“She's a woman. Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica” (Rizzoli Lizard, 2024), è il nuovo libro di Ezio Guaitamacchi, nel quale il critico e giornalista musicale racconta le storie di alcune tra le più iconiche Regine della Musica. Donne piene di coraggio, orgoglio e coscienza politica, dall’attivista per i diritti civili Joan Baez a Lady Gaga, passando per Madonna. “Ho voluto raccontare delle storie, non è un libro enciclopedico” ci ha spiegato Guaitamacchi. Testimonianza diretta degli incontri che il critico milanese ha avuto con le grandi artiste della musica negli ultimi 40 anni. E su Patti Smith e Joan Baez…
In She’s a Woman, in pubblicazione non a caso l’8 marzo, ha voluto raccontare le storie di 33 Regine della ,musica, “non necessariamente le più famose, le più brave o le più importanti”, ma, probabilmente, “le più significative in termini di coraggio ed emancipazione, impegno sociopolitico, orgoglio culturale”. Come mai questa scelta e cosa l’ha portato a scrivere questo libro?
Mi è sempre interessata la musica al femminile. Per 10 anni ho diretto dal punto di vista artistico un festival internazionale che si svolgeva in Liguria, a Savona, e si chiamava Just like a Woman, come il classico di Bob Dylan. Sempre nello stesso periodo, per la Fabbri, ho curato una collana di 60 fascicoli con cd incluso, intitolata Le Regine della musica. Dal punto di vista gusto estetico, inoltre, le voci femminili mi hanno sempre colpito e affascinato. Non volevo scrivere un libro enciclopedico perché non è nelle mie corde: sono libri che ho già fatto tanti anni fa, come curatore di collane e di enciclopedie, mentre negli ultimi anni mi sono concentrato sulle storie. In questo caso ho pensato di raccontare delle storie di grandi personaggi della musica al femminile, molte delle quali ho conosciuto. Alcune di queste mi sono state raccontate dalle stesse protagoniste: anziché fare dunque un libro sulle donne nel rock o nel blues, ho pensato che fosse più interessante libro in cui racconto storie di artiste di vari generi musicali, senza una linea cronologica in comune, perché parliamo di regine della musica degli anni ’20 come di popstar attuali come Lady Gaga o Beyoncé. Tutte queste artiste hanno però in comune il coraggio, l’impegno, l’orgoglio, che hanno dimostrato nella loro arte e nella loro vita, creando un'unione tra l’aspetto artistico e le vite, a volte spericolate, a volte coraggiose, di donne che hanno portato in musica i diversi risvolti nel mondo femminile. Naturalmente da una prospettiva maschile, come suggerisce il titolo, perché She’s a Woman è una canzone dei Beatles, ma facendomi aiutare da un molte amiche e collaboratrici, a cominciare da Jessica Testa, che mi ha aiutato nelle ricerche, oltre a una decina di amiche a cui ho fatto leggere i testi. Ho raggruppato le storie in 5 sezioni diverse, suddivise in altrettanti temi, usando dei titoli di canzoni simbolo portate al successo da donne. Come Respect, Piece of My Heart, per quanto riguarda l’amore e il sesso, People Have the Power, per ciò che concerne l’impegno politico, o I Will Survive, capitolo nel quale racconto di abusi e violenze che alcune artiste hanno subito. Per finire c’è una sezione dedicata a quelle artiste che sono state ambasciatrici culturali nel loro Paese, come Miriam Makeba per l’Africa o Mercedes Sosa per il mondo latino-americano.
Hai intervistato alcune di queste grandi artiste. Ci vuole raccontare un aneddoto curioso su un incontro, in particolare, che ha avuto con una di queste Regine della musica?
Ce ne sono molti, perché con molte di loro ho avuto il privilegio e l’opportunità di trascorrere del tempo o di assistere a delle scene particolari. Il primo capitolo del libro riguarda Patti Smith, di cui racconto il lato spirituale, che si percepiva già dal suo secondo disco, Easter. Sia dal punto di vista iconografico, sia nei testi, ci sono infatti molti riferimenti alla religione. C’è un episodio particolare, relativo proprio a Patti Smith, che risale a quando è stata l’ospite principale di un’edizione del festival Just Like a Woman, nel 2007. Avevamo avuto l’opportunità di farla venire il giorno prima del concerto perché riceveva dal Comune di Savona una sorta di onorificenza. Guarda caso la città di Savona è chiamata anche la Città dei Papi, perché ha dato i natali a diversi Pontefici nella storia. Al termine di questa cerimonia istituzionale, ci troviamo a cena in un ristorante che si chiama l’Angolo dei Papi: mentre Lenny Kaye mi racconta della sua intenzione di scrivere un libro sul duo musicale Santo & Johnny, Ferdinando Molteni, allora assessore alla Cultura del Comune di Savona, racconta all’artista americana del miracolo avvenuto il 18 marzo 1536 nella valle del Letimbro, a sette chilometri dal centro della città ligure, quando la Madonna si era palesata a un anziano contadino, Antonio Botta. Dopo quest’apparizione fu costruita una Basilica che conteneva le spoglie di questo contadino. Patti Smith rimane subito folgorata da questo racconto, tanto’è che chiede di recarsi immediatamente in questo luogo, per visitare la Basilica. Erano le 11 di sera, così rimandiamo al mattino di seguente, quando parte questa delegazione un po’ surreale, con i giornalisti locali e istituzioni, e naturalmente Patti Smith e Lenny Kaye. Giunta alla Basilica e accolti dal parroco, ci rechiamo nella cripta dove nel 1536 si dice vi sia stata quest’apparizione. Ricordo che a un certo momento Patti si butta letteralmente per terra, baciando il pavimento.
