Un progetto come Schegge di Giorgio Poi merita di viaggiare. Nel concreto, ma mica tanto, merita di scavalcare le praterie invase da Clarck’s e maglioni larghi, sorvolare a volo d’uccello sui Barbour che Carlo Calenda ha recentemente definito “né di destra, né di sinistra” e fottersene del cinema d’autore in lingua originale, delle degustazioni di birra o di caffè e della stand up comedy. Ma pure di Atreju, degli aperitivi sul lago e dell’apres ski a Courmayeur. Che poi forse è il motivo per cui il disco si chiama Schegge: è il risultato di una potente detonazione che finisce un po’ dappertutto, senza avvisare o chiedere permesso. È come un imprevisto, la sfiga, o l’amore, come una buona idea che arriva quando vuole lei per farsi viva dopo chissà quanto tempo.
Per godersi questo Giogio Poi, se è il primo tra i suoi quattro che vi trovate tra le mani, occorre prendere confidenza col timbro di voce acerbo e femminile, un timbro tanto inatteso che, in una vecchia intervista, il cantautore aveva raccontato di come gli amici gli chiedessero chi fosse la ragazza scelta per interpretare i suoi pezzi. Una volta entrati nei testi, negli arrangiamenti e in tutto quello che c’è dentro è difficile rinunciarvi. Schegge è la cosa più vicina al Franco Battiato dei tempi migliori. Se succede è perché Giorgio Poi non cerca neanche per un momento quell’estetica alla Battiato che si potrebbe definire eterea: la raggiunge senza cercarla, con una naturalezza che avvicina alla pace. Scorre intenso e leggero, una carezza che rimane impressa. Per capirlo - e capire Schegge Reworks - vale la pena tenere a mente che il nostro è cantautore, ma pure produttore e polistrumentista, uno che con qualche eccezione fa da solo buona parte delle sue cose. Una di queste eccezioni è la bellissima Solo per Gioco in duetto con Luca Marinelli: un brano del 2019 riarrangiato lo scorso maggio per essere inserito nella colonna sonora di Paternal Leave, film di Alissa Jung in cui Marinelli interpreta il protagonista.
Così a fine anno nascono altre quattro storie: dal 16 al 19 dicembre, una al giorno come fosse un calendario dell’avvento, Giorgio Poi ha rilasciato quattro tracce estratte da Schegge e riviste assieme ad altrettanti artisti: giochi di gambe con faccianuvola, les jeux sont faits con Contrecoeur, tutta la terra finisce in mare con Muddy Monk e nelle tue piscine con okgiorgio.
Queste rivisitazioni non superano le versioni originali e non vogliono farlo. Sono invece un modo per arrivare altrove, nuove schegge di questa esplosione dirette in qualche club dal suono raffinato, conficcate in qualche stanza chill-out, lanciate in tracce ancora diverse per raggiungere altre persone.
Schegge Reworks è il modo giusto per mandare in giro l’arte. A questo proposito, assieme ai brani riarrangiati sono state pubblicate nuove date per il tour primaverile: si parte l’8 marzo dall’Alcatraz di Milano, poi il 10 marzo al Milk di Torino, l’11 all’Hall di Padova, il 12 all’Estragon di Bologna, il 14 all’Atlantico di Roma e il 15 al Duel di Napoli. Data zero, invece, il 12 febbraio a Parigi, al club La Cigale.
I biglietti sono già acquistabili online.