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La donna che insegna i mass media ai potenti: “Ecco come non fare la fine di Salvini in Polonia”

  • di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

11 marzo 2022

La donna che insegna i mass media ai potenti: “Ecco come non fare la fine di Salvini in Polonia”
Come evitare pessime figure TV alla Matteo Salvini in pubblica piazza polacca? Come funzionano i mass media? Cosa interessa a quei cagnacci (o cagnolini) della stampa? Lo spiega in dettaglio una donna che la sa lunga: Veronica Crippa, giornalista ed esperta di mass media, nonché motociclista ed esempio di fempower all'italiana, che ha pubblicato "Corso pratico di media training: come farti intervistare e citare dai media". A MOW racconta succosi aneddoti delle proprie esperienze come "coach" di politici, amministratori delegati e altri inquilini della stanza dei bottoni

di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

Il libro è fresco di stampa e firmato da Veronica Crippa, affascinante professionista 40enne con un ventennio di esperienza nel circo mediatico, che spiega i mezzi di comunicazione di massa in modo concreto e si rivolge principalmente ai "potenti". Come diffondere notizie intressanti per l’attenzione dei media? Come si può essere preparati a spinose domande o crisi mediatiche? Come evitare la magra figura in mondovisione di Matteo Salvini in Polonia e soprattutto perché le aziende sponsor e i loghi cuciti sulla giacca, hanno pagato solo per sfigurare? Su Amazon c'è il saggio con le risposte e si intitola Corso pratico di Media Training. Qui su MOW ospitiamo l'intervista all'autrice con tanto di dettagli, croccanti e inediti, su parecchi nomi noti della Penisola. 

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Una copia del saggio di Veronica Crippa

Ci può spiegare cos'è il suo lavoro e perché è utile nel XXI secolo?

Cos'è il mio lavoro è difficile spiegarlo, soprattutto alla generazione boomer: ho 22 anni di lavoro alle spalle come giornalista, portavoce e nel ruolo di ufficio stampa. E oggi, sebbene viviamo nel villaggio globale e nella società dell'informazione, molte persone non sanno esattaemente che lavoro c’è dietro a ciò che vedono apparire in televisione, leggono sui giornali, sullo schermo del proprio telefono, sui siti delle testate giornalistiche. O ggi è limitata la capacità di attenzione di chiunque e viviamo nella società dell'informazione continua: l'overdose e il flusso di notizie nei mass media è esponenziale e ovviamente ininterrotto.

Ha iniziato a lavorare come giornalista? 
In realtà volevo fare l’archeologa, ma sono finita a fare la giornalista di cronaca in una tv locale. Primo servizio: un tizio morto incaprettato. Secondo servizio: protesta dei trattori sulla A4. Nemmeno sapevo che sarei andata con la troupe, ero in gonna e tacchi alti. Primo pezzo scritto per un periodico femminile: «dimmi come lecca il gelato e ti dirò com’è a letto», mi sono presa tanti insulti dal direttore di sessuologia clinica di Roma Tre, che avevo chiamato proprio su consiglio dell’allora caporedattore centrale di Cosmopolitan per avere un parere sul tema. Il mondo dei mass media è un ambiente molto sorprendente, come credo sia evidente a tutti, almeno nel comune ruolo di spettatori e lettori.

Noi di MOW vogliamo leggere notizie dietro le quinte e succulenti, ad esempio lei ha lavorato con tanti politici: ma li sanno usare i mass media?Politici ne ho frequentati di ogni colore: PSI, Margherita, PD, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle. Ho fatto media training, a: consiglieri comunali, sindaci, sottosegretari, ministri. In pochi sanno parlare ai media e quasi tutti sono autoreferenziali. Oppure hanno tante idee, ma parecchio confuse e senza capacità di sintesi. Non capiscono le dinamiche elementari: in tv ci vai se hai qualcosa da dire, il pubblico in studio è il simulacro del pubblico seduto a casa e altre ovvietà. Ho scritto circa una ventina di programmi politici ad oggi. Ma non ve li racconto.

