Prime Video per Natale ci porta in un universo in cui Christian De Sica e Pietro Sermonti sono gigolò di professione, Asia Argento è terapista di coppia, Frank Matano prete e Ambra Angiolini si sperimenta arcobaleno in camera da letto. Gigolò per Caso è una serie comedy italiana, scritta da Daniela Delle Foglie e Tommaso Renzoni, ispirata all'originale francese Alphonse. Non sappiamo come se la siano cavata i cugini d'Oltralpe, ma certo è che la piattaforma di Bezos abbia finalmente imbroccato un titolo in grado di divertire, con leggerezza, parlando di sesso e altre sciagure con un cast stellare (citiamo anche Stefania Sandrelli, Isabella Ferrari, Gloria Guida, Lillo e Greg, Virginia Raffaele... si fa prima a dire chi non c'è). Sei puntate da trenta minuti per tre ore ore abbondanti di intrattenimento a tratti incantevole, sicuramente disincantato. Per una volta, senza troppa retorica sull'annosa battaglia maschi contro femmine (e viceversa) che attanaglia oggidì ogni sceneggiatore. Ecco, Gigolò per Caso non attanaglia proprio per niente. Preferisce divertire. Un perfetto regalo di Natale. Anche molto hot.
Prime Video ha i soldi, tanti soldi. E non perde occasione per ricordarcelo. Quasi mai, però, la possibilità di dispiegare grandi nomi del cinema e della comicità nostrani combacia con la qualità del prodotto offerto (basti pensare a serie come "Sono Lillo" o agli show "Sa sa Prova" e "Celebrity Hunted", tanto per citare solo alcuni disastri). Felice eccezione, invece, questa Gigolò per Caso che, se non vi cambierà la vita, di certo vi porterà a domandarvi: possibile mai che nonna stia pagando un "Christian De Sica" per fare sesso? Convincendovi anche che la risposta sia: sì, lo sta sicuramente facendo.
Non ci sono tabù in Gigolò per Caso e il tema della sessualità è affrontato con grande leggerezza, senza pipponi femministi o quelle classiche gag telefonate che le stesse nazi-fem definirebbe "patriarcali". A livello di sceneggiatura, eccezion fatta per l'ingenuo Afonso (Sermonti), di fatto costretto a iniziare a praticare il lavoro più vecchio del mondo, ogni personaggio ha la propria personalità, ben stratificata. Nessuno di loro è sempre buono e coerente a se stesso, come, al netto di un paio di comparse, non c'è anima che sia marcia e basta dall'inizio alla fine. I camei di Isabella Ferrari e Virginia Raffaele, clienti di Alfonso, sono tra i più croccanti e insaspettati. Viene voglia di farsi un giro in questo universo o, se non altro, di vedere come andrà a finire l'intera vicenda. Non capita spesso con le serie italiane, specie con le comedy, eternamente maledette dal paragone con l'inarrivabile (e inarrivata) Boris.
Provvista anche di podcast su sessualità e dintorni, sì, vi stiamo consigliando Gigolò per Caso. I motivi sono diversi: dialoghi brillanti, un De Sica cafone ma allo stesso tempo sorprendentemente vecchio saggio, Ambra Angiolini che torna a fare quello che davvero le riesce, ossia l'attrice, e Asia Argento scheggia impazzita ossessionata da eros e psiche. Tutto il cast, per quanto imprevedibile, è al posto giusto per dare le mosse a una storia che forse altri sceneggiatori non avrebbero nemmeno scritto, non così bene, adagiandosi sull'allure dei grandi nomi a disposizione (e sulle loro improbabili professioni di scena).
Per quanti minuti (sì, forse addirittura minuti) sareste disposti a stare in apnea pur di vincere un kit completo di pannolini e rifornimenti per neonati? La mera e sbilenca applicazione di un pornobaffo in viso può salvare un matrimonio? Per rispondere a queste e a tante altre domande che non sapevate di avere in mente da sempre, per Natale (e non solo) regalatevi il "Metodo Bremer". Per poi metterlo in pratica ad lib.