Ah, gli anni ’90! Un decennio tutto sommato abbastanza scarno, per l’arte, a tratti minimalista, per la moda, e… completamente pazzo, per la musica! Dieci anni di fuoco che hanno segnato una svolta cruciale per produttori, cantanti e band di tutto il mondo. Fedele a quell'incertezza che ha rappresentato l'elemento distintivo della Generazione X (ciao Ambra, ndr), anche l'industria musicale, infatti, non è stata in grado di puntare tutto su di un unico genere. È così che in testa alle classifiche si sono alternati pezzi squisitamente pop, ma anche rock, rap, house e si è assistito alla nascita di movimenti come il grunge e il britpop. Mai come negli anni Novanta, insomma, il mondo della musica è stato così eterogeneo e capace di assecondare ogni tipo di gusto (compresi i gusti di m***a, sia chiaro). Ok ma quali sono le 50 hit più imperdibili di quel periodo? Ecco a voi una playlist straight outta nineties, a cui vi sarà impossibile resistere.
50) “Dig Me Out” - Sleater-Kinney (1999)
Regine dell'alternative rock di Olympia, attitudine da Riot Grrrls e testi politicamente schierati, che inneggiano al femminismo. "Dig Me Out" è il pezzo straziante e paranoico che ha trascinato al successo le Sleater-Kinney.
49) “Flagpole Sitta” - Harvey Danger (1998)
Una band grunge che non ce l'ha fatta? Niente di tutto ciò, gli Harvey Danger con la loro "Flagpole Sitta" si affermarono come la band giocosa e sfacciata del rock anni '90 di Seattle. Praticamente i successori (o i predecessori? nda) degli hipster.
48) “The Sign” - Ace of Base (1992)
La band europop svedese con la sua più grande hit, dal successo del tutto inspettato. La sua musica ancora oggi è d'ispirazione per celebrità come Lady Gaga e Katy Perry. Un po' kitsch forse, ma negli anni '90 ha fatto ballare praticamente tutti.
47) "Bull In the Heather" - Sonic Youth (1994)
La canzone più famosa, pop ed accessibile della band noise rock statunitense, ma capace di non tradire il suo sound alternative caratterizzato da chitarre intricate e distorte, che li ha distinti per una ventina di album. Chapeau.
46) “Common People” - Pulp (1995)
Nominata qualche anno fa come la miglior canzone britpop di sempre, "Common People", con i suoi accordi di chitarra del tutto ordinari, è in realtà un inno contro l'ipocrisia della società inglese. Chi l'avrebbe mai detto? Straordinaria.
45) “Cannonball” - The Breeders (1993)
Un pezzo industrial, dai suoni sporchi, atipico per una band dai toni psichedelici e gli arrangiamenti surreali come i Breeders. Ma "Cannonball", con i suoi riff ad incastro, nel '93 arriva a guadagnare il secondo posto della modern rock chart di Billboard.
44) “Rosa Parks” - Outkast (1998)
"Smettetela di fare casino, andate tutti in fondo all' autobus". Un ritornello abbastanza ambiguo, ma ad ispirare gli Outkast è stata proprio la vicenda di Rosa Parks, una sarta che il primo dicembre 1955 venne arrestata, in Alabama, per essersi rifiutata di lasciare ad un bianco il suo posto a sedere su un autobus.
43) “Rebel Girl” - Bikini Kill (1993)
Non solo una canzone, ma anche un inno all'amor proprio, all'indipendenza e alla rivoluzione femminista. Le riot grrrls di D.C. hanno dato voce ad un'intera generazione di donne con la loro musica tagliente e ribelle, di impatto emotivo e al contempo politico.
42) “It’s Oh So Quiet” - Björk (1995)
Una cover della canzone degli anni '40 di Betty Hutton, che si veste di un nuovo senso nella follia di Björk. Un pezzo che rispecchia la natura magnetica della cantautrice islandese: dolce, cristallina, ma quando meno te l'aspetti, isterica e giocosa.
