image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

In Sicilia la Liberazione
non c’è mai stata. E ancora oggi
certi politici strizzano l’occhio al fascismo

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

25 aprile 2022

In Sicilia la Liberazione non c’è mai stata. E ancora oggi certi politici strizzano l’occhio al fascismo
Oggi in tutta Italia si festeggia l'anniversario della festa della Liberazione, una ricorrenza nazionale per commemorare la sconfitta del nazifascismo, della sua occupazione e della definitiva caduta del regime fascista. Ma siamo sicuri che l’Italia sia così unita su questa data? A leggere Ottavio Cappellani nella sua Sicilia non è proprio così. Per motivi storici e anche ideologici che sono arrivati ai giorni nostri: a partire dalle ambiguità del presidente della Regione Nello Musumeci e dell’assessore ai Beni Culturali Alberto Samonà

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

In Sicilia la Liberazione non c’è mai stata e anzi ha sancito definitivamente uno stato di schiavitù dei siciliani (aiutata, bisogna dirlo, da una profonda fascistitudine dell’anima ancora più marcata di quella dell’ita(g)liano medio, e anche di quello alto, e anche di quello basso). Qui vicino c’è Cassibile, dove nel ‘43 si firmò l’armistizio, mio padre mi ci portava in visita - ci sono ancora le fondamenta della casetta rurale dove si incontrarono Castellano e Bedell Smith (in altre culture, in altre civiltà, la casetta sarebbe stata ristrutturata, vi si sarebbe fatto un piccolo museo, un luogo della memoria) - e l’unica cosa alla quale mi faceva rendere omaggio era la fine della vergognosa persecuzione contro gli ebrei. Era una gita quasi liturgica, come tutte quelle fatte con mio padre, poche parole che in questa maniera acquistavano importanza e svelavano tutto il resto con il silenzio.

Il motto, in Sicilia, non fu ”arrendersi o perire” pronunciato da Pertini, ma il “non si parte ma indietro non si torna”, con il quale i siciliani si rifiutarono di arruolarsi nell’esercito che combatteva per la liberazione (in Sicilia la lotta fu scaricata sulle spalle degli inglesi). Dovrebbero scrivere questo tutti gli scrittori avvoltolati nei velluti metafisici e polverosi dell’aggattopardamento, che ultimamente fa così chic, come se il siciliano aggattopardato fosse un sofisticato flaneur e non l’imbecille attorniato di cineserie quale effettivamente è. La verità è che il “non si parte, ma indietro non si torna” era il motto perfetto per tenere i siciliani in quella assoluta immobilità che conveniva a tutti. Ai repubblichini che fecero passare il motto come un’adesione passiva alla Repubblica di Salò, dimentichi del “ma indietro non si torna” che sanciva la presa di distanza dal nazifascismo, e fu comodo anche agli alleati, che in Sicilia avevano stretto patti d’oro con la mafia, alleanza che non voleva certo siciliani attivi e svegli e indipendenti e consapevoli. Ed ecco che la Liberazione in Italia sancì la passività nei confronti del nazifascismo (e conseguente orgoglio degli attuali fascisti siciliani) e l’alleanza con la mafia (e conseguente orgoglio di appartenenza mafiosa). Ma che minchia dobbiamo festeggiare?

