image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

La Murgia e le illeggibili
acrobazie linguistiche "inclusive"

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

10 giugno 2021

La Murgia e le illeggibili acrobazie linguistiche "inclusive"
Nella rassegna stampa di Radio Radicale la conduttrice Flavia Fratello si è trovata alle prese con un pezzo di Michela Murgia pieno di “ə”, e suo malgrado si è trovata in grande difficoltà nella lettura, non lesinando critiche alla femminista per averla costretta a "un’intonazione a metà tra il calabrese e il campano"

di Matteo Cassol Matteo Cassol

La rassegna stampa di Radio Radicale si è trasformata in uno spettacolo teatrale tragicomico, quando Flavia Fratello, giornalista de La7 che fa parte del selezionato gruppo che si alterna alla conduzione di “Stampa e regime” (storico programma del compianto Massimo Bordin), ha dovuto fare i conti con un pezzo di Michela Murgia. Un pezzo che, oltre ad avere dei contenuti non necessariamente condivisibili, era ricolmo di “ə”, ossia di quei simboli chiamati “schwa” che alcuni (quasi sempre alcune) hanno cominciato a utilizzare come alternativa all’asterisco o alla “u” come declinazione al neutro dei plurali misti (ossia, per esempio, “tuttə”, “tutt*” o “tuttu” al posto di “tutti”). Uno dei problemi di questa neolingua (che non essendo la lingua italiana uno non si aspetterebbe di trovare utilizzata su un giornale italiano quale La Stampa) è l’essere impronunciabile e dunque pure illeggibile. Se n’è accorta la povera Flavia. 

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Michela Murgia (@michimurgia)

I problemi sono cominciati già nell’analisi del preoccupante incipit dell’articolo intitolato “Quel razzismo sistemico che fa vergognare le vittime”: “Così come da femminista non sopporto di sentire che non tutti gli uomini sono maschilisti – ha scritto Murgia sul quotidiano diretto da Massimo Giannini – non comincerò questa riflessione dicendo che non tutti i bianchi sono razzisti, perché è una frase che minimizza l’esperienza di chi è discriminato e nega la realtà: dove il razzismo è sistemico e istituzionale tuttə dobbiamo fare i conti col nostro”. 

“Murgia – il commento della Fratello – ha un attacco e una premessa al ragionamento che faccio veramente fatica a condividere. Perché […]? Tutti gli uomini secondo lei sono maschilisti […]. E leggendo questo attacco l’impressione che ho avuto è di una specie di Davigo in sedicesimo (il riferimento è a quando l’ex pm disse sostanzialmente che non esistono innocenti, ma solo colpevoli che non sono ancora stati scoperti, ndr): insomma, se non ti sei ancora comportato da razzista è semplicemente perché non ti è capitato di farlo, ma vedrai che lo sei sotto sotto. Magari no eh, non è che perché sei bianco sei per forza razzista, però questa è la sua impostazione, tant’è che infatti non rinuncia, nonostante sia stato negato anche dalla famiglia, a coinvolgere il ragazzo suicida (Seid Visin, ndr) in questo ragionamento”. 

Dopodiché parte la gragnuola di “ə”, con la conduttrice costretta a parlare togliend’ l’ultim’ vocal’ all’ parol’, come Cattivik (che a quanto pare ha inventato la neolingua inclusiva già nel 1965, e perlomeno limitandosi a usare un segno comprensibile come l’apostrofo): “Non è semplicissimo leggere il pezzo di Murgia – dice la Fratello – perché a un certo punto Murgia comincia a fare largo utilizzo della “schwa”, quel segno grafico […] che ci è stato spiegato dovrebbe essere letto come una troncatura della parola, che però dà un’intonazione a metà tra il calabrese e il campano […] che rende devo dire veramente un po’ complicata la lettura”. 

20210609 182156990 1466
Cattivik

A un certo punto, nel finale, dopo essersi scusata per le difficoltà causate dalla Murgia, Flavia Fratello sembra doppiata da Antonio Cassano, quando deve leggere “Se sei nerə, sei un parassita da mantenere, ma se ti mantieni da solə, stai rubando le opportunità a un italianə. Se ricevi asilo devi ringraziare l’Italia che ti ha offerto un’occasione, ma se vieni respintə è perché comunque finiresti nelle mani dello sfruttamento o della criminalità. Noi ti facciamo un favore anche quando ti cacciamo. Noi bianchə che concediamo, generosə o prudenti. Noi bianchə, così tanto migliori di te”.
Stremata, Flavia conclude con “Mmm, no… Non siamo migliori, però le schwe veramente rendono improbabile tutto ciò”. 

Peraltro c’è il timore che la Fratello possa ricevere una ramanzina dai fanatici della materia pure per aver sbagliato il genere dello “schwa”, che risulterebbe essere maschile. Almeno per ora. 

More

Milena Gabanelli: l'ultima vera reporter (e non chiamatela femminista)

di Giorgetta Pipitone Giorgetta Pipitone

Giornalismo

Milena Gabanelli: l'ultima vera reporter (e non chiamatela femminista)

“Testa di Murgia” e parte il boicottaggio a Massimiliano Parente: “Fatwa delle nazifemministe”

di Massimiliano Parente Massimiliano Parente

Culture

“Testa di Murgia” e parte il boicottaggio a Massimiliano Parente: “Fatwa delle nazifemministe”

Walter Siti contro gli scrittori mainstrem: “Saviano, Murgia e Carofiglio: no alla letteratura come megafono”

di Redazione MOW Redazione MOW

Culture

Walter Siti contro gli scrittori mainstrem: “Saviano, Murgia e Carofiglio: no alla letteratura come megafono”

Tag

  • Femminismo
  • giornalismo
  • Michela Murgia
  • Questioni di genere
  • Razzismo

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…

    di Domenico Agrizzi

    Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…
  • Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

    di Gianmarco Aimi

    Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Non posso lavorare e lo Stato mi prende tutti i soldi: come faccio a mantenere i miei figli?

di Morgan

Non posso lavorare e lo Stato mi prende tutti i soldi: come faccio a mantenere i miei figli?
Next Next

Non posso lavorare e lo Stato mi prende tutti i soldi: come faccio...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy