo la società ha elaborato un sistema di potere non più basato sull’esclusione, ma sull’inclusione all’interno di un sistema in cui tutti si trovano collocati, controllati, osservati giorno e notte, in cui ognuno è legato alla propria identità”. Qui Foucault descrive noi, noi oggi, inclusi in un sistema dove ci riteniamo superliberi ma dove in realtà siamo controllati attraverso un algoritmo, dei dati, i social. Altra frase pazzesca che ci fa capire come fosse capace di elaborare una teoria sociologica da un piccolo dettaglio la pronuncia quando si ritrova a mangiare in un fast food: “Guardate quei clienti, sono tutti vestiti uguali, parlano delle stesse cose allo stesso modo, mangiando lo stesso cibo". Stessa cosa che ritroviamo quando parla della tv americana: "La gente assume solo dei ruoli per soddisfare gli spettatori, devi recitare una parte". Sta parlando di Dritto e rovescio? Sta parlando dei nostri talk show? Foucault in California è come se facesse luce sul backstage della vita di un gigante, facendoci capire che spesso, per vedere prima ciò che gli altri vedranno solo quando sarà tropo tardi, basta mantenere uno sguardo meravigliato sul mondo. Acidi o non acidi. Fanculo la razionalità: l'intuizione e ciò che sentiamo saranno sempre più potenti.