A distanza di qualche giorno continua l'eco mediatico dell'intervento di Papa Francesco al G7. Ormai è lui il vero "Lord of the World" o meglio colui che va a casa dei professionisti dell'odio e condivide la propria idea senza condizionamenti. L'unico personaggio di spessore che invita tutte le religioni del mondo a dialogare per fare la pace. Detto ciò, passa in secondo piano il romanzo di fantascienza distopica scritto da Monsignor Robert Hughes Benson nel 1907. Lo stesso che in realtà il Papa ha raccomandato davanti ai grandi del mondo. “Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica? La politica serve!" è il messaggio condiviso alla platea presente e collegata mentre ricordava il romanzo inglese "The Lord of the world" che al contrario esamina il futuro senza politica. "La società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi" l'analisi del Papa. Tra una riflessione cristiana e l'altra sui timori etici dell'Intelligenza artificiale, dalla Puglia arriva un consiglio di lettura per sotto l'ombrellone. A farlo è proprio un critico contemporaneo di tutto rispetto, all'anagrafe Jorge Mario Bergoglio che oltre ad aver assegnato al libro "Lord of the World" il massimo delle stelline a disposizione, nella recensione ha commentato: "È bello leggerlo, è interessante". Il personaggio principale del romanzo è Giuliano Felsemburgh, carismatico uomo politico super massone, che conquista le folle con la sua moralità. Un libro scritto ai primi del Novecento, ma perfetto ancora oggi. La modernità è vista come un incubo violento e la storia si concentra sul vivere di una piccola famiglia influenzata dal comunismo e di un prete cattolico, padre Percy Franklin, le cui vicissitudini sono le stesse di tutta la Chiesa mondiale. Nel libro viene evidenziato il falso umanitarismo e l’utopia di una Società delle Nazioni. Ciò che attualmente promette la pace in realtà porta solo distruzione e disperazione.
L’uso dell’IA influenzerà nei prossimi mesi e anni ogni relazione sociale. Se da un lato può democratizzare il progresso, può anche creare nuove divisioni se non pensata per portare benefici. "Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica", il riassunto del Papa dal proprio social @Pontifex. La Chiesa è quindi pronta per una profonda riflessione condivisa, sui pericoli di un mondo senza fede e guidata dalle macchine. Come già nel passato, la stessa Chiesa ha nuovamente timori concreti sulla possibilità di arginare e moralizzare la nuova tecnologia e delle loro implicazioni etiche. Anche se in modo differente, lo stesso timore che aleggiava sul mondo prima delle due grandi guerre mondiali. In realtà la Chiesa non è contraria all'IA in sé, ma si dichiara affascinata per le innovazioni e il gran bene che potrebbe fare se usata nel modo migliore. Allo stesso tempo però enfatizza la necessità di uno sviluppo e di un utilizzo responsabili, proteggendo i diritti e la dignità di ogni persona. L'IA potrebbe sostituire molti posti di lavoro, creando disoccupazione e instabilità economica. Questo potrebbe influenzare i lavoratori più vulnerabili, aggravando povertà e tensioni sociali. Di conseguenza un uso non regolamentato potrebbe limitare le libertà individuali e portare a violazioni della dignità umana. Chissà se le parole del Santo Padre potranno essere recepite dai grandi del mondo, solo il passare inesorabile dei mesi e degli anni ci potranno dire se i presagi di Bergoglio si trasformeranno in guerre e distruzione. L'avviso è stato inviato.