Un’artista dalle mille sfaccettature, insomma.
Sì, racconto del suo lato spirituale, del suo incontro con il Dalai Lama e il Papa. Patti Smith è potentissima ed energica dal vivo, ma ha un lato molto dolce e aspetti della sua personalità davvero sorprendenti. A cominciare da un’infatuazione totale per Bob Dylan, che è sempre stato il suo idolo, insieme ai Rolling Stones e a Maria Callas. A proposito di quest’ultima, quando lei soggiornava a Milano, voleva dormire in un hotel situato in via Manzoni, a 150 metri da Piazza della Scala, chiedendo la stessa stanza nella quale aveva soggiornato per anni Maria Callas. Quanto all’amore per Dylan, una volta le mostrai la foto di cui parlavo prima, dove era pressoché identica al suo mito, e lei mi disse che non voleva assomigliare a Dylan, ma voleva essere lui. Questo spiega anche il motivo per il quale fu lei a ritirare il Nobel a Stoccolma. Peraltro, come mi ha raccontato lei stessa, avrebbe dovuto far parte della celebre tournée di Dylan Rolling Thunder Revue nel 1975-76: non potè partecipare perché era impegnata nelle registrazioni del suo primo album.
Nel suo libro racconta anche di impegno socio-politico. A cominciare da Joan Baez, una delle donne simbolo degli anni ’60 e del movimento per i diritti civili.
Anche lei l’ho incontrata in tante occasioni. Mi raccontò una volta della sua nota love story con Steve Jobs, fondatore di Apple, alla fine degli anni ’70, quando Jobs era già un imprenditore emergente. Si erano conosciuti a Palo Alto, California, dove entrambi vivevano. Lei mi raccontò che, finita la loro relazione, lei ebbe addirittura il dubbio che lui fosse stato con lei perché era un super fan di Bob Dylan, con il quale Baez ebbe una relazione. Come le disse qualcuno, è l’unica donna che ha visto in mutande Steve Jobs e Bob Dylan. Battuta alla quale lei rispose ‘è vero, ma non nello stesso momento’. Questo per dire che anche Baez, nonostante le apparenze, è una persona molto spiritosa e affettuosa.
Non poteva mancare, nel suo libro, anche uno spazio dedicato alla regina delle popstar, Madonna. Si racconta anche del suo controverso rapporto con la fede e la religione cattolica…
Ho voluto giocare sul nome, parlando della “Madonna degli scandali”. Anche se dal punto di vista musicale non è mai stata la mia cup of tea, come dicono gli inglesi, è sempre stata bravissima a intercettare sottoculture marginali e a renderle pop. È sempre stata molto brava e anche molto coraggiosa. Ha rischiato molto. È questo l’aspetto che mi ha interessato e incuriosito maggiormente: se si parla di emancipazione, lei è stata un precursore totale da questo punto di vista.
Parla anche di una popstar più contemporanea come Beyoncé.
Sì, in relazione al film del 2008 Cadillac Records nel quale lei interpreta il ruolo di Etta James e pellicola della quale è anche co-produttrice. Oltre a cantare da dio, mi era piaciuta moltissimo, e infatti racconto questa storia particolare. Un’altra che nel pubblico e nel privato ha fatto moltissimo. Come Madonna: nonostante un business multi-milionario, ha avuto la capacità di mettere in campo il suo credo sociale e politico.
Lei racconta anche la storia di artiste un po’ maledette, come Nico. Perché a distanza di così tanti anni una figura come la sua riesce ad esercitare un fascino di quel tipo?
Di Nico io cerco di sottolineare il suo essere Femme Fatale, come la canzone che lei cantava con i Velvet Underground. Una Femme Fatale che però sembrava cercare qualcosa che poi non ha mai trovato davvero, nella vita: una donna molto combattuta e problematica da molti punti di vista. Che però aveva un aspetto estetico e un carisma che ha fatto perdere la testa a tantissimi uomini. Un motivo ci sarà, no? Ho cercato di raccontare la sua storia, a cominciare dalle problematiche psicologiche che sfociano in abuso di sostanze varie, che trascinano la persona in una spirale verso il baratro, dove lei peraltro è purtroppo è finita. Mi sono immaginato una scena all’inizio del racconto, basata su un fatto realmente accaduto ma che ho leggermente romanzato. L’episodio racconta di quando lei è a Ibiza, negli ultimi giorni di vita con il figlio avuto da Alain Delon, mentre parla alle amiche del figlio raccontando di quando lei era una Femme Fatale. L’ho voluta ricordare senza entrare troppo nel torbido, pur sottolineando il fatto che Nico ha avuto una vita difficile sin dall’inizio. Una vita - come quella di altre artiste - davvero drammatica. Mi importava maggiormente cercare di capire il personaggio, ascoltando le sue canzoni anche alla luce di questo. Per questo ogni racconto ha due canzoni che si possono ascoltare con il Qrcode, e non si tratta necessariamente dei pezzi più famosi: sono canzoni legate alla storia che io racconto e al carattere della persona per come l’ho percepito io.