“Ho un occhio guercio perché il diavolo sta nei dettagli”, cantava Guè Pequeno in Business, pezzo contenuto in Bravo Ragazzo. Lui è il diavolo, probabilmente, pur essendo nato il giorno di Natale, come Cristo. Guè è il simbolo del rap italiano, dello zarro, del jeans bianco e della Fastlife. Un riferimento per i giovani artisti che sognano di sfondare. Un featuring con “Il Guercio” è l’obiettivo di tutti. Dagli inizi con i Club Dogo, a fianco di Jake La Furia e Don Joe, a Madreperla, l’ultimo album da solista prodotto da Bassi Maestro, un altro monolite del rap. Adesso ha 43 anni e una carriera lunghissima alle spalle, caratterizzata da alcune tappe memorabili. Tra queste, senza dubbio, c’è Santeria, l’album in collaborazione con Marracash: quello di Scooteroni e Salvador Dalì, per intenderci. Hit clamorose che, quando suonano in qualche discoteca, fanno ancora impazzire chiunque. Guè, però, non è sempre stato il gangster che è oggi: da piccolo era solamente Cosimo Fini. Spesso ha raccontano di come venisse preso in giro per l’occhio. Poi arrivarono il liceo e le amicizie “giuste”, quelle compagnie che fanno da scudo a qualsiasi bullo. Sono lontani quei tempi in cui Guè moderava i termini, mentre lavorava al call center per guadagnarsi da vivere: ora, invece, dice un po’ il caz*o che vuole. Pochi giorni fa ha parlato a Growing Up Italian, il podcast creato da alcuni membri di una famiglia di Brooklyn, i quali raccontano la vita della comunità italiana negli Stati Uniti. Guè non ha nascosto il suo amore incondizionato per l’onanismo: “Spendo tra i 5mila e 10mila euro al mese su OnlyFans”. Agli interlocutori, che sostenevano la possibilità di trovare dei contenuti di alto livello gratis, risponde: “Per avere la roba migliore devi pagare, come nella vita. Altrimenti io sono scemo e tu sei intelligente?”. Niente da fare, Il Guercio cerca sempre l’extralusso. Anche perché, dice, ormai OnlyFans è peggio del gioco d’azzardo. Questa è solo l’ultima delle uscite del rapper. Sono molti, infatti, gli highlights di una carriera che travalica quella di cantante e che somiglia più a quella del personaggio pubblico: una sorta di “Dittatore del rap”.
La nascita di "Tanta Roba"
Dopo 10 anni di Club Dogo e sette album intraprende la carriera da solista e fonda insieme a Dj Harsh la Tanta Roba Label. Riesce a reclutare nomi del calibro di Gemitaiz, Madman e Salmo. È anche il periodo dell’inizio della partnership artistica con Marracash. Niente di particolarmente controverso, in questo caso, ma è bello ripensare a quei tempi. In sintesi, sorrisi e cannon*.
Il litigio con Fedez e J-Ax
“Fedez e J-Ax non sono rapportabili a noi. Basta guardare alle rime e alle persone con cui collaborano per capire che loro sono una forma di pop”, aveva detto Marracash al Corriere della Sera. Fedez, ovviamente, rispose sui social, pubblicando un video in cui diceva: “Dev’essere frustrante fare le interviste ed essere costretti a pronunciare sempre il nostro nome perché altrimenti non vi cagano di pezza”. Erano i tempi di Comunisti col Rolex, che voleva essere una provocazione e finì col diventare un’autobiografia per il marito della Ferragni. Poi arrivò Guè con un video da Santo Domingo a fare da pacere. Appassionato di cinema e recitazione, propose una notevole caricatura di Federico Lucia (“faremo un tour su Marte, il nostro disco è il numero uno dei numeri uno”). La chiusa, semplice ed efficace: “Ma vai a cag*re”.
Fedez vs Guè e Marracash (parte seconda)
Sembrava che tra le due coppie fosse tornata la pace quando, in occasione del concerto d’addio tra Ax e Fedez, l’astio si riaccese. Fedez parlò a La Confessione di Peter Gomez: “Lui (Guè ndr) è venuto e ha suonato, poi però appena è sceso dal palco ha ricominciato ad insultarmi come prima”. Anche in questo caso, Guè si fece rispettare lanciando sui social l’hashtag: #prayforFedez. La versione gangster di: “Dillo alla mamma, dillo all’avvocato…”
Quella s*ga postata su Instagram…
Inutile girarci intorno, il video di Guè col membro in mano l’abbiamo visto tutti. Bastava fare parte di un qualsiasi gruppo WhatsApp. Nel video, oltre alla masturbazione, lo sentiamo mentre dice parole gentili a una ragazza. Qualche giorno dopo, Guè parlò dell’accaduto come di un incidente, aggiungendo: “Con una sega non si uccide un cane, non si picchiano bambini e niente del genere”. Nessun problema per il Guercio, che ricevette anche numerosi messaggi d’amore e “stima” da parte delle fan. “Vi ringrazio ma non posso rispondere a tutte. E anche viva le seghe”.
Le accuse di omofobia
A far scattare le polemiche fu un’intervista a Rolling Stone, che gli aveva, tra l’altro, dedicato una copertina in cui appariva nei panni di un dittatore laccato d’oro. “Io non sono razzista né omofobo ma vedere un rapper che va in giro vestito da donna con la borsetta mi fa ridere, che poi almeno fosse gay. Boh, sono robe assurde”. La frase era riferita a Ghali, già definito “un fake” in una precedente intervista al Corriere della Sera. Non serve ricordare le minacce e la dichiarazione di guerra dei fan di Ghali. Considerata la loro età, però, non è chiara la condizione di un simile esercito. Ad ogni modo, vale la pena ricordare che Guè ha sempre saputo come farsi voler bene.
Errare è umano, ma perseverare…
C’è ricascato di nuovo il nostro Massimo Fini. A marzo di quest’anno postò un video che lo vedeva impegnato con una ragazza, inquadrata di spalle mentre lo cavalcava. Quel burlone di Guè stavolta non disse niente. Del resto, cos’altro c’era da aggiungere…
Nella lunga intervista a Growing Up Italian, Guè ha raccontato delle sue passioni oltre la musica. Il cinema, gli orologi e sì, anche la f*ga. Perché il nostro non può farne proprio a meno di quella. L’unica (si fa per dire) sua vera dipendenza. Non basterebbero tutte le bottiglie del mondo, i locali più cool, le macchine più preziose per far dimenticare a Guè il suo vero punto debole. Ora, in verità, il ragazzo d’oro è fidanzato con la modella cubana Yusmary Ruano, con cui ha anche una figlia, Celine. Almeno un po’ avrà messo la testa a posto, quindi. Magari sì, ma se c’è una certezza è che la sua arroganza resterà per sempre: keep it real Guercio, non cambiare mai.