Caro Giuliano,
con merito la scuola da te formata ha conquistato i posti di potere nell’ambito della cultura. Non solo Alessandro Giuli, ma anche Pietrangelo Buttafuoco alla Biennale di Venezia e Annalena Benini al Salone del Libro di Torino. Non sarebbe il caso di riportare un po’ di disordine e caos (non ti inviterei mai a riportare “ordine”) nei tuoi allievi? Ti spiego.
Domenica scorsa, sul quotidiano La Sicilia, nella mia rubrica “Sicilian Comedi”, ho difeso il ministro della Cultura Alessandro Giuli da quanto accaduto durante e dopo i David di Donatello. Oggi, per equidistanza (o per equisprezzatura), fai tu – sprezzatura, non disprezzo – tocca a Giuli. All’osservazione di Massimo Cacciari: “La smetta Giuli con questo complesso di inferiorità che lo danneggia”, il tuo ministro Giuli ha risposto, a mio avviso in manierà impercettibilmente (ma si notava) sguaiata (never complain, never explain): “Complesso di inferiorità io? Ma se vengo dalla scuola del Foglio di Giuliano Ferrara, i più snob del mondo…”
Innanzitutto, e come sai, dovresti spiegare al tuo ministro che “snob” è un aggettivo che proviene proprio da un complesso di inferiorità: “Persona che nell'atteggiamento o nel comportamento ostenta un'aristocratica, spesso eccentrica e non di rado ridicola distinzione e raffinatezza, nel tentativo di identificarsi con una categoria sociale superiore” (Oxford Languages). O come spiega la Treccani: “Il termine viene considerato un'abbreviazione della locuzione latina sine nobilitate («senza nobiltà»)... Tuttavia, tale origine viene ritenuta infondata dal dizionario Treccani, che la attribuisce al termine inglese snob, originariamente “cittadino di basso ceto…”. Ecco, rispetto molto i ciabattini e mi dolgo della loro scomparsa (chi ci aggiusterà le Church’s o le Edward Green...).

Mi spiace che il tuo ministro dia a te, ma anche a chiunque sia stato, anche in maniera inappropriata e infedele e fallimentare, alla tua “scuola” (tipo me). Il ministro della Cultura dovrebbe, per così dire, avere almeno fatto il militare a Cuneo: sbagliarsi su una cosa del genere sembra una gaffe “à la Sangiulianò”.
In secondo luogo, dovresti spiegare al tuo ministro che il giornale più snob di tutti è stato, da sempre, La Repubblica, da te, con sfottò, soprannominata Rep., proprio per il suo atteggiamento “snob” (anche se non mancano, come sai, rari ma importanti esempi di nobiltà in Rep.).
Il tuo ministro sbaglia anche il significato di “chic”, che è un termine parvenu: come sai proviene da “chicane”, cavillo, ed era affibbiato nel diciassettesimo secolo a coloro che, a corte, notavano le minime minuzie per apparire colti e raffinati, quando il vero aristocratico mai è stato “chic”, semmai un po’ délabrée (più “trascurato” sei a corte, più manifesti la vicinanza al Re, lo sanno anche all’asilo). Come ha fatto notare Francesco Merlo (non tra gli snob ma tra i veri aristocratici di Rep.), commentando Giuli accanto a Re Carlo: “Nessun altro uomo delle istituzioni italiane cerca senza trovarla l’eleganza con lo stesso accanimento di Giuli”.
Un ultimo appunto. Date le mie ascendenze non avrei mai scritto per un giornale snob. Per quel poco che vi scrissi (e senz’altro non essendone all’altezza) mi sembrava un giornale “freak” nel senso originale di “capriccio”, “ghiribizzo”, ma anche di “mostri emarginati” perché no? Non faccio nomi perché qualcuno, non avvezzo alla civiltà della conversazione, potrebbe non comprendere e magari offendersi.
Ecco, se tu potessi spiegare quanto sopra al tuo ministro, noi potremmo continuare a ritenerlo simpatico.
Con stima,
Tuo Ottavio.
