La notizia secca è questa qui: siamo negli USA dove il consiglio scolastico della contea di McMinn nel Tennessee ha rimosso dal piano di studi di alcune classi di terza media Maus, il fumetto vincitore di un premio Pulitzer (1992) scritto e disegnato da Art Spiegelman. Il lavoro di Spiegelman racconta attraverso un’antropomorfizzazione di gatti (i nazisti) e topi (gli ebrei) la tragedia dell’Olocausto. Più in particolare l’autore racconta la storia di suo padre e sua madre dando vita a un libro che è tante cose insieme: memoir, storia, saga famigliare e giornalismo. Insomma a inizio anni Novanta in pochi ancora lo comprendevano ma Spiegelman stava cambiando definitivamente la storia del fumetto mondiale con un testo delicato e struggente capace di mettere in risalto tutte le potenzialità del fumetto che (forse) per la prima volta iniziava ad essere visto per quello che poi è e cioè un linguaggio e non un genere. Il motivo del bando sarebbe da attribuire alla presenza di "linguaggio scurrile" e di immagini di donne nude inadatte a studenti di quell’età, ma è una motivazione che non regge. Qualsiasi tredicenne (statunitense o meno) vede quotidianamente immagini più volente e più sessualmente esplicite di quelle contenute in Maus. Stesso discorso per il linguaggio.
Perché allora questa scelta? Troppo facile (ma la mela quando cade si comincia a cercare vicino all’albero) attribuire le cause di una simile decisione alla storia dello stato americano. Per dirne solo alcune il Tennessee ha dato i natali a Ku Klux Klan, ci sono molti esponenti della nuova destra – la cosiddetta alt right - americana, quella fatta di estremisti ed è uno stato governato dal 1996 (ininterrottamente) da repubblicani. È possibile quindi cercare in questo substrato culturale le motivazioni di una simile e assurda decisione che cancella di fatto anche le radici degli Stati Uniti d’America che – non avendo per definizione delle vere e proprie radici – sono tutto e niente. Sono ovunque e da nessuna parte. La storia di molte donne e molti uomini deportati durante il nazismo sono diventate storie di americani che hanno visto nell’altra sponda dell’Atlantico quel mondo nuovo che cercavano. L’alternativa da scambiare con quell’Europa che aveva tolto loro affetti, vite e amori. Bandire un libro del genere negli Stati Uniti significa bruciare anche un pezzo di gloriosa storia americana e questo, pure se non lo capiscono, è un danno che i nazisti del Tennessee (come li avrebbero chiamati Jack ed Elwood Blues) fanno pure a loro stessi.
In un momento storico in cui si fa passare la necessità di vaccinarsi come un’imposizione nazista la lettura di Maus sarebbe illuminante e accenderebbe tante menti intorpidite dai social e dalle fake news. Chissà se da qualche parte in Italia, qualche professore non decida di far leggere Maus ai suoi studenti, partendo proprio da questo incidente americano? Intanto, morale della favola, il bando di Maus ha provocato l'ascesa del libro nelle hit parade dei bestseller su Amazon dove occupa attualmente il primo posto nella categoria dei libri di storia. Un fumetto con topi, gatti e qualche nudo. Ma pensa te.