41) “Baby Got Back” - Sir-Mix-A-Lot (1992)
Ecco il manifesto degli amanti del c**o. E una celebrazione del corpo delle donne di colore, che ai tempi non rispecchiava i canoni di bellezza imposti. Complimenti a Sir-Mix-A-Lot, profeta dell'estetica moderna, citato anche da Nicki Minaj nella sua "Anaconda". Delicatissimo.
40) “Are You That Somebody” - Aaliyah (1998)
L'inizio fortunato della collaborazione Aaliyah-Timbaland, coronato da un Grammy, nel 1998, per la migliore voce femminile R&B. Praticamente un capolavoro della musica pop, inserito anche nella colonna sonora del "Dottor Dolittle".
39) “Don’t Let Go (Love)” - En Vogue (1996)
Ideale per una serata romantica con il proprio partner, ecco un pezzo dolce e funky, con armonie sensuali e voci calde. Simpatici anche i balletti delle En Vogue, immancabile elemento dei video nineties.
38) “If It Makes You Happy” - Sheryl Crow (1996)
La canzone perfetta per riprendersi dopo la rottura con il/la fidanzat*. Sheryl Crow, mezzosoprano della musica country pop, trasforma il brano in chiave rock e ci azzecca alla grande: la porta dritta sul podio dei Grammy Awards per la "Best Female Rock Vocal Performance" del '96.
37) “Queer” - Garbage (1995)
Un ragazzo queer costretto dal padre ad andare con una prostituta per "diventare un uomo". Il tutto narrato dalla voce penetrante di Shirley Manson, sullo sfondo di un video in bianco e nero. Da brividi.
36) “Bitter Sweet Symphony” - The Verve (1997)
La sinfonia dolce amara dei The Verve, una delle canzoni più passate dalle radio di tutto il mondo, ancora oggi. Lo sguardo magnetico di Richard Ashcroft che cammina in mezzo alla strada ha contribuito a rendere questo singolo uno dei più epici della storia del rock.
35) “Malibu” - Hole (1994)
La band formata dalla moglie di Kurt Cobain, che arriva alla fama con un pezzo... Dedicato a Kurt Cobain. Con la voce gaffiata come la sua anima, Courtney Love da' una svolta pop alla musica delle Hole. Una mossa ben riuscita.
34) “Glory Box” - Portishead (1994)
Ritmi hip hop rallentati (trip-hop per esattezza) ed atmosfere romanticamente desolate, da film noir. E poi uno scrigno, la glory box, dove riponiamo i nostri sentimenti più preziosi. Una hit che non vuole essere una hit, un pezzo dolce, antico e rabbioso.
33) “Lemon Tree” - Fool’s Garden (1995)
Praticamente una saetta: "Lemon Tree" porta al successo la band tedesca dei Fool's Garden, di cui poi non si sente più parlare. Ma con una hit del genere, forse se lo sono potuti permettere.
32) “Ironic” - Alanis Morrisette (1996)
Una canzone per sdrammatizzare che ha portato la cantautrice canadese in cima a tutte le classifiche mondiali. Un brano intelligente ed ispirato che utilizza l'ironia situazionale e il sarcasmo per descrivere degli eventi fastidiosi, che possono capitare a chiunque, proprio per auspicarsi che non accadano mai.
31) “Alright” - Supergrass (1995)
Un inno alla giovinezza in chiave brit pop. Una canzone che nasce da suoni di matrice punk combinati a melodie freschissime, con una personalità stilistica che permetterà ai Supergrass una carriera artistica spensierata.
30) “Pretty Fly (For a White Guy)” - The Offspring (1998)
"Un bel tipo (per essere un bianco)." Insomma non un white, non un nigger, quindi un "wigger", ci suggeriscono gli Offspring all'apice del loro successo, con un video che ci mostra una sequela di momenti cringe in cui un ragazzino allampanato si comporta da gangsta. E con il loro punk goliardico, ci entrano nel cuore per sempre.
29) “Girls & Boys” - Blur (1994)
I Blur, o meglio, coloro che rivestirono di significato il termine "brit pop", non facendo assolutamente nulla per mascherare il loro accento (anzi, a volte quando canta Damon Albarn non si capisce proprio nulla). "Girls & Boys" si ispira alla movida dellisola di Maiorca, in cui il frontman ha assistito schifato a "soggetti che si incontravano in bettole squallide con l’esplicito scopo di accoppiarsi." Più british di così...
