Quanti di voi ricordano il film Io e Caterina con Alberto Sordi? Correva l’anno 1980. E quanti si sono commossi guardando L’Uomo Bicentenario con Robin Williams e il primo robot positronico nel 1999? Eravamo convinti che nel 2000 le auto avrebbero volato, che avremmo potuto spostarci con la sola forza del pensiero, che saremmo diventati immortali e super intelligenti. E invece il futuro ci ha relegati a essere persone sole, collegate non dal teletrasporto ma da un apparecchietto che è diventata la naturale prosecuzione della nostra mano: lo smartphone. Unica pseudoforma di robotizzazione del nostro corpo che ha mutato il modo di vivere e pensare. E nella musica la più alta forma di robotizzazione è arrivata nella voce grazie all’autotune. Chissà se fra qualche anno nasceranno bambini con questo nuovo organo già trapiantato al proprio interno per essere già pronti a calcare palchi di festival, ad avere successo discografico e a partecipare a programmi tv e scuole di canto, generando un piattume qualitativo senza precedenti. Il figlio di Drake ne è un esempio. Mi aspetto l’autotune allo Zecchino d’Oro con il nuovo coro 4+4+1 di Nora Orlandi. D’altronde oggi la musica è solo immagine e marketing. Suono e canto sono accessori. Si salva in alcuni casi la produzione dei testi al netto degli inni a droghe e gesta criminali. E se poi la grande scuola per giovani emergenti della tv, Amici, premia e sostiene il canto con l’autotune in barba alla richiesta di Lorella Cuccarini e sostenendo la tesi del grande esperto musicale Rudy Zerbi, famoso talent scout ed esperto di musica che parla di “modernità” come se l’essere moderni possa giustificare chi “bara” mediante l’utilizzo di marchingegni artificiali...
Bene: allora in nome della modernità chiudiamo le biblioteche, tanto c’è Wikipedia, andiamo a scuola con le moderne calcolatrici nell’ora di matematica, con i traduttori nell’ora di inglese e con il Maps nell’ora di geografia: è modernità! A proposito di Rudy Zerbi: che fine ha fatto il suo talent Alberto Urso? Forse essendo un cantante dotato di voce naturale Zerbi ha ritenuto abbandonarlo al proprio destino. Una cosa è certa: con il tune anche Zerbi potrebbe essere un cantante e partecipare a Tu si que Vales, non come giudice ma come concorrente. Urso, tra l’altro, diplomato al conservatorio, un altro luogo destinato a morire nella parte in cui si insegna canto. A meno che, per dirla alla Zerbi, non si ammoderni e introduca come strumento vocale l’autotune. Potrebbe essere una idea. A questo punto mi chiedo, come se lo è chiesto Paolo Meneguzzi: perché combattiamo contro l’intelligenza artificiale? Non è modernità anche quella? Almeno ascolteremmo voci perfette. A quel punto l’importanza verrebbe data agli autori e ai compositori che almeno ci mettono del loro nella creatività. Chissà che si arrivi presto a creare tante “Caterine” o tanti Robot Positronici dotati di capacità canore. Sarebbe bello vedere un Sanremo dal canto perfetto e interpretato da robot con sembianze meravigliose e perfette. Sempre meglio di vedere sul palco micro criminali, incapaci e prodotti di una discografia che è il vero cancro, incurabile, della musica.
Comunque oggi buona metà delle voci pop, rap urban italiane e straniere sono totalmente sintetiche, e aiutate nella intonazione digitalmente sia in studio che sui palchi e come ho spesso detto (e anche fatto come manager) il successo del cantante pop uomo è esclusivamente legato al personaggio molto di più di quanto lo sia alle sue effettive doti canore. Si è completamente persa la ricerca del bel canto e si pensa solo allo spettacolo e all'orecchiabilità. Il pubblico non è più lo stesso: sono ragazzini per lo più invaghiti del modello che l’artista sul palco rappresenta. "Il pubblico vuole essere protagonista" e con gli artefici la strada diventa facile per tutti.
Sarà poi un caso che si salvano solo alcune donne, per lo più interpreti, perché non avendo alcuna capacità di scrittura valorizzano la propria arte sforzandosi di cantare con una bella impostazione e con una voce spesso di gran lunga superiore a quella degli uomini; come a dire che oltre la bellezza ci sono anche doti canore elevate. Mina ne è stata un esempio, Giorgia e Pausini idem. Ma che fortuna hanno oggi nelle loro carriere? Asfaltate da Baby Gang e Simba la Rue o da Sfera o da altri fenomeni del tune. Certo non bisogna fare di tutta un’erba un fascio; c’è chi riempie le tasche dei vocal coach più disparati sforzandosi di trovare un rimedio alla propria intonazione e molti ce la fanno e andrebbero premiati. Lo stile di vita, la nutrizione sono poi elementi che un professionista dovrebbe prendere seriamente in considerazione se è davvero il cantante il mestiere che vuol fare per tutta la vita. Ho avuto la fortuna di discutere di nutrizione e voce con la dottoressa Ilenia Grieco ed ecco alcune delle sue interessanti risposte.
