Quante volte vi siete trovate di fronte alla galleria sterminata di proposte di Amazon Prime, arrivando alle dieci di sera senza ancora aver scelto niente? Quante volte un film che sembrava quello giusto si è rivelato poi inguardabile? Il catalogo di Amazon Prime conta oltre 17 mila film. Il filosofo Herbert Marcuse avrebbe forse parlato di falsi bisogni, perché non riusciremo mai a vedere tutto il catalogo della piattaforma, neanche metà, neanche la metà della metà (anche perché i titoli vengono sostituiti nel corso del tempo). Ma noi abbiamo provato comunque a stilarvi un elenco di film imperdibili. Ma non i soliti nomi, quelli che trovate all’inizio del catalogo. Abbiamo rinunciato anche a grandi capolavori, ormai classici, come Le Iene di Quentin Tarantino e Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Invece, abbiamo cercato 30 pellicole nascoste, o quasi, ma imperdibili per i veri appassionati. Eccole.
1) Urlo (Rob Epstein , Jeffrey Friedman, 2010)
C’è poco da dire. James Franco interpreta Allen Ginsberg, il poeta americano tra i capostipiti della Beat Generation. Il filma parla della sua giovinezza e del processo al suo editore, Lawrence Ferlinghetti, finito in tribunale nel 1957 per aver pubblicato L’urlo. La chicca della pellicola è la sezione animata, che mette in scena il testo di Ginsberg con forza persuasiva e colori allucinati, degni degli «Hipsters capo d'angelo, bramare l'antico spaccia paradisiaco».
2) Arctic (Joe Penna, 2019)
Una storia di sopravvivenza interpretata da Mads Mikkelsen, il re mida del cinema moderno. Difficile faccia un film di basso livello. Da Valhalla Rising a Un altro giro, i suoi film andrebbero visti anche solo per lui. Tra i migliori attori viventi in circolazione, con un senso della recitazione molto elegante e mai barocco, in nulla. Un attore da cinque stelle su cinque. Poi se il panorama è l’Artico, la bellezza (e la paura) diventa viscerale.
3) True Appaloosa (Conor Woodman, 2015)
Si tratta di un documentario, il primo di questa lista. Un genere che, grazie a figure come Werner Herzog, può essere annoverato senza problemi in una lista di film. In questo caso l’allevatore di cavalli Scott Engstrom vuole dimostrare che la provenienza dei cavalli Appaloosa non sia spagnola, bensì asiatica. Per farlo partirà in un viaggio verso l’Asia centrale, dopo aver visto un cavallo molto simile a un Appaloos, in un programma tv in Kirghizstan. Le pianure, i cavalli, le tende, l’aria che trema pe ril calore, e dei signori (tutto sommato anziani), che viaggiano e attraverso l’Asia alla ricerca di qualcosa che li muove dentro e che non li lascia riposare. Un film la cui trama è la vita stessa, fatta di piccole cose, una passione, un punto fermo nella vita, un obiettivo.
4) The Door (István Szabó, 2012)
Una delle performance migliori di Helen Miller è proprio in questa pellicola ungherese in lingua inglese. Magda, una giovane scrittrice ti talento, si trasferisce con suo marito a Budapest e chiede alla vicina Emerence (la Miller) di fare da governante. Emerence si dimostra subito indipendente e ironica nei confronti della coppia, e non sembra essere molto attenta all’etichetta, trattato i suoi datori di lavoro come pari. Un carattere spigoloso, che si esprime a pieno nella scelta di non fare entrare nessuno in casa sua, da almeno 20 anni. I vicini credono che il motivo sia da trovare nel suo passato. Ha un cadavere in casa? È stata una spia nazista, colpevole di aver fatto deportare la famiglia ebrea per cui lavorava? Intanto le due donne legano, nonostante i primi contrasti, e quando Emerence verrà ricoverata svelerà il segreto a Magda, in un colpo di realismo magico delicatissimo.