28) “1979” - Smashing Pumpkins (1995)
Il lato etereo del rock. Sì, perchè ogni cosa che canta Billy Corgan, con la sua voce aliena, diventa poesia. "1979" è l'anno in cui il leader degli Smashing Pumpkins passa dall'infanzia all'adolescenza, e decide di celebrarlo con una canzone intrisa di dolcissima nostalgia.
27) “Torn” - Natalie Imbruglia (1998)
Praticamente l'unica donna al mondo che risulta angelicamente perfetta anche con i capelli spettinati, struccata, e con quattro stracci addosso. La bellezza angelica di Natalie Imbruglia si sposa perfettamente con la sua voce e la melodia di questa hit mondiale, che in realtà è una cover della band Ednaswap.
26) “Nuthin’ but a ‘G’ Thang” - Dr. Dre & Snoop Dogg (1992)
...dove "G" sta per "gangsta", per chi non lo sapesse. Una delle tracce più famose della storia dell'hip hop, che con la sua atmosfera rilassante e i suoi riferimenti sensuali, ha segnato l'avvento di una nuova era per il gangsta rap.
25) “No Scrubs” - TLC (1994)
No, non c'entrano niente i chirughi della serie tv. Uno "scrub" è in realtà uno sfigato, uno senza classe, un fannullone che crede di essere figo e cerca di rimorchiare un po' chiunque gli capiti a tiro. E le TLC lo mandano direttamente a quel paese con una hit che raggiunge il primo posto nella top 100 di Billboard.
24) “Mind Playing Tricks On Me” - Geto Boys (1991)
Il singolo d'esordio dei Geto Boys, ispirato alla nonna di uno dei membri del gruppo, che parlava continuamente tra sè e sè. Ma in realtà la canzone tratta temi molto delicati, come la paranoia, l'angoscia e il pensiero del suicidio che aleggiano nella mente di un gangster.
23) “Rockafeller Skank” - Fatboy Slim (1998)
Un brano unico del suo genere, che fonde elettronica a retro-mania. In “Rockafeller Skank” Fatboy Slim campiona vari elementi da "Sliced Tomatoes" dei Just Brothers, la batteria da "I Fought the Law" dei Bobby Fuller Four e il riff di chitarra di "Beat Girl" di John Barry. Dichiara pubblicamente i quattro campionamenti e assegna le royalties agli autori dei brani, senza riservare per sé nessun diritto d'autore.
22) “Baby One More Time” - Britney Spears (1998)
It's Britney, bitch! La ragazza della porta accanto, la scolaretta d'America che oggi si gode - finalmente - la sua libertà dalla musica, è stata praticamente una garanzia per tutti gli anni 2000. La sedicenne Britney debutta con questo singolo, uno dei più iconici della musica pop nonchè il suo brano più famoso, con un outfit da Lolita a dir poco memorabile. Il fatto che abbiamo inserito una sua canzone ci autorizza a non inserire i Backstreet Boys, siete tutti d'accordo?
21) “Born Slippy (Nuxx) - Underworld (1996)
Una canzone che è praticamente un trip (non a caso è stato inserito nella colonna sonora di Trainspotting). Milioni di copie vendute per questo brano, inno della cultura dance ed elettronica degli anni '90, che batte incessantemente come il cuore di Mark Renton mentre scappa dai suoi amici.
20) “No Diggity” - Blackstreet (1996)
R&B vecchia scuola con Dr. Dre e il beatmaker Teddy Riley, che si aggiudica nel '98 il Grammy per il "best R&B Performance by a Duo or Group with Vocals". Tra pianoforte e chitarra blues presa da Bill Withers, il pezzo è una vera e propria celebrazione della black music americana.
19) “You Get What You Give” - New Radicals (1998)
Un unico album per i New Radicals, che gli ha permesso di buttar fuori questo singolo fortunatissimo, comparso perfino nella colonna sonora di Scooby Doo. E dopo questa bomba, si sono separati per sempre, rifiutandosi radicalmente anche solo di provare a mettere in atto una reunion. Il successo da' alla testa.
