image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

L’avete voluta l’autofiction? E adesso vi beccate il libro del generale Vannacci primo in classifica su Amazon. Il mondo al contrario? Solo per chi non sa come funziona il mondo reale

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

21 agosto 2023

L’avete voluta l’autofiction? E adesso vi beccate il libro del generale Vannacci primo in classifica su Amazon. Il mondo al contrario? Solo per chi non sa come funziona il mondo reale
L’avete voluta l’autofiction? E adesso vi beccate il generale Vannacci in testa alla classifica di Amazon con il suo “Il mondo al contrario”. Mentre i circoli letterari si sorprendono per questo fenomeno, altri salutano con favore un libro finalmente contro il “Pensiero unico”. Per Ottavio Cappellani hanno torto marcio entrambe le fazioni. Ecco perché

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

L’avete voluta l’autofiction? E adesso vi sucate il generale al primo posto: “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci è infatti ancora saldo in testa alla classifica Amazon. Una riflessione esclusivamente letteraria bisognerà pur farla, per adesso l’unica recensione pervenuta è quella di Roberto D’Agostino dalle pagine di Dagospia, tutti gli altri hanno avuto soltanto un profluvio di reazioni pavloviane. Dice: non è che tutti quelli che pubblicano un libro, a proprie spese poi, sono “scrittori”. Può essere, ma lo stile del libro è tra il nicciano e lo stirneriano, ossia un procedere retorico, ipnotico, autocompiacente, quelle qualità, ossia, che permettono a Nietzsche e a Stirner di fare il salto da “pensatori” a “scrittori”, come del resto accade in Cioran, in Benn – certo senza ironia, che poi è lo “stile”, gli scritti “seriosi” invece sono tutti uguali (ma ci torneremo): parliamo di qualità letterarie diversissime e però, credo, sia giusto dire che commercialmente (quanto è importante la classifica oggi?) il generale surclassa gli altri: la qualità non è eccelsa, ma vende di più; gli editori tutti saranno d’accordo con me se non sono ipocriti. Mentre il circolo letterario del paesello si sorprende per questo fenomeno, in tanti esclamano: ma finalmente un libro contro il “Pensiero Unico”. Hanno torto marcio entrambe le fazioni contrapposte, come sempre accade.

Il generale Roberto Vannacci
Il generale Roberto Vannacci

Hanno torto al circolo: a furia di allevare una scrittura politically correct e woke e autoreferenziale (maledetta autofiction, maledettissima), capita che ci siano fette abbondantissime della società la cui esistenza sorprende gli scrittori, che invece non dovrebbero sorprendersi di niente: “E questi da dove saltano fuori?”. A furia di raccontare il loro tinello si sono dimenticati degli altri. Ohibò. Come quando in America gli scrittori liberal, democrat e anche radical scoprirono che aveva vinto Trump: “Ma chi lo ha votato?”.

Ma ancora di più mi piacciono gli scrittori di destra, i vari Buttafuoco, Borgonovo, Veneziani, che erano lì, un po’ anche esaltati che adesso era il loro turno, un po’ alla pecorina al nastro di partenza: lo starter spara e il generale li fotte tutti! Una goduria.

E sbagliano anche gli acquirenti entusiasti del libro che gridano al Pensiero Unico come si gridava al lupo. Ma quale Pensiero Unico. Mammagari ci fosse un Pensiero Unico: si tratta di un pensiero monotono, monocorde, che di unico ha solo la noia. Che poi sia in qualche maniera vincente nel mondo del pensiero, nel mondo delle lettere – stiamo parlando dell’Italia ovviamente, del tutto ininfluente nel panorama letterario internazionale – è una autoipnosi del tutto amichettistica (sempre grazie al marchese Fulvio Abbate per questo nuovo lemma).

Il ministro della difesa Crosetto e il generale Vannacci
Il ministro della difesa Crosetto e il generale Vannacci

Ma da quand’è che il cosiddetto “romanzo sociale” ha smesso di fare il suo dovere? Ha smesso raccontarci l’orrore e le storture e la pazzia e la disumanità e la follia e la depravazione e l’imbecillità e la paura e l’angoscia e i meccanismi cerebrali del pazzo di catena pronto a esplodere? Il “romanzo sociale” - ché poi quel “sociale” è l’unico motivo per cui vale la pena di narrare al posto di chiudersi in più edificanti riflessioni di fisica teorica - è relegato alla letteratura considerata da questi geni letterari engagé come “di genere”: nessuno che si renda conto come il romanzo horror e quello western e quello fantascientifico siano i veri paradigmi per leggere questa epoca. Sapete che Cormac McCarthy è diventato famoso in Italia solo dopo il film dei Coen? I nostri letterati se la fanno al cinema e al posto di leggere Letteratura si leggono tra di loro. Jonathan Franzen buttò il suo vecchio televisore Triniton perché gli toglieva tempo alla lettura. I nostri scrittori dovrebbero buttare i libri dei loro amici.

