Le zanzare, il caldo torrido, il condizionatore rotto, Fabio (Piccol)Rovazzi. Praticamente la semifinale nazionale del fastidio estivo che da oggi, martedì 6 luglio 2021 alle ore 14, ha già incoronato il suo orgoglioso vincitore. Sì, stiamo parlando di Fabio Rovazzi (all’anagrafe Piccolrovazzi) e del nuovo video dell’aspirante hit La mia Felicità in criminoso featuring con Eros Ramazzotti (che, nel clip, griglia costine in maglietta fiorata). Un bel tacer non fu mai cantato, eppure di buoni videoclip (sempre che abbiano ancora un senso oramai) ne sono stati girati parecchi. Purtroppo, non è questo il caso. E il lato visual del brano – consideratane l’insostenibile banalità di testo e produzione musicale - era l’unico elemento che avrebbe potuto scatenare della curiosità in noi poveri morti di caldo arroventati da un’estate di riaperture a singhiozzo. Eppure, eccoci davanti al bigino di una nuova Corazzata Potemkin. Anzi, peggio: il videoclip di Rovazzi tenta così disperatamente di piacere a tutti che riesce nello sconfortante risultato di provocare, nello spettatore medio, un fastidio epidermico. Come quando si individua una zanzara sulla pelle, non si riesce a scacciarla via in tempo e ci si ritrova trafitti a sangue, mentre fuori il caldo è torrido, il condizionatore ha scelto di scioperare e a Eros Ramazzotti in giardino rimangono da grigliare giusto le nostre imprecazioni. Cos’è andato storto?
La lavorazione al progetto è stata faraonica: 150 persone coinvolte (tra cui non si contano feriti, ma, immaginiamo, una buona metà in narcolessia post-traumatica), 7 giorni di riprese in 9 location diverse (immancabile, naturalmente, Los Angeles perché, si sa, Rovazzi è la Marvel italiana anzichenò), effetti speciali d’avanguardia e special guest che strizzano l’occhio alle nostre mamme (Gerry Scotti, Luca Ward, per non parlare dello stesso Eros) come a quelli che potrebbero essere i nostri nipoti (Call of Duty docet), senza dimenticare un furto con scasso allo show di Amazon più fortunato della stagione, Lol, da cui Piccolrovazzi ha scelto di rapire nientemeno che Lillo (per fargli pronunciare una battuta, sì, quella). L’atmosfera da spy comedy conclude una trilogia iniziata nel 2017 con il video di Volare (feat. Gianni Morandi) e proseguita due anni dopo con Senza Pensieri (feat. Loredana Berté & J-Ax). A cadenza biennale, dunque, Piccolrovazzi torna a tormentarci l’estate preciso come un esattore fiscale svizzero, sempre più convinto però di essere un mirabile regista solo per aver fagocitato (e poi rimesso – letteralmente, ma scegliete pure il senso che preferite) quei semi di cultura pop che hanno funzionato nei due anni precedenti. Un ottimo modo per non inventare niente e passare da genio indiscusso. Discutiamolo, invece, per esempio considerando che l’unica volta che il giovane youtuber s’è inventato qualche cosa di proprio conio, a riecheggiare tuttora è solamente l’eco del tonfo epocale che fece al botteghino. Ricordate il film “Il Vegetale”? Ecco, appunto.
Quindi Rovazzi si dà ai corti (ma sono videoclip, Fabio, videoclip!) che vantano la stessa allure di un porno dall’intricatissima trama. Solo che all’inizio, durante e pure alla fine nessuno gode. A ferire particolarmente le retine è un pupazzo, Dru, protagonista del video in quanto creaturina da salvare per riportare la felicità nel mondo (sic), reo di un design talmente manato con la sinistra che manco Howard il Papero dei tempi d’oro. Senza contare che il simpaticissimo Dru sia la copia esatta di Baby Yoda dopo un’indigestione di cereali sottomarca. Carino, vero? Eppure questo obbrobrio scopiazzato con un occhio su Star Wars e l’altro all’acqua che bolle per l’amatriciana, pare venga fuori dal concept artist Christian Cordella che già aveva prestato opera a lungometraggi come Ironman, Suicide Squad, The Shape of Water e tanti altri che non menzioneremo perché l’idea dell’entità della rata del mutuo che si è ritrovato sulla collottola quest’uomo prima di accettare tal fior di collaborazione con Piccolrovazzi ci si impone più che cristallina.
L’unico sospiro di sollievo lo tiriamo sul finale quando, epitaffica, compare la scritta “The End” al posto della classica “To be continued…” a cui il buon Fabio ci aveva abituati. Lo stillicidio di questa trilogia può dirsi quindi concluso e tante care cose a chi si aspettava un risultato pressoché godibile. È appunto questo il problema: l’aspettativa. Da uno come Piccolrovazzi, diventato star del web grazie alla sola forza della propria trascinante creatività, è doveroso aspettarsi qualcosa di più di un pop-mappazzone sbilenco e dall’ipertrofico ego. Altrimenti, rimanesse pure a prestare il volto agli spot delle pastiglie che aiutano a dormire meglio. Visto che gli riesce così bene. Dormire, intendiamo. Mentre noi comuni mortali qua vorremmo divertirci. Per questo all’arietta fresca decantata nel nuovo ritornello di Piccolrovazzi, continueremo a preferire l’Orietta. Quella con le labbra rosse coca cola che fanno incazzare il Codacons, quella che si mette in gioco – davvero - e diventa, a 78 anni suonati, l’originalità più sincera, fresca e imprevedibile. Che Piccolrovazzi continui pure a sognare la Marvel, noi abbiamo altro da ballare. E non in Piccol.