Con Hasta siempre Maradona Cosimo Damiano Damato (compagnia editoriale Aliberti) ci racconta un Maradona che è tornato (o non se ne è mai andato) e la parabola del suo vissuto umano, il genio, i valori, i sentimenti, le lotte, le vittorie e le sconfitte. L’immortalità. «Sono nato nella terra di Che Guevara e di Papa Bergoglio. Ernesto mi ha ispirato, Francesco mi ha benedetto. Per qualcuno sono un santo, bueno!, per altri un profeta, claro! per altri ancora un martire, un pazzo, un brigante, un fuorilegge. Sono il sole amaro di Pino, il caffè di Eduardo, la maschera di Totò, il pagliaccio di Caruso, la malinconia leggera di Troisi, l’ala sola dell’angelo di Bellavista, la rabbia e la luce di Caravaggio, il coraggio di Masaniello, lo scugnizzo di bronzo di Gemito. Ho miracolato il sangue di San Gennaro. […] Ho palleggiato, scartato, sofferto, sudato, incantato, segnato, volato e fermato il tempo oltre l’attimo della felicità […]. Credete di sapere già tutto di me. Conoscete il conto in banca, i debiti, le sentenze e le condanne, le amanti, gli spacciatori, i goal segnati e quelli sbagliati, i figli legittimi e quelli illegittimi. Forse conoscete Maradona ma non sapete nulla di Diego».
A impreziosire il volume la prefazione di Erri De Luca, un dialogo con Gianni Minà, le illustrazioni di Vito Moccia e altre due biografie apocrife, quella di Mercedes Sosa e Astor Piazzolla. Da Hasta siempre Maradona è tratto lo spettacolo teatrale El Pelusa y la Negra attualmente in tournée, con lo stesso Damato, la cantattrice Simona Molinari, Valentino Corvino e il Sudamerica Quartet. Lo spettacolo ha debuttato con successo dalla Città del Teatro di Cascina. La Negra y El Pelusa rivelano il loro genio, l’arte e allo stesso tempo i valori, i sentimenti, le lotte, le vittorie e le sconfitte. L’immortalità. A dare voce a Maradona è Cosimo Damiano Damato, la voce di Mercedes Sosa è di Simona Molinari che si rivela sofisticata cantattrice alle prese con i monologhi scanditi da un viaggio musicale d’autore con un canzoniere potente, commovente e civile che vede la rilettura di perle di Mercedes Sosa e del repertorio classico argentino e cantautorale italiano: da Canción de las simples cosas a Todo cambia e Gracias a la vida ed ancora classici come Don’t cry for me Argentina e gli omaggi a Pino Daniele con Napul’é e Franco Battiato con Povera patria. Gli arrangiamenti e la direzione musicale sono affidati al Maestro Valentino Corvino con il Sudamerica Quartet.
Secondo Erri De Luca: «Questa è un’autobiografia apocrifa, scritta cioè da un altro io per conto del soggetto. Cosimo Damiano Damato raccoglie le ceneri di Maradona e le dispone nell’urna di un riassunto. […] Palla o non palla al piede lui corre, scatta, gambe corte, baricentro basso, lascia indietro i più alti, di un gioco che si è messo a reclutare centimetri, taglie da pallavolisti, invece che giocolieri con lo zigzag dei pipistrelli e zampe di camoscio sui burroni. Oggi che si parla di lui per ingiustificata assenza, statuetta rimossa da presepe, mi aiutano queste pagine in cui un autore inventa di essere lui scrivendo, descrivendo, una parabola». Mentre il compianto Gianni Minà ha scritto: «Maradona era un uomo con un guizzo unico, capace di rompere le barriere delle inutili formalità, capace di farti discorsi profondi e lievi come poesia. Ma nello stesso tempo, capace di togliersi la pelle, fino a farti toccare le cose più intime di un uomo, più nascoste."