Dottoressa Ilenia, ma la pancia può anche “cantare”?
La pancia può cantare sottovoce o urlare. Mi spiego meglio: nella rieducazione alimentare in ambito vocale, spesso mi ritrovo a dover chiamare in soccorso due figure “in incognito”, lo psicologo e l’osteopata. Quando si trattengono emozioni, la respirazione spesso è bloccata, l’addome è contratto, gonfio e dolorante. Disagi che limitano la performance e influiscono anche sulla voce.
Sappiamo bene che un ruolo importante nella funzione vocale ce l’hanno le mucose. Quali sono gli accorgimenti per una buona cura e per agevolare la funzione delle mucose nel canto?
Evitare cibi che potrebbero causare reflusso come agrumi, cioccolato, pomodori, bevande gassate e caffè. Evitare cibi eccessivamente salati che potrebbero causare la disidratazione delle mucose e delle corde vocali. Idratarsi correttamente preferendo l’acqua naturale a temperatura ambiente a quella frizzante, soprattutto poco prima dell’esibizione. Evitare i latticini perché come il cioccolato, gli agrumi e il caffè potrebbero causare la produzione di muchi.
La secchezza della voce, cosi come l’eccessiva produzione di muco o peggio ancora il reflusso, possono causare seri problemi alla voce, quali e come porvi rimedio?
Evitare cibi grassi e troppo elaborati, fritture e carne trasformata perché potrebbero causare reflusso gastroesofageo. È possibile consumare tisane a base di erisimo e addolcirle con un cucchiaino di miele, consumare verdura e frutta (tranne quella che potrebbe causare acidità di stomaco). Fare piccoli pasti ed evitare le abbuffate. Consumare alimenti ricchi di beta carotene, un toccasana per le corde vocali. Mangiare almeno due ore prima dell’esibizione e preferire un piatto a base di carboidrati ad uno a base di carne perché la digestione proteica è più lenta.
Il ricorso all’erisimo che spesso molti artisti utilizzano per il miglioramento della prestazione canora è effettivamente utile?
L’erisimo, dal nome scientifico: Erysimum officinale, è da sempre, una delle migliori sostanze che la natura ha offerto all’uomo per migliorare la voce. Questa pianta è stata anche denominata l’erba dei cantanti. Chi canta fa della voce la sua professione, quindi è importante che cerchi di conservarla e migliorarla il più possibile. L’erisimo contiene sostanze solforose, ha un effetto antinfiammatorio e migliora pure la ventilazione polmonare. Agisce in modo sinergico con la liquirizia e con l’inula helenium. Quest’ultimo vegetale ha come principio attivo l’elenina, che migliora le bronchiti da raffreddamento.
Quali sono i consigli che sente di dover dare a chi, cantanti, speaker o comunque professionisti che utilizzano in modo prevalente la voce come strumento di lavoro, deve saper coltivare questo prezioso dono anche attraverso una sana e corretta alimentazione?
Rispettare il timing dei pasti, curare la respirazione diaframmatica e quindi adeguare l’alimentazione
Quanta conoscenza c’è nel mondo artistico circa il rapporto tra voce e nutrizione?
Poca, purtroppo. Spesso i consigli alimentari vengono dati da foniatri che hanno delle conoscenze molto limitate in materia. Mi sono trovata a dover rieducare la voce di alcuni opera singer e speaker radiofonici, partendo proprio dall’alimentazione.
Come si può prendere cura della propria voce anche a tavola specie a ridosso di un tour, un festival, una importante rassegna o banalmente quando si va in studio di registrazione per incidere un brano o un album?
Le due parole chiave sono: costanza e metodo. In vista di una performance è importante preparare il corpo, nutrendolo ed educandolo in modo corretto. Se si deve andare in scena a ora di pranzo o cena per esempio, consiglio di consumare il pasto almeno due ore prima dalla performance, un piatto di pasta corta (si assimila più rapidamente rispetto a quella lunga) con verdure. La sera evitare cibi pesanti come fritture o formaggi/salumi che potrebbero causare una digestione lenta con il rischio di svegliarsi la mattina seguente con la classica sensazione della bocca amara, costringendo il più delle volte il cantante a ricorrere all’uso di inibitori della pompa protonica (farmaci antireflusso, Gaviscon per intenderci). Non bere alcol, non bere caffè e bibite zuccherate, potrebbero causare disidratazione delle corde vocali e causare eruttazioni/strozzare la voce. Evitare cibi salati perché il sale disidrata le corde vocali.
Sappiamo bene che esiste un forte rapporto tra canto e psicologia, c'è un forte legame. Ma l’alimentazione può essere il giusto trade union in questo stretto legame?
Si, perché spesso nelle canzoni si parla di stati d’animo, disagi, sogni, desideri. Non sempre l’artista è una persona serena e felice anzi, il più delle volte si nasconde dietro alcol, cibo spazzatura e abitudini sbagliate che incidono negativamente anche sulla voce.
L’intonazione ha anch’essa una stretta relazione con la nutrizione?
Seguendo una corretta alimentazione anche la respirazione migliora e quindi anche l’intonazione.