Dopo l’atto vandalico, spacciato per arte, sull'arco di ingresso della galleria Vittorio Emanuele II, in piazza Duomo a Milano, ci si interroga su questo tipo di gesti sempre più frequenti ai danni delle opere d’arte in Italia. Lunedì sera tre giovani vestiti di nero erano saliti in cima alla facciata del monumento e, mentre molte persone che passavano nei paraggi li fotografavano e li filmavano (condividendo tutto sui social) hanno disegnato con delle bombolette di vernice spray verde e azzurra le loro “tag”. Si tratta di scritte stilizzate - frecce, stelle a cinque punte, un cuore e la parola “king” - visibili da tutta la piazza. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con un'autoscala che hanno effettuato una prima verifica sull'entità dei danni provocati dai writers. Le indagini sono affidate alla polizia, ma i giovani per ora sarebbero riusciti a far perdere le loro tracce. Il critico d'arte Luca Beatrice, che abbiamo contattato, ci ha spiegato che cosa rappresenta questo fenomeno, che deriva sta prendendo e, soprattutto, come si può provare a fermarlo.
Beatrice, secondo lei quel "graffito" è bello o brutto?
Non è questione di bello o brutto, non si fanno, punto. Avrebbero potuto dipingere anche la Gioconda, ma siccome quello è un bene pubblico è un qualcosa che non va fatto.
E come mai lo fanno?
Secondo me per una questione di natura mediatica. È stato dato molto risalto a fatti di protesta, che sono stati anche spesso giustificati, in maniera credo del tutto discutibile. I giovani vogliono parlarci di questo, vogliono sensibilizzare, ma ormai stiamo parlando di decine tra dipinti, monumenti ed edifici che sono stati danneggiati. Il problema è quello di voler fare sempre dei distinguo, dicendo ad esempio: “Ah ma questi giovani sono preoccupati per il clima”. ìì va bene, è giusto essere preoccupati per il clima, non attaccare l'aria condizionata allora. Per non parlare dell’eco-ansia…
Da un punto di vista legislativo come bisogna agire?
Ci sono le leggi sul danneggiamento degli edifici pubblici e privati, è chiaro che non ti sbattono in galera, ma le penne ci sono. Io penso che chiunque commetta dei reati debba essere intanto sanzionato in maniera drastica dalle leggi che ci sono e che bisognerebbe farle rispettare, facendo mettere mano al portafoglio, perché se tu danneggi un bene pubblico, ovviamente è più grave rispetto a un bene privato, ti devono dare delle multe stratosferiche. Poi le pene devono essere proporzionate, per così dire, al luogo. Perché ci sono dei palazzi che sono tutelati dalla Sovrintendenza dei beni culturali, ci sono dei palazzi antichi, figuriamoci la Galleria Vittorio Emanuele…
Quindi bisognerebbe aumentare le pene pecuniarie?
Esatto è questo il tema, e tra l'altro dovresti pagare subito. Se io prendo la multa con la macchina ho cinque giorni di tempo per il pagamento in forma ridotta, allora applichiamo lo stesso tipo di concetto: hai danneggiato un bene pubblico, io ti faccio una multa, se la paghi entro questi giorni c'è una certa cifra, altrimenti si duplica o si triplica come succede per le sanzioni amministrative normali
Per lei il sindaco Beppe Sala sta facendo abbastanza per contrastare questi fenomeni a Milano?
Io non penso che il contrastarli dipenda dal sindaco, si è diffusa purtroppo da anni questa mentalità per cui questi graffiti sono una forma d'arte spontanea, quando secondo me non lo sono minimamente, ma sono scarabocchi che altro non fanno che invadere lo spazio delle persone e quindi come tali non dovrebbero essere permessi. Questo è un problema che però hanno tutti i sindaci delle grandi città, non c'è l'urgenza culturale della New York degli anni '80, è un po’ diverso…
Qual è la prima proposta che farebbe lei?
Multe, sonore multe, con telecamere che facciano in modo di individuare facilmente coloro che hanno commesso il reato e, una volta trovati, vanno sanzionati in modo pesante basandosi sull’entità del danno e su dove è stato fatto. Il problema è che poi ne rispondono le famiglie, però se i figli sono scemi è anche colpa dei genitori.