18) “Scar Tissue” - Red Hot Chili Peppers (1999)
La voce di miele di Anthony Kiedis, accompagnata dalla chitarra magica di John Frusciante e il ritmo energico di Flea e Chad Smith. Un pezzo di rinascita a partire dalle proprie cicatrici, che abbraccia la vita e la riveste di senso nuovo. I Red Hot Chili Peppers, con "Scar Tissue", rinascono dalle ceneri come una fenice.
17) “Enjoy The Silence” - Depeche Mode (1990)
Mille cover e riadattamenti che non saranno mai come l'originale. In principio era solo "Silence", una ballata accompagnata unicamente da un pianoforte. Poi è arrivata la parte "enjoy", i membri della band ci hanno giocato un po', e il brano è diventato un simbolo incontrastato della musica pop ed elettronica.
16) “Smack My Bitch Up” - The Prodigy (1997)
Il singolo che consacrò i Prodigy nel panorama del big beat. Un video POV censurato ovunque, da MTV a YouTube, che riprende la vita londinese notturna, tra sesso, alcool ed eroina. I Prodigy sono stati accusati di incitazione alla violenza contro le donne, ma le accuse furono del tutto infondate: la protagonista del video, guarda caso, è una donna.
15) “Basket Case” - Green Day (1994)
Una traccia che racchiude tutta la follia dei Green Day, una qualità che non hanno mai cercato di nascondere. "Basket Case" significa proprio "matto", ed incarna alla perfezione la natura del cantante, Billie Joe Armstrong. In effetti la canzone non l'ha convinto fino all'ultimo, fino a quando da un pezzo d'amore, si è trasformato completamente in un brano nevrotico sul disagio mentale.
14) “Loser” - Beck (1995)
Una canzone che nasce da un epic fail. Beck chiede al proprio ascoltatore di farlo fuori, dopo essersi reso conto che il suo modo di fare rap fa veramente schifo. Ed è proprio la sua rappata improbabile e non-sense, accompagnata con un ritornello cantilenato e strambo, ad aver fatto colpo sul suo produttore - e sul pubblico mondiale.
13) “I Don’t Want To Miss a Thing” - Aerosmith (1998)
Prima di "I Don’t Want To Miss a Thing", gli Aerosmith non se li cagava nessuno. O meglio, il loro pubblico era oramai costitutito da una nicchia di vecchi fan del rock. Ma questo pezzo, colonna sonora del film Armageddon, è stato una sorta di iniziazione nel panorama mainstream. E pensare che in principio era stato scritto per Céline Dion... Ma per fortuna l'ingresso di Liv Tyler nel cast del film, ha fatto cambiare idea a tutti.
12) “Zombie” - The Cranberries (1994)
Scritto nel periodo in cui l'IRA stava minacciando il Governo Britannico, "Zombie" è un brano intriso di sofferenza, una condanna alla violenza, oggi più attuale che mai. Un messaggio di amore universale che la voce straziante di Dolores o'Riordan riesce a far arrivare dritto al cuore.
11) “Hypnotize” - The Notorious B.I.G (1997)
Biggie è la pietra miliare dell'hip hop della East Coast. Si contende lo scettro solo con Tupac Shakur, con cui condivide la tragica fine. Prodotto nientedimeno che da Puff Daddy, con il suo iconico video sulla yacht e il suo beat funky, "Hypnotize" continua a conquistarci ancora oggi sulle dancehall di ogni club che si rispetti.
10) “Losing My Religion” - R.E.M (1991)
Simbolo di una generazione, ma anche una canzone che resiste al tempo e alle mode. “Losing My Religion” non è una canzone sulla religione, anche se ha un forte significato spirituale. Il titolo tradotto infatti riprende un modo di dire dell'America meridionale che significa "perdere la pazienza". Il brano narra di una persona che ama disperatamente, ma che non viene ricambiata, e arriva al culmine del dolore e della sofferenza.
