Se uno vede la coda si immagina la bestia. Stavolta no. Il flop al botteghinodel film The Marvels fa gridare alla fine dell’universo di supereroi sul grande schermo. Finisce un’era? Domanda fatta senza annusare le orme e senza guardare, appunto, la coda. La fine del Mcu è un fantasy. I pessimi risultati di The Marvels, invece, ci dicono altro. Non è un mondo per femministe. Un qualunque appassionato dei fumetti saprà smentire la favola delle storie per soli uomini, ma i film sono un’altra cosa. C’è quell’assertività virile che oggi le femministe odiano, la risposta muscolare a ogni problema. Altro che diplomazia, Hulk spacca. Lunga vita a Iron Man e a Captain America, ma più a Iron Man, che non sfida lo Stato americano quando non ce n’è bisogno. Evviva Visione, una saggezza che sa anche distruggere, come quella di Federico II. Le donne invece…
Le donne no. Con la fine degli Avengers i tentativi del Mcu di rigenerarsi sono andati via via degradando. Il più epico dei tentativi è stato Gli Eterni, un fallimento che nonostante tutto si fa ancora vedere. Ma poi il germe dell’inclusività sembra aver superato i limiti che persino un mercato tanto liquido come quello dell’industria cinematografica americana non può permettersi di infrangere. Perché va bene tutto, ma un film di supereroine, un film senza eroi, non può essere niente. È un tentativo di costruire un mito senza storia, senza un patrimonio di simboli che il tipico fan dell’universo Marvel ha assorbito e persino ereditato da generazioni di padri, più che di madri. E allora è, a tutti gli effetti, un universo di padri spirituali. Non a caso la serie Loki va molto meglio dei film postcoloniali.
Alcuni registi, come Ridley Scott e Martin Scorsese, hanno criticato la Marvel: “Non è cinema”. Nonostante Avengers: Endgame sia un esempio migliore della settima arte nel Ventunesimo secolo. Meglio di The Irishman sicuramente. Gli Eterni dimostra anche che un regista premiato, in questo caso Chloé Zhao, non è detto sappia dirigere un film di supereroi. Ma se è difficile fare bei film di supereroi, è anche difficile provare a rivoluzionarli. Non bastano tre pussy riot dopate di poteri per farci dimenticare di Tony Stark. La verità è che le supereroine non funzionano, soprattutto se nascondono nel diario una cartolina di Hillary Clinton o Kamala Harris come riferimento. Piuttosto, Disney dovrebbe provare un nuovo modello di eroina, magari una trumpiana o, ancora meglio, una berlusconiana.