5) Corpo e anima (Ildikó Enyedi, 2017)
Una pellicola che cerca la bellezza in un contesto del tutto industriale. Siamo in un mattatoio nella periferia di Budapest. Qui lavorano Endre, un uomo con un braccio paralizzato, e Mària, una donna dal comportamento rigido e atipico. Una psicologa arriva nello stabilimento per individuare il colpevole di un furto attraverso il suo profilo psicologico, e durante gli incontri con i dipendenti scopre che Endre e Mària raccontavano di aver fatto lo stesso sogno. La psicologa crede che si stiano prendendo gioco di lei, ma non la pensano così Endre e Mària che iniziano a costruire un legame che li proietterà ben oltre le quattro mura del mattatoio. Un concerto di bellezza giocano sulle note sottili della fragilità umana di due soggetti, a loro modo, disturbati. Un inno alla fortezza e alle affinità elettive.
6) Il sospetto (Thomas Vinterberg, 2012)
Ancora una volta Mads Mikkelsen (che potrebbe occupare gran parte della lista senza problemi, se tutti i suoi film fossero disponibili su Prime). Stavolta diretto da Thomas Vinterberg, regista anche de La comune e del recentissimo Un altro giro. Un regista dotato di una grande intelligenza formale e di competenza della luce. I suoi film si giocano su riflessi e messe a fuoco (anche umane ed esistenziali) che in questo caso si legano alla vicenda di un maestro di asilo accusato di aver molestato la figlia del suo migliore amico. Un film sull’isolamento e lo stigma sociale, ma anche un ritratto sulle malelingue e sulla facilità di una comunità di condannare.
7) True Story (Rupert Goold, 2015)
Ancora James Franco, stavolta insieme a Jonah Hill. Il giornalista Michael Finkel (Hill) scoprirà che uno dei latitanti più ricercati d’America aveva vissuto sotto falso nome in Messico e ora era stato catturato. Fin qui nulla di strano. La cosa strana, però, è che quell falso nome fosse proprio Michael Finkel. Cosa lega il reporter del New York Times e un criminale? La passione per la scrittura e per le storie, la sete di conoscenza che testa i limiti dell’etica. Un moderno e rivisitato A sangue freddo (il libro di Truman Capote), pulito e silenzioso, ma non per questo privo di tensione.
8) Men who wanted to climb a mountain over 8000 meters (Pere Herms, 2013)
Riprese artigianali e tanta tanta neve. Persino una grotta artificiale scavata nella neve, per la notte. Il documentario diretto da Pere Herms racconta la storia di Pere e Raul, intenzionati a scalare per la prima volta una montagna più alta di 8mila metri. La scelta ricade su Manaslu (Himalaya),, dove per mesi i due registi e sportivi tenteranno l’impresa. Un film che mostra la dedizione e la forza di volontà, in condizioni di estremo pericolo (per via delle temperature, delle frane, delle altezze), in cui la vocazione per l’esplorazione regna incontrastata. Artisticamente un lungometraggio senza troppi crismi tecnici, ma la cui resa è data interamente dalle azioni e dal paesaggio.
9) Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto (2015)
Uno dei film più masticabili di questa lista, grazie anche a un’interpretazione estremamente narrativa di Ian McKellen, nei panni del detective più famoso della storia, ma alle prese, durante la pensione, con le fragilità del suo castello mentale. Ritiratosi in campagna, stringerà un legame con il figlio della sua domestica, Roger, insegnandogli a prendersi cura delle api. Nel frattempo, deciderà di riaprire l’unico caso rimasto irrisolto della sua intera carriera, alla ricerca di una piena realizzazione che, tuttavia, arriverà dove non si aspettava. Un racconto tenero che smonta il luogo comune della ragione opposta ai sentimenti. Persino in Holmes.