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L'autrice Veronica Crippa con Luigi Di Maio

Lei ha lavorato anche a stretto contatto con esponenti di "politica extraparlamentare", ad esempio con Davide Casaleggio: ci racconta com'è andata?
Lui già di per sé non ha particolari doti di comunicatore, come traspare in video. In più il clima storico e politico di quel periodo era quello che era: lavoravo con l’elmetto sempre calato in testa, metaforicamente. Sono soddisfatta del percorso fatto insieme e gli avevo cucito, dal punto di vista mediatico, un bell’abito, perfetto e coerente per lui, quasi da guru della tecnologia. E per lui ho scritto discorsi e curato interviste: la più memorabile su La Verità, a firma di Mario Giordano, dove Casaleggio dichiarò che il giustizialismo è un’aberrazione culturale e che tra qualche lustro il Parlamento ci esisterà più. 

Ma lei è anche una motociclista e ha curato la comunicazione di Eicma per diversi anni. Anche durante la presidenza di Montante, caso di cronaca dal clamore nazionale.
Sono figlia di un motociclista: mio padre mi ha regalato una KTM in miniatura a 4 anni e ho fatto sterrati, enduro e trial. Al liceo classico arrivavo con un Cocis elaborato, ma durante l'adolescenza mi sono accorta che trovare un fidanzato era dura e sono scesa dai motocicli. L’incarico in Eicma è una mia nemesi e ho cercato di migliorare l’ambiente maschilista per renderlo più inclusivo, in anni in cui non era una tendenza. Per una campagna di EICMA ho scelto una donna in moto e due ragazzi in scooter e all’allora presidente, Antonello Montante, uomo siculo e molto maschilista, è quasi venuto un colpo: sia per la protagonista femminile che per quanto erano vicini i due ragazzi, che forse risultavano ambigui per retrograda mentalità. Non credo me l’abbia mai perdonata, insieme a tante altre cose, ma dai riscontri media in confindustria ANCMA, è un fatto che ne parlarono anche in Brasile.

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E l'episodio più assurdo che le è capitato finora in carriera: ce lo può raccontare?

Ci sono tanti episodi. Ma a voi racconto quello del 2013: l’allora presidente della Provincia di Milano aveva decapitato un numero imprecisato di responsabili dell’ufficio stampa. Sono arrivata nel momento più adatto e per me classico: durante un'indagine per firme false e contestazioni da parte della Corte dei Conti. In più Matteo Renzi e il Ministro Del Rio avevano appena deciso di chiudere le Province. Il momento più assurdo è stato durante quell'esperienza: uno degli assessori, durante un brindisi natalizio e non autorizzato, stappando lo spumante ha centrato in pieno una tela del Settecento in uno dei corridoi di Palazzo Isimbardi. Il Fatto Quotidiano è venuto in possesso da una fonte anonima tra i presenti di una fotografia scattata sul momento più bello ed è nato ovviamente un caso con scandalo e polemica sui media. Dopo giorni a gestire la situazione in bilico tra il ridicolo e il patetico, alla fine un produttore francese di dispositivi per stappaggio sicuro di Champagne e Spumanti, ha ingaggiato l’assessore come testimonial. Davvero è assurdo.

Lei ha lavorato anche con l'agenzia Visverbi di Barbara Castorina e Valentina Fontana, due giornaliste di cui una è anche moglie del volto mediaset Gianluigi Nuzzi. Ma è vero che durante una convention organizzata a Riva del Garda, c'è stato un triangolo in stile Renato Zero, tra: la conturbante Malena, l'eccelso Vittorio Sgarbi e il dissacrante Giuseppe Cruciani?

Ah no, non lo so: lì non c’ero. Me l’hanno solo raccontato, ma no comment. In realtà con Visverbi ho lavorato su altre cose e ho partecipato negli anni successivi all’edizione ligure dell'evento letterario che curano annualmente. Si tratta di una serie di tavole rotonde, che tiene a conclave e rinchiusi in un albergo allettante, molti italiani noti tra cui tanti: giornalisti, imprenditori e personaggi importanti della Penisola. Un evento per riflettere sull’attualità ma, come nelle gite che si facevano ai tempi della scuola, quella è solo la scusa per motivare col lavoro, come sempre il bello avviene dietro le quinte, nei corridoi, tra le stanze. Come le cronache raccontano e pare sia avvenuto in quell'episodio, ma voi siete un media e non posso certo confermare o smentire fatti di cui ho solo letto sui giornali e che non ho seguito per il mio lavoro. La coerenza e prova documentale dei fatti sono un elemento fondamentale per i media ed è ciò che distingue i mezzi di comunicazione di massa, ad esempio dai social media e social network.

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