Lo dico subito: io adoro Camillo Langone. Adoro il suo essere irrevocabilmente conservatore. Adoro il fatto che nella vita Camillo Langone sia uno che parla e vive di cose di cui gode. Di vangelo, di cibo, di vino, di arte, di pittura contemporanea e non la pittura del ‘600, del ‘200, del periodo che volete. No, parla della pittura attuale e contemporanea. Già questo è encomiabile. E poi Camillo Langone ti porta a mangiare nei ristoranti di Parma, di Fidenza, della Bassa Padana e godi con lui. Nell'intervista che gli abbiamo fatto su MOW c'è scritto tutto questo. C'è scritto che si definisce il più grande lambruschista del mondo. E ora ha scritto il suo ennesimo libro, si chiama La ragazza Immortale (La Nave di Teseo).
E io, adorandolo e adorando come scrive anche quando non sono d'accordo con lui, mi sono approcciato a La ragazza immortale con spirito di devozione. Non posso quindi avere un giudizio oggettivo su questo libro, anche perché per me questo libro va letto già solo perché l'ha scritto, appunto, Camillo Langone. Va da sé che avendolo scritto lui, secondo la narrativa moderna La ragazza immortale sicuramente presenta dei difetti. Il più evidente è che non succede niente, anche se in realtà qui dentro una cosa alla fine accade, ma resta irrilevante nonostante la sua importanza. Questa caratteristica viene addirittura esplicitata nelle ultime pagine. È il protagonista che parla: "I soli romanzi degni d'interesse sono precisamente quelli in cui non accade nulla. Ecco, io vorrei che nel romanzo del nostro amore non accadesse nulla. Nulla, Benedetta, assolutamente nulla, mai". Qui ciò che accade è solamente l'amore. La smisurata beatitudine che l'autore, o meglio il protagonista (ops, lapsus) prova nei confronti di questa Benedetta, una giovanissima studentessa, è talmente alta che lui vorrebbe che questa ragazza non morisse mai. E cosa fa per farla restare per sempre appena ventenne? La fa dipingere dai 10 pittori più bravi.
In questo modo Langone oltre a un viaggio dentro l'amore sconsiderato che questa persona ormai matura ha per questa giovane, tra l'altro ricambiato, fa anche un viaggio nella pittura italiana e nei ristoranti dove si ferma a mangiare e nei vini che sceglie e nelle pietanze che ordina. Questo libro, insomma, nascosta tra le righe, contiene anche una sorta di guida slow food. Se proprio non vogliamo trovarci un motivo letterario, questo è un ottimo motivo per leggere La ragazza immortale di Camillo Langone. Un altro, l'ho già detto, è godere del suo lezioso conservatorismo. Due dei passaggi che ho sottolineato: "Se fare un figlio significa consegnare un ragazzo all'indottrinamento materno, statale e digitale, mantenerlo significa allevarsi una serpe in seno. Un occidentale che nasce oggi verrà su conformista, come da stampino ambientalista, animalista femminista (anche se maschio), immigrazionista (anche se di carnagione bianca), omosessualista (anche se, dato per nulla scontato, gli piacesse la famosa figa)".
Ma la cosa più bella la dice sullo stare lontano dalle donne che si danno un tono acculturato per posa: "Non ho nessun problema con le donne ignoranti, anzi sono spesso di compagnia piacevole ed erotica soddisfazione, però devono essere ignoranti sincere, libere da complessi, prive di velleità. Le peggiori sono le donne mezzavia che leggiucchiano paraletteratura pararomantica scritta da donne su donne per donne". Anche se non lo approvi - del tutto o in parte - è commovente questo suo essere in modo così integrale, così inamovibile, in controtendenza rispetto a un mondo che va verso l'arcobaleno, la carne sintetica, le donne che rifuggono dai figli. Pure se mangiate vegano, leggete più Langone.