Nel giro di mezza giornata Kanye West ha pubblicato un video in cui piscia su uno dei suoi 21 Grammy Award dopo averlo buttato nel cesso. Si è definito “baby Putin” dopo essersi definito “il nuovo Mosè”. Ha scritto che Michael Jackson è stato ucciso dai media. Ha pubblicato una foto di Prince con “slave” sulla faccia scrivendo “Diamoci dentro fratellone… Tu e Michael siete morti per far sì che noi potessimo vivere”. Ha chiesto a Bono Vox, Paul McCartney, Drake, Kendrick Lamar e Taylor Swift di ritwittarlo, ma senza nemmeno “chiocciolarli” né scriverne il cognome. Ha pubblicato quasi duecento tweet uno dietro l'altro, tra cui 114 contenenti le scansioni di tutti i suoi dieci contratti con Universal, prima di essere bloccato dalla piattaforma per aver pubblicato il numero di telefono di un editor di Forbes (rivista rea di non aver riconosciuto il marito di Kim Kardashian come miliardario) nel caso qualcuno dei suoi fan volesse chiamare un “suprematista bianco”. Kanye West probabilmente è pazzo (probabilmente senza probabilmente), ma, posto che non sarà il nuovo presidente pazzo degli Stati Uniti di cui nessuno sente il bisogno, in molti (non necessariamente suoi estimatori) sperano che possa essere il pazzo in grado di scardinare alcune delle storture dell’industria musicale.
La tesi di Kanye West è che i musicisti (anche quelli di enorme successo come lui) in realtà avrebbero poco o nessun potere, perché le etichette discografiche possiederebbero tutto il loro lavoro. Per questo “Ye” ha preso di mira le sue etichette Universal e Sony e ha promesso di non pubblicare più nuova musica fino a quando non si sia liberato dai suoi contratti in essere. West ha definito l’industria musicale e (chissà per quale ragione) l’Nba le “navi negriere dei giorni nostri”. Il rapper in particolare è infuriato per il fatto che la maggior parte degli artisti non possiede i propri “master” (sostanzialmente, i diritti sulle proprie registrazioni): “Ci siamo abituati a non avere ciò che ci meritiamo... Loro [le etichette discografiche] ci permettono di avere un po’ di soldi dai tour, qualche catena d’oro, un po’ di alcol, qualche ragazza e numeri falsi che alimentano il nostro ego... Ma non possediamo i nostri master”. E poi: “Quando firmi un contratto musicale, cedi i tuoi diritti. Senza i master non puoi fare nulla con la tua musica. Qualcun altro controlla dove viene riprodotta e quando viene riprodotta. Gli artisti non hanno nulla eccetto la fama, i tour e il merchandising”. Non proprio pochissimo, nel caso di uno come West, per il quale però “l'artista merita di possedere i propri master… Gli artisti stanno morendo di fame senza i tour... Otterrò i nostri master... Per tutti gli artisti... Pregate per me”. Ye è convinto che grazie a lui tutti gli artisti saranno liberi: “È un momento che sta per cambiare per sempre l'industria della musica... Mi sento così onorato e benedetto che Dio mi abbia messo in una posizione abbastanza forte per farlo... Continuate tutti a pregare... Sta funzionando... Sono in ginocchio questa mattina”.
In passato già Taylor Swift, storica “nemesi” di Kanye West, aveva sollevato pubblicamente la questione dei diritti: nel 2018 quasi tutti i suoi master sono stati acquisiti dal manager Scooter Braun in un’operazione da 300 milioni di dollari. Kanye ovviamente è convinto che i suoi, di master, valgano di più: “Per favore, ricopritemi di preghiere… Sono una delle persone più famose del pianeta e la Universal non mi vuole dire quanto costano i miei master perché sanno che me li posso permettere… Black masters matter”. E ha aggiunto: “Farò tutto ciò che è in mio potere legale e userò la mia voce fino a quando tutti i contratti degli artisti non saranno cambiati, iniziando dall'ottenere i miei master per i miei figli. Non mi fermerò, ve lo prometto. So essere meschino e andare molto sul personale”. Quanto alla pazzia, West ha twittato: “Insultavamo Michael Jackson, i media ce lo hanno fatto chiamare pazzo… Poi l’hanno ucciso”. Perché, secondo Kanye, “i media provano a uccidere i nostri eroi uno alla volta”. Dopodiché il sedicente “aka baby Putin” ha pubblicato il video in cui piscia sul Grammy nel cesso scrivendo ancora “Fidatevi… Non mi fermerò”. Preparate i pop corn. E gli ombrelli, a meno che non vi piaccia la pioggia dorata.