Grevi, beceri, volgarissimi, inguardabili. Questi sono solo alcuni degli aggettivi, e nemmeno i più pesanti, con cui I Soliti Idioti, duo comico composto da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, venivano definiti ai tempi del loro massimo splendore creativo, ossia dal 2009 al 2012, quando hanno sfornato le quattro stagioni omonime dei loro scorrettissimi sketch andati in onda su Mtv. Eravamo in tanti, però, ad amarli così com'erano. Anzi, proprio per come erano. Chi all'epoca aveva 20 anni o li deprecava o conosceva a memoria ogni loro battuta e non perdeva occasione per citarli durante i sabato sera con gli amici. "Dica... Un attimo e sono subito da lei", "E dov'è Gesù?", "Mamma esco!", "È normale, Marialuce, normalissimo!", "Cosa c'è, Protti? Ho il trucco sbavato?", sono tutte catchphrase che l'annuncio della reunion ci ha riportato alla memoria senza nemmeno dover googlare. Se non sapete di cosa stiamo parlando, ecco la mirabolante (e catastrofica) storia dei Soliti Idioti: da Mtv al Festival di Sanremo fino al grande schermo (con tre film) e un tonfo finale che ha distrutto la loro carriera, nonché l'amicizia pluridecennale che li legava, proprio all'apice del successo. Ok, ma chi cazzo sono I Soliti Idioti?
Nati entrambi come vj di Mtv, per un lungo periodo Mandelli si faceva chiamare "Il Non Giovane" o "Il Nongio", è proprio lì che si sono incontrati decidendo, dopo qualche anno di amicizia di ispirarsi a Little Britain per mettere su un duo comico che sembrava nato apposta per far incazzare un po' tutti. C'erano sketch come "Il rinnovamento della Chiesa" in cui Padre Boy e Padre Giorgio si domandavano dove fosse Gesù nel cuore degli italiani proponendo al Papa nuovi metodi per riavvicinare i fedeli come riscrivere la Bibbia e ribatezzarla "Rebibbia". I riferimenti a una nemmeno troppo latente omosessualità erano chiari ed evidenti sin dai nomi dei personaggi. D'altra parte, non male gli atroci bimbetti di "Mamma esco" che, appunto, uscivano di casa annunciando di andare a dare fuoco ai senzatetto, sposarsi col demonio e altre allegre marachelle, ricevendo perennemente l'annoiato nulla osta dei genitori. Mentre "I Moralisti", pionieri degli hipster radical chic, si aggiravano per Parco Sempione scandalizzandosi alla vista di poveri, gay, come di chiunque non facesse parte della loro "normalità", la coppia di omosessuali era meravigliosamente tossica (uno dei due era sempre scostante e scocciato, l'altro innamoratissimo e succube) ma andava in giro a rivendicare indefessamente diritti civili fondamentali come saltare la fila al supermercato e acquistare test di gravidanza di coppia. La Ministra e la Dottoressa "col trucco sbavato" (da una vistosa svirgola di sperma a lato della bocca) erano proprio di un altro campionato. Nulla di tutto questo potrebbe essere trasmesso oggi senza creare grandissimi scandali e dibattiti. E anche allora non mancarono polemiche.
Visto il successo della scorrettissima serie, I soliti Idioti nel 2011 sbarcarono al cinema con un omonimo primo film incentrato sulle grottesche vicende di Ruggero De Ceglie e del figlio Gianluca. La pellicola si limitava a riproporre gli sketch più celebri del duo, tra cui il tormentone "Dai cazzo, Gianluca!", lasciando spazio solo marginale agli altri personaggi considerati, con ogni probabilità, troppo borderline per il target mainstream del progetto. Progetto che, in ogni caso, fu un successo. Tanto che un illuminato Gianni Morandi, all'epoca conduttore del Festival di Sanremo, li volle sul palco dell'Ariston nel 2012 come ospiti comici. I due si presentarono con uno sketch sulla coppia di omosessuali a cui già avevano abituato il giovane pubblico di Mtv. Si fecero sposare dal conduttore (su Rai 1!) provocando l'ira delle associazioni LGBTQAI+ (che ai tempi non si chiamavano così) per una serie di battute grevi sul mondo rainbow. "Pretendiamo delle scuse", proclamarono compatti pressoché tutti i circoli ArciGay d'Italia. Scuse che non arrivarono, anche perché l'intento satirico e il messaggio di sostegno alla causa erano così scontato da non aver bisogno di ulteriori parole. In compenso, I Soliti Idioti sfornarono un sequel cinematografico proprio in quello stesso 2012. Non eguagliò i fasti del primo, ma nemmeno fu un flop. Poi, la catastrofe.
Nel 2015 Biggio e Mandelli, stufi di continuare a restare legati a "I Soliti Idioti", si presentano nuovamente al Festival di Sanremo con i loro nomi e cognomi. Stavolta in gara con il brano "Vita d'Inferno", atto a lanciare il terzo film: "La solita commedia - Inferno", ideale primo capitolo di una trilogia comica su nientemeno che la Commedia dantesca. Non funzionò. Al punto che i due, dopo il flop, litigarono furiosamente, smisero di rivolgersi la parola per anni e anni e portano avanti carriere "soliste". Questo fino al fulmine a ciel sereno che ci è piombato sulla collottola in una calda giornata d'agosto 2022: Biggio e Mandelli hanno fatto pace e, anzi, stanno lavorando a una nuova serie de I Soliti Idioti prevista per il 2023 "anche se ancora non sappiamo dove andrà in onda".
Vedere due amici che tornano a essere tali è già di per sé una bella notizia - lasciateci essere sentimentali, per una volta. Ma qui c'è di più: se è vero che c'è chi li ha sempre amati e chi cambiava canale alla sola vista di questi due gretti degenerati, entrambe le fazioni non potranno comunque resistere alla tentazione di dare un occhio a cosa combinerà di nuovo questa coppia di soggetti da sempre fuori da qualsiasi schema. È Mandelli ad anticipare che, oltre a Ruggero e Gianluca De Ceglie (Padre e Figlio) difficilmente rivedremo gli altri personaggi storici della serie, anzi di sicuro non torneranno gli omosessuali. Una prece. In compenso, ce ne saranno di nuovi: "C’è una famiglia di scimmie che ordina una sacco di cose su Amazon, ma solo per scartarle e fare spazzatura. Si eccitano proprio nell’ordinare gli oggetti che poi non usano. Li scartano e fine", svela l'ex Nongio. Possiamo nutrire le prime speranze per una comicità (che Mefisto sia lodato) davvero politicamente scorretta?
Soliti Idioti, ve lo diciamo con parole vostre perché siamo così felici del vostro annunciato ritorno che non potremmo reggere una delusione: "A come Amore, B come Bottone, C come Canzone D Dai cazzo ragazzi, non fate i fiodena!"