10) Brimstone (Martin Koolhoven, 2017)
Un film di una violenza che ammutolisce, privo di qualsiasi momento d’aria. Una pellicola che ti lascia in apnea grazie alle performance magistrali di Guy Pierce, un predicatore senza pietà, e Dakota Fanning, nei panni di Liz, una ragazza sopravvissuta alla caccia di questo bracconiere di anime, lui che si dimostrerà in più di un’occasione senza anima alcuna.
11) Third Person (Paul Haggis, 2014)
Paul Haggis firma la sua pellicola migliore, giocata sull’intreccio di storie d’amore diverse, ambientate tra Parigi, New York e Roma. Basterebbe il cast per obbligarvi a vedere questo piccolo gioiello: Liam Neeson, Mila Kunis, Adrien Brody, James Franco, Olivia Wilde, Maria Bello, Kim Basinger. Un film di cui non si può dire molto, per evitare di rovinare l’effetto sorpresa. Un film in cui trionfa l’amore fratto dal prisma dei grandi dolori della vita della ricerca della salvezza.
12) Anesthesia (Tim Blake Nelson, 2016)
Trama elementare. Il professor Zarrow, di ritorno a casa con i fiori per la moglie, come ogni venerdì sera, viene aggredito e poco prima di svenire sussurra all’orecchio di un passata qualcosa. A stupire, la rete di relazioni che emergono in una New York City in anestesia totale, tra alcolisti, fattoni che vorrebbero perdere la verginità, genitori di fronte al dramma di una malattia terminale e una giovane laureata ma autolesionista (interpretata da una giovane Kristen Stewart). In film ben dosato, forse non il migliore di questa lista, ma in cui sono presenti tutti gli ingredienti.
13) Le due vie del destino - The Railway Man (Jonathan Teplitzky, 2013)
Colin Firth, la cui classe e raffinatezza sono ormai un marchio di fabbrica (basti pensare al film d’esordio di Tom Ford, A Single Man), è Eric, un reduce della guerra a Singapore ai tempi dell’invasione giapponese (nel 1942). Lui, un giovane ventiduenne addetto ai segnali radiofonici e appassionato di ferrovie, verrà esso ai lavori forzati per la costruzione della Ferrovia della morte, in Tailandia. Dopo molti anni, a bordo di un treno, troverà l’amore della sua vita (Nicole Kidman), che sceglierà di sposare. Ma la psiche di quest’uomo è fragile e torturata da qualcosa che Eric non ha la forza di raccontare. Il film è un elogio delle virtù umane e dell’amore, che permetterà a Eric di far luce sui suoi demoni.
14) A Bolu (Davide Melis, 2019)
Un documentario che scava nella Sardegna più profonda. Dovrebbe bastare questo. Questo insieme alle voci ctonie che accompagnano i 100 minuti di pellicola. Un viaggio spettacolare in una terra antica, troppo spesso bistrattata.
15) Marina Abramović: The Artist Is Present (Matthew Akers, 2012)
Ultimo documentario della nostra lista. Marina Abramović non ha bisogno di presentazioni. È forse l’artista vivente più famosa al mondo. È proprio di questo lungometraggio la famosa scena dell’incontro con il suo vecchio amore, Ulay, al Museum of Modern Art in New York. Un viaggio “formativo” nella concezione dell’arte di una delle maggiori performer di sempre.
16) Amour (Michael Haneke, 2012)
Dove può spingersi l’amore, quando l’altro, accanto a te, inizia a sgretolarsi? Cosa significa accudire, sapendo di aver intrapreso la strada della perdita? Che ruolo gioca la solitudine, la chiusura in sé stessi e lo svuotamento di senso di un’intera vita passata insieme? Una poesia, firmata dal regista di Funny Games, che sa mostrare, stavolta in un modo diametralmente opposto, il dolore senza rinunciare alla tenerezza.