Altrimenti spunta fuori la testolina del generale (come quella di Jack Nicholson dalla porta in “Shining”) e tutti a urlare come delle fighette (tiè).

Ma dov’è l’Eugene Sue de “I misteri di Parigi”: “Questi uomini hanno costumi propri, proprie femmine, linguaggio particolare, parole misteriose, piene di immagini funeste, di metafore che grondano sangue”, oggi gli scrittori ti fanno accomodare al tavolino di design e ti mostrano i piatti Ikea (a sinistra) il barbecue (a destra).

Così le questioni dell’immigrazione, del coviddi, della “sostituzzzzzzione ettinica”, vengono edulcorate, raccontate in maniera didascalica, con le riflessioni e le note a margine e i giudizi imposti dall’autore: impossibile farne un racconto realista, verista. Impossibile persino perculare, perché la commedia, signori miei, è un genere minore, bisogna essere incazzati a bestia: ma se tu fai il/la/* serios* poi arriva il generale che ti fa il serioso e mezzo.

Che poi da noi la “seriosità” ha sempre portato ai balconi, mentre l’unico genere che è riuscito a raccontare il belpaese con un minimo di lucidità è stata la commedia (all’italiana, che discende dal neorealismo, appunto). E infatti in questi giorni sono gli autori cinematografici e gli scrittori di commedie a parlare dell’assurdità del politically correct (Carlo Verdone, Luca Bizzarri contro Selvaggia Lucarelli) e chi non vede la stretta connessione tra questo dibattito e quello sul libro di del generale non ci fa ma senz’altro c’è.

È bellissimo vedere o leggere che un argomento squisitamente letterario, come l’uso delle parole, sia al momento come la fessa in mano ’e ccreature: Donzelli contro Crosetto contro gli scrittori di sinistra e di destra, gente che magari non legge, che non sa, che non capisce, che forse non può capire. Finché qualcuno non riesce a spiegarglielo. Ma chi ci riesce?

More

Il generale Vannacci contro i gay? Clizia De Rossi: “Ma se nella sua caserma il rituale di benvenuto era...”

di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

A grande richiesta

Il generale Vannacci contro i gay? Clizia De Rossi: “Ma se nella sua caserma il rituale di benvenuto era...”

Ciao Michela Murgia, “nemica” e Monster Ripper della letteratura. E non rompere troppo a Dio se davvero è maschio…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Restano solo le imitazioni

Ciao Michela Murgia, “nemica” e Monster Ripper della letteratura. E non rompere troppo a Dio se davvero è maschio…

Il trattato sull’Amichettismo di Fulvio Abbate in download gratuito per MOW: “Leggi e diffondi”

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Esclusiva!

Il trattato sull’Amichettismo di Fulvio Abbate in download gratuito per MOW: “Leggi e diffondi”

Tag

  • Libri
  • Letteratura
  • Polemica
  • Amazon

Top Stories

  • E visto che Beatrice Venezi non va bene al Teatro La Fenice vi lanciamo la candidatura di Elio con Fulvio Abbate

    di Fulvio Abbate

    E visto che Beatrice Venezi non va bene al Teatro La Fenice vi lanciamo la candidatura di Elio con Fulvio Abbate
  • Gli intellettualoni parlano di Beatrice Venezi per attaccare Giorgia Meloni, ma se a qualcuno fregasse davvero dell’opera ora farebbero le barricate per la nostra inchiesta sul San Carlo

    di Riccardo Canaletti

    Gli intellettualoni parlano di Beatrice Venezi per attaccare Giorgia Meloni, ma se a qualcuno fregasse davvero dell’opera ora farebbero le barricate per la nostra inchiesta sul San Carlo
  • Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)

    di Riccardo Canaletti

    Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)
  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...

    di Matteo Cassol

    E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...
  • Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

    di Leonardo Caffo

    Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Che palle la retorica della maternità a ogni costo: ci casca anche Michela Marzano

di Jenny Giordano

Che palle la retorica della maternità a ogni costo: ci casca anche Michela Marzano
Next Next

Che palle la retorica della maternità a ogni costo: ci casca...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy