In alcuni momenti della vita non ce n’è davvero per nessuno: il mood da canzoni tristi lo abbiamo tutti. Che sia per via di una malinconia passeggera, o perché si tratta delle canzoni che più amiamo, per nostra fortuna grandi artisti sono riusciti a tramutare la tristezza in canzoni meravigliose. Come diceva Massimo Troisi: “La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni”. La vita va così, spesso ci mette davanti a difficoltà e ostacoli che ci sembrano insormontabili, lavori stressanti e mal pagati, ma soprattutto relazioni amorose talvolta tossiche o che vanno a rotoli. In questi casi la migliore cosa da fare è prendere un paio di cuffie, alzare il volume al massimo per sovrastare anche il rumore dei pensieri e aprire i rubinetti e farsi un bel pianto! Niente paura, la playlist adatta per crogiolarvi nella tristezza ve la suggeriamo noi, e magari dopo un bel piantarello potreste sentirvi anche meglio. Chi scrive ha un debole per i cantautori, quindi il consiglio è quello di armarvi di un bel pacco di fazzoletti!
Ovviamente non dovete sentirvi in obbligo di ringraziarci.
1. Rino Gaetano - Supponiamo un amore (1974)
Sfatiamo subito un mito. Rino Gaetano non è solo quello di Gianna. Nei suoi testi, semplici solo all’apparenza, si cela un parlare quotidiano che l’ha etichettato troppo presto come il cantautore del nonsense. Ma non è affatto così. Uno dei suoi brani, purtroppo, poco conosciuti è “Supponiamo un amore”, di un’intensità fortissima e adattissimo ai momenti in cui si sta soffrendo per amore. Contenuto nel suo primo disco Ingresso libero, pubblicato nel 1974, mette in musica l’idea di supporre un amore. Del resto, quante volte ci siamo ritrovati ad immaginare una storia d’amore con qualcuno, che magari non possiamo avere totalmente per noi, o che ci appare irraggiungibile. Quanto dolore nel desiderare chi non si può avere, quanto tempo sprecato a immaginare qualcosa che nella realtà non potrà mai esistere. Quindi non ci resta che supporre ciò che si vive quando si è innamorati. Questo brano è uno dei più dolci e tristi del repertorio di Rino Gaetano.
"Amore, amore
Supponiamo dei giorni a creare ricordi
Amore, amore
Supponiamo un amore una volta soltanto
Un amore che vuoi tu"
2. Luigi Tenco - Vedrai vedrai (1966)
“Vedrai vedrai” è sicuramente uno dei brani più amari di Luigi Tenco, che in tema di sofferenza d’amore non è secondo a nessuno. Prematuramente scomparso nel 1967, ci avrebbe di sicuro regalato altre canzoni sui cui piangere tutte le nostre lacrime, cullati dalla sua inconfondibile voce. Il testo parla dell’insofferenza di un uomo che non riesce a dare alla donna che “ama” tutto quello che in realtà meriterebbe di avere da lui. Una malinconia crescente, scaturita da promesse che puntualmente vengono disattese proprio da lui, nonostante la continua fiducia che gli viene concessa da lei, senza remore. Chi canta preferirebbe essere rimporoverato, invece di avere al suo fianco una persona comprensiva che continua a parlargli con tenerezza. Quante volte abbiamo accettato comportamenti assurdi o scorretti solamente in nome dell’amore che sentiamo dentro? Quante mancanze colmate con delle briciole di attenzione concessa una volta ogni tanto? In certi casi è proprio vero: “Pensavo fosse amore invece era un calesse”.
"Mi fa disperare il pensiero di te
E di me che non so darti di più
Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà"
3. Fabrizio De André - La canzone di Marinella (1962)
Fabrizio De Andrè non può di certo mancare nella nostra playlist. Scegliere una sua sola canzone è stato difficile, ma noi abbiamo tentato lo stesso. “La canzone di Marinella” trae ispirazione dall'omicidio di Maria Boccuzzi consumatosi nel 1953. Il brano, pubblicato nel 1964, venne reso celebre da Mina che lo interpretò nel 1967. Lo stesso De Andrè raccontó la storia che si cela dietro la composizione di una delle sue canzoni più celebri, che scrisse durante gli esordi: “La canzone di Marinella" non è nata per caso, semplicemente perché volevo raccontare una favola d’amore. È tutto il contrario. È la storia di una ragazza che a sedici anni ha perduto i genitori, una ragazza di campagna dalle parti di Asti. È stata cacciata dagli zii e si è messa a battere lungo le sponde del Tanaro, e un giorno ha trovato uno che le ha portato via la borsetta dal braccio e l’ha buttata nel fiume. E non potendo fare niente per restituirle la vita, ho cercato di cambiarle la morte”. Difficile trattenere le lacrime ascoltandola, ma una cosa è certa, Marinella continua a vivere nei cuori di chi l’ascolta.
"Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella"
4. Mia Martini - Gli uomini non cambiano (1992)
Una delle canzoni più tristi ed emozionanti di Mia Martini è “Gli uomini non cambiano”, brano che presentò al Festival di Sanremo nel 1992 classificandosi seconda. Assurdo pensare che non abbia vinto. Buona parte del genere femminile non ha problemi a immedesimarsi nelle parole del testo, sia ora che negli anni 90. Gli uomini in questi trent’anni non sono cambiati, al massimo peggiorati. Nella canzone c'è tutta l'amarezza di una donna tradita, che la voce di Mia Martini è in grado di rendere perfettamente, raccontando in musica la delusione costante del rapporto tra uomo e donna. Se si è reduci dalla scoperta di un tradimento questa è la canzone giusta, i pianti sono assicurati.
"Gli uomini non cambiano
Prima parlano d'amore
E poi ti lasciano da sola
Gli uomini ti cambiano
E tu piangi mille notti di perché
Invece, gli uomini ti uccidono
E con gli amici vanno a ridere di te"
5. Lucio Battisti - Io vivrò (1968)
Terminiamo la nostra struggente playlist con “Io vivrò” di Lucio Battisti. Nemmeno a dirlo indubbiamente uno dei brani più celebri tra quelli composti dal sodalizio vincente Battisti/Mogol. Nella canzone l’artista canta dell’incapacità di andare avanti con la propria vita dopo la fine di una storia d’amore. A tutti almeno una volta nella vita sarà capitato di sentirsi così, soffrire per amore non è affatto piacevole. È come se senza la persona amata tutto perdesse di significato, e sembra impossibile anche solo pensare che uscire da questo tunnel di dolore sia possibile. Chi scrive, per esperienza di vita vissuta vi assicura che sì, una volta attraversato il dolore si ritorna a vivere. Miraccomando, fazzoletto alla mano e schiacciate play!
"Io vivrò
Senza te
Anche se ancora non so
Come io vivrò
Senza te
Io senza te
Solo continuerò
E dormirò
Mi sveglierò
Camminerò
Lavorerò
Qualche cosa farò
Qualche cosa farò
Sì, qualche cosa farò
Qualche cosa di sicuro io farò
Piangerò
Sì, io piangerò"