17) The Deep (Baltasar Kormákur, 2012)
Il film recupera la storia di un incredibile incidente avvenuto realmente nei gelidi mari al largo dell'Islanda nel 1984. Il film parla di Gulli, l’unico sopravvissuto al naufragio, eroe nazionale e fenomeno scientifico. Ecco fin dove può spingersi la volontà di sopravvivere. La fotografia del film è interamente dedicata alla costruzione di un vero e proprio mito, quello della natura che uccide, ma anche della natura che risparmia.
18) Match - Incontro inatteso (Stephen Belber, 2015)
Tobi (Patrick Stewart) è un istruttore di danza, un artista ed ex coreografo dai gusti raffinati. È eccentrico, solitario, ma accetta di ospitare una coppia di Seattle, che vorrebbero intervistarlo per la tesi di laura di lei. Ma il motivo reale non sembra questo, e quando verrà a galla la situazione si trasformerà completamente. Una commedia che chiede a Patrick Stewart più di quanto sia possibile pretendere dalla maggior parte degli attori in circolazione. Tra eleganza e goffaggine, educazione, ironia e voglia di fuggire (anche dal passato), il film è un one man show, in cui l’attore raggiunge, forse, l’apice della sua carriera sul grande schermo.
19) Miss Violence (Alexandros Avranas, 2013)
Ispirato a una storia vera, il breve film di Avranas ci parla della violenza sessuale e delle gerarchie familiari, senza sensazionalismi e con i colori spenti e grassi di un condominio greco. Tutto inizia con una festa per l’undicesimo compleanno di Angeliki. Il suo ultimo. Ma perché la ragazza ha scelto di farla finita?
20) La famiglia Bélier (Eric Lartigau, 2014)
Una famiglia di sordomuti è la protagonista di una commedia fresca ma dolcissima, che fa commuovere. Parla di un amore goffo, della derisione, dei dissidi in famiglia, ma soprattutto della voce. Della voce della sedicenne Paula, l’unica in famiglia in grado di parlare e di cantare. Il canto diventa dunque la chiave di volta di una storia che parla di crescita, di adolescenza, di scelte e timori. Un film che merita, anche solo per i colori accessi e la recitazione di questo cast. Un esempio brillante di cosa sia il cinema francese moderno.
21) Albert Nobbs (Rodrigo García, 2011)
Glenn Close è un maggiordomo e si finge uomo per poter lavorare. Nel frattempo mette da parte dei soldi per aprirsi una tabaccheria. Un film senza effetti speciali e senza bisogno di emozioni un tanto al chilo. La grande eleganza della Close ricorda l’Anthony Hopkins di Quel che resta del giorno. Un film che deve essere visto anche solo per la scena in spiaggia, in cui l’attrice si riscopre, dopo tanto tempo, donna.
22) Waiting for the Barbarians (Ciro Guerra, 2019)
Film desertico, non solo perché ambientato in una caserma in mezzo al nulla, ai confini dell’Impero, ma perché si tratta del riadattamento di Aspettando i barbari, un libro del premio Nobel J.M. Coetzee che parla del deserto di emozioni che colpì fin quasi alla pensione un magistrato bianco, che si rivelerà essere l’uomo giusto per una ribellione. Interpretazioni impeccabili di Johnny Depp e Mark Rylance.
23) A Beautiful Day (Lynne Ramsay, 2017)
Praticamente un film muto, in cui ha parlare è l’interpretazione incredibile di Joaquin Phoenix, che regge da solo la scena per circa un’ora e mezza di film. Una pellicola violenta che parla di inerzia e senso di protezione, qualcosa che ha a che fare con l’istinto più che con un codice morale.
24) Madre (Bong Joon-ho, 2009)
Il thriller di uno dei registi più apprezzati degli ultimi anni, che ha firmato anche The Host, Snowpiercer e Parasite. La madre di un ragazzo problematico accusato di omicidio indaga per capire come siano andate veramente le cose, nonostante la volontà da parte delle autorità di insabbiare tutto e lasciare che la colpa sia riversata esclusivamente sul ragazzo. L’interpretazione di Kim Hye-ja è struggente e il film si dimostra un congegno raffinatissimo di suspense e trama.