9) “What Is Love” - Haddaway (1993)
"Baby don't hurt me, don't hurt me, no more". Impossibile non cantarla, impossibile non ballarla. Il pezzo ancora oggi più in voga della musica dance, che raggiunse il primato della prima posizione in classifica in 13 paesi europei. Il brano, interpretato dal cantante trinidadiano Alexander Nestor Haddaway, è stato composto in una sola giornata.
8) “What’s Up” - 4 Non Blondes (1992)
Una vera e propria "one hit wonder", nel senso che la band in questione è diventata famosa unicamente grazie a questo pezzo. Un urlo di disperazione, una richiesta di aiuto personale e anche politica, in un momento in cui il mondo stava vivendo nel caos più totale.
7) “Iris” - Goo Goo Dolls (1998)
Big up per chi è riuscito a non piangere, sia ascoltando la canzone, sia guardando il film (City Of Angels): un angelo rinuncia alla sua natura per stare al fianco di una ragazza della quale si è innamorato perdutamente. La scelta del titolo, invece, non è così romantica come suona. "Iris" infatti non è il nome della divinità messaggera degli dei, bensì quello di una ragazza a caso che il leader della band ha letto su un magazine. Peccato.
6) “Boombastic” - Shaggy (1995)
Orville Richard Burrel, aka Shaggy, aka Mr. Boombastic. Shaggy entra nel panorama musicale, reduce dell'Iraq, con questo pezzo che in men che non si dica diventa una hit mondiale. E da quel momento in poi, non smette mai di scrivere musica. Perchè un vero musicista "vuole essere molto più di una semplice tendenza".
"Blue (Da Ba Dee) - Eiffel 65" (1998)
Appena uscita era un flop. Ma poi, il singolo di esordio degli Eiffel 65 ribaltò completamente la situazione, battendo perfino il record di Haddaway ed arrivando in prima posizione in classifica in ben 17 paesi europei. E oggi è il pezzo revival per eccellenza, che identifica a livello mondiale la band italiana electro pop.
4) “Wonderwall” - Oasis (1995)
I fratelli Gallagher hanno sempre fatto parlare molto di sè, ma con "Wonderwall" sono diventati delle vere e proprie celebrità. Grazie a questo pezzo il disco, "(What's the story?) Morning Glory", si è classificato al terzo posto tra i dischi più venduti di sempre. Ma perchè proprio "muro delle meraviglie"? Liam ci risponde così: "Un wonderwall, può essere qualunque cosa. È semplicemente una parola bellissima! […] È come cercare quel fot**o biglietto dell’autobus che non trovi, tu stai cercando di trovarlo, quel bastardo, e finalmente lo trovi, lo tiri fuori, e fa***o, è una sensazione da Wonderwall".
3) “The Rhythm of the Night” - Corona (1995)
Un pezzo dei Corona, band eurodance italiana, che però non è cantato dai Corona. E nemmeno da Olga Maria de Souza, che da' volto alla band. La voce del tormentone “The Rhythm of the Night” appartiene in realta a Giovanna Bersola, in arte Jenny B., che ha dato voce anche a "The Summer Is Magic", un'altra hit eurodance.
2) “Around The World” - Daft Punk (1997)
Forse la canzone più coinvolgente e più ballata della storia della musica. Un loop di voce robotica su un gioco di incastri di chitarre vocoder, basso e beat box, una hit che dura in eterno (letteralmente). E poi il video, una serie di personaggi con costumi da robot e scheletri che ballano e girano sopra ad un disco, con un gioco di luci a "La Febbre Del Sabato Sera". Uno splendido capolavoro disco-pop, surreale e visionario.
1) “Smells like teen spirit” - Nirvana (1991)
La canzone che sfondato le barriere della musica underground, catapultando i Nirvana, increduli, al vertice delle classifiche rock. Al primo ascolto nessuno ci capì nulla, nemmeno il produttore. Ma era chiaro che sarebbe diventata una hit: un branco di adolescenti rivoluzionari e ribelli, qualche accordo banale e un assolo di chitarra distorto. Nulla di più scadente, nulla di più inaspettato. Un'ondata di freschezza, una canzone sfacciata ed irrequieta che sputava in faccia a tutta la musica convenzionale.