20220424 122939813 2648
Matteo Salvini e Alberto Samonà

Oggi il presidente della Regione Sicilia è Nello Musumeci, che nel 1986 scrisse un libro in omaggio alla figura di Filippo Anfuso, forse il più filonazista dei fascisti, e nel 2020 parlando del Ventennio lo descrisse come lo descrivono tutti i nostalgici: “Ci furono momenti di buio ma anche tanti momenti di luce, penso alle infrastrutture e al recupero dell’identità culturale”. E infatti oggi il nostro assessore ai Beni Culturali e tale Alberto Samonà, che a trent’anni – dunque manco tanto adolescente - scriveva poesie in onore delle SS, definiti “monaci dell’onore” e non teste di cazzo. Per dovere di cronaca ricopio anche il post in cui Samonà si difende da questi attacchi (ma quale attacco, lui l’ha scritta la poesia): “Leggo un articolo su Il Fatto quotidiano di oggi che mi dipinge come una sorta di pericoloso post-nazista dei miei anni giovanili. Premesso che il nazismo è stato un orrore della storia e va condannato senza appello, è fin troppo facile creare ‘scoop’ quando non vi è alcuno ‘scoop’. Nell’articolo, pubblicato nell’edizione odierna de Il Fatto quotidiano”, infatti, si fa riferimento a un libro di poesie pubblicato circa vent’anni fa, nel quale avevo inserito, a mo’ di elenco, una carrellata di esempi che in varie epoche storiche avevano rappresentato espressioni diverse di riferimenti storici legati a tematiche esoteriche o metafisiche. Un libro, peraltro, che non aveva niente a che vedere con la politica. Fra questi esempi ce n'era uno sul cosiddetto ‘nazismo esoterico’. Nello stesso testo, però, vi erano poesie che parlavano di Islam, del mago britannico Aleister Crowley, di spiritualità ‘New Age’ anni Settanta, di paganesimo antico, di magia, del mistico francese Louis de Saint Martin e di altri svariati esempi, narrati sempre quali testimonianze storiche relative a quel tipo di dinamica”.

La toppa sembra peggio del buco.
In molti abbiamo visto la serie “Hunters”, con Al Pacino, dove a distanza di decennni si cercano i nazisti che si nascondono sotto false identità per prenderli a calci nel culo. Adesso, non dico che bisogna prendere a calci nel culo Samonà (anche se Nello Musumeci ricorda ancora con affetto gli anni giovanili in cui faceva le risse con gli appartenenti ai comuni vicini per questioni di identità), ma quantomeno non nominarlo assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana (considerando anche il fatto che è in quota leghista)? Il 25 andrò a fare visita ai ruderi di Cassibile, celebrerò in silenzio la fine della persecuzione degli ebrei, e poi, liturgicamente, manderò tutti i siciliani affanculo.

More

L’America non è un Paese per vecchi presidenti. Ma Biden è davvero rincoglionito?

di Roberto Croci Roberto Croci

Dazed & Confused

L’America non è un Paese per vecchi presidenti. Ma Biden è davvero rincoglionito?

Il generale Camporini: “La potenza russa? Un bluff come Mussolini”. E così smentisce Quirico e liquida Orsini come “fenomeno televisivo”

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

L'intervista

Il generale Camporini: “La potenza russa? Un bluff come Mussolini”. E così smentisce Quirico e liquida Orsini come “fenomeno televisivo”

Morgan: “I Maneskin mi divertono, anche se gli manca spessore musicale. E poi perché f*ck Putin e non Biden?” E su Scanzi: “L’Italia va male per colpa di quelli come lui, che fa bullismo e disistima”

di Redazione MOW Redazione MOW

Ah, quando c'erano i Bluvertigo...

Morgan: “I Maneskin mi divertono, anche se gli manca spessore musicale. E poi perché f*ck Putin e non Biden?” E su Scanzi: “L’Italia va male per colpa di quelli come lui, che fa bullismo e disistima”

Tag

  • 25 aprile
  • alberto samonà
  • Culture
  • Fascismo
  • festa di liberazione
  • nazismo
  • Nello Musumeci

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…

    di Domenico Agrizzi

    Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…
  • Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

    di Gianmarco Aimi

    Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Prima della guerra a chi fregava della letteratura ucraina? Ecco come gli editori speculano sulla tragedia

di Davide Brullo

Prima della guerra a chi fregava della letteratura ucraina? Ecco come gli editori speculano sulla tragedia
Next Next

Prima della guerra a chi fregava della letteratura ucraina? Ecco...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy