Avere due lauree un tempo significava averne una in filosofia e una in economia, una in lettere e una in fisica. Le orecchie degli italiani non obbediscono ai diktat ministeriali e sentir dire “ho due lauree” porta ancora a immaginarsi due titoli per due materie diverse, non una triennale e una magistrale. Anita Olivieri non ha una laurea in più di Cacciari, o due in più di De André. Quindi non dovreste pretendere da lei più di quanto pretendiate dai vostri figli o da voi stessi. In una casa monitorata minuto per minuto, quella del Grande Fratello, Anita fa due gaffe. La prima: Schopenhauer diventa un compositore che concilia il sonno. Lo scandalo divampa. È l’incendio dei piromani del web, non dei melomani però, che avranno perdonato alla Olivieri la quasi omofonia tra il nome del filosofo tedesco e Chopin. Ma i tanti Sossio Giametta di Twitter non ce la fanno proprio e si strappano i quarantamila caratteri dal cervello per buttarli nell’universo virtuale. Nonostante l’errore della Olivieri sia del tutto perdonabile. Secondo errore: in conversazione con l’amabile Mughini, Anita chiede quale libro abbia colpito di recente l’intellettuale. La risposta: “Un libro scritto da un grande autore che ha studiato a fondo le Brigate Rosse, in particolare la loro presenza a Genova”. Al ché, incuriosita dal tema, Anita chiede: “Era un brigadiere?”. Sipario.
Prima lezione: chi guarda Grande Fratello saprebbe discutere di terrorismo rosso e dei Parerga e paralipomena. Seconda lezione: una laura in Scienze politiche non è una laurea in tutto. Terza lezione: Mughini legge cose abbastanza noiose. L’ultima lezione è una battuta, la seconda una banalità, la prima evidentemente falsa. Allora bisogna chiedersi perché ci si scaldi così tanto per degli errori normalissimi, che normali non dovrebbero essere ma, sai, le cose oggi vanno così. Prima ipotesi antropologica: Anita si è vantata, pare, delle sue lauree e ora dimostra di non essere poi così colta; “chi si loda si sbroda”. Seconda ipotesi antropologica: Anita si è vantata, pare, delle sue lauree e ora che ha commesso un errore chi si è sentito toccato nel profondo può gridare che la cultura “non te la dà un pezzo di carta”; invidia sociale. Terza ipotesi antropologica: Anita si è vantata, pare, delle sue due lauree e ora commette due gaffe, non è male essere dall’altra parte della gogna, magari con una mela marcia e un account social da lanciare; psicologia delle masse. Sfortunatamente nessuna di queste tesi prevede che chi critica sia migliore di chi viene criticato. Anche se nessuna di queste esclude che i critici possano aver pensato, di fronte all’inevitabile confronto, che Mughini fosse meglio della criticata. Mughini che se ne andrà dal Gf per completare un libro, speriamo non sulle Brigate Rosse. Anche lui ha fatto qualche gaffe e hanno pesato il tempo di uno yogurt, per usare una metafora di Alfonso Signorini. Gaffe che sembrano confermare sia la seconda che la terza ipotesi antropologica.
Ma ancora non ci capisce che questi casi dovrebbero essere la regola, non l’eccezione. Non basta un Mughini per fare un buon Grande Fratello. Serve il trash. Ed è uno dei motivi per cui Mediaset tenta di ripulire i suoi programmi, salvo poi far rientrare dalla finestra il mostro che si è tentato di combattere, reinserendo i personaggi allevati dalla De Filippi, nella speranza di ravvivare lo spettacolo. Anita Olivieri dovrebbe essere premiata, dovrebbe andare in finale. È trash genuino, originale, ha la marca da bollo del Gf. Indipendentemente dalla scuderia dei programmi di Maria, dopo mesi di noia, la prima serata di Canale 5 può vantare qualche sano prodotto dal programma. Ascoltatori, non bacchettate chi non potete bacchettare. Esiste ancora il patto con il lettore? E il patto con lo spettatore? Il Grande Fratello è una bella storia ma non una tassa. Quello che vedete accettate di vederlo e dovreste accettarne le leggi di natura e l’ignoranza che riflette la vostra. A meno che la vostra indignazione non sia parte dello spettacolo, cosa chiara a tutti tranne a voi, se vi indignate davvero, che ancora non avete strappato il velo di Maya.