25) Le ricette della signora Toku (Naomi Kawase, 2015)
Accettarsi, superare i propri limiti, la propria chiusura mentale. Tutto gira intorno al Chiosco di Sentaro, in cui si producono dolci tradizionali. Un giorno prende a lavorare con sé l’anziana Toku, che si rivelerà essere una vera maga della cucina, grazie alla sua confettura di fagioli rossi. Tuttavia, una vecchia malattia (che allontana anche i clienti), le ha sfigurato le mani. Come si evolverà, d’ora in poi, il rapporto tra loro? Un film che presenta una metrica canonica della Kawase, tra leggerezza e dolcezza, dove forse l’intento drammatico rimane attutito. Tuttavia una pellicola capace di donare un po’ di magia e un po’ di fiaba.
26) After Love (Aleem Khan, 2021)
Un film d’esordio intellettualmente impeccabile, rigoroso ed esteticamente accurato. La protagonista, Mary, dovrà vivere, suo malgrado, molte sorprese dopo la morte del marito. Vive su quel fazzoletto di Inghilterra che si affaccia sul canale della Manica e dovrà chiedere a una donna dall’altro lato del mare, Genevieve, delucidazioni sul rapporto di quest’ultima con il suo defunto marito. Il cuore del film, oltre a un’interpretazione indelebile di Joanna Scanlon, è proprio la Manica, e le due terre che la attanagliano. Una Scilla e Cariddi di non detti e distanze, che pure devono essere percorse.
27) Forza maggiore (Ruben Östlund, 2014)
Vacanza in montagna, ancora neve e neve. Una famiglia assiste a una valanga artificiale, generata con un colpo di cannone. Ma la slavina colpisce ogni cosa e la gente inizia a fuggire. Tra tutti, a darsela a gambe è anche Tomas, il padre e capofamiglia, che dovrà fare i conti con questo istinto, più forte di lui, che ha scioccato sua moglie. Un film di inviolabile umorismo, sottile ed elegante quanto tetro. L’interpretazione di Johannes Bah Kuhnke è perfetta.
28) Remember (Atom Egoyan, 2015)
Christopher Plummer è un ebreo sopravvissuto affetto da demenza senile. Un suo compagno nella clinica privata in cui è ricoverato, gli chiede di vendicare lo sterminio delle rispettive famiglie ad Auschwitz. Zev Guttman (Plummer) dovrà così trovare il suo aguzzino, vagliando quattro possibili false identità sotto cui potrebbe celarsi il nazista, ora al sicuro in America o in Canada. Ma quando troverà il suo “nemico”, le cose prenderanno una piega inaspettata e complessa. Un film da vedere se si è apprezzato Le due vie del destino.
29) Casa Howard (James Ivory, 1992)
Non è esattamente una pellicola sconosciuta, bensì dimenticata. Due giovani sorelle faranno la conoscenza della famiglia Wilcox. La maggiore stringerà un legame con la madre, mentre la più piccola con il giovane Henry Wilcox. Le interpretazioni sono incredibili e questo film è una vera e propria lezione di cinema. Parliamo di Anthony Hopkins, Emma Thompson (che vincerà anche l’Oscar come miglior attrice protagonista), Vanessa Redgrave e una giovanissima Helena Bonham Carter. Bastano i nomi no?
30) Rams – Storia di due fratelli e otto pecore (Grímur Hákonarson, 2015)
Due fratelli che non si parlano da tempo, tornano a confrontarsi per via di un montone. Anzi, di sette pecore sfuggite all’abbattimento per motivi medici provocato da una gelosia per la vittoria del montone di uno dei due al tradizionale concorso del loro paese in Islanda. Il panorama unico nel suo genere, e due case vicine ma non comunicati, diventeranno il palco per lo sviluppo di un rapporto fraterno che sembrava perduto. Un’opera impeccabile sotto ogni punto di vista, tra le migliori degli ultimi anni.