Dinner Club è arrivato alla sua terza stagione. Un viaggio tra i piatti che continuano a fare la tradizione culinaria del Paese, le pessime (e dolcissime) battute dello chef più temuto d’Italia, Carlo Cracco, gli aneddoti di una vita legata al cinema di Christian De Sica e molto, molto altro ancora. Dinner club è come una cena tra amici che non si vedono da tanto ma che quando si ritrovano sembrano aver fermato il tempo. “Pane amore e… di Dino Risi è stato il primo film che abbia mai visto”, racconta un emozionato Christian De Sica in una puntata della miniserie. L’attore ha ricordato di quella volta in cui a quattro o cinque anni ha incontrato il cinema. L’ha conosciuto con suo padre dall’altra parte dello schermo, in uno dei capolavori della storia della settima arte. “In sala gridavo a mio padre Vittorio, gli dicevo ‘papà sto qua’ e nessuno rispondeva”.
Rotolando verso il profondo Salento, attraversando Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, i nostri protagonisti (Christian De Sica, Emanuela Fanelli e Rocco Papaleo) hanno avuto l’opportunità di respirare la cultura italiana on the road tra piatti assurdi (come i testicoli del toro), pesca a mani nude, straordinari salumi, sogni condivisi, poeti improvvisati e cozze dolcissime. “Giorno dopo giorno aumenta la meraviglia”, esclama con gioia Rocco Papaleo. E il bello di Dinner Club è esattamente questo: riuscire a spiegare, senza mai scimmiottare, il peso e la ricchezza della Tradizione. Il cibo e la sua storia. Pane, amore e…, per tornare al film di Risi. Sì perché nel format di Prime Video non sono mancate neppure le dichiarazioni d’amore a tavola con Corrado Guzzanti e gli “ambasciatori” del programma Antonio Albanese e Sabrina Ferilli. Insomma, Dinner Club è semplicemente una figata. Una format che funziona e che funzionerebbe al meglio per provare a raccontare l’Italia anche tramite quello che mangiamo (per davvero).