Allora, carissimo storico degli aneddoti Dario Salvatori, quel che forse tu non capisci è la trasformazione della storia in fiaba. Per interessare i bambini bisogna saper raccontare le favole, e le favole non sono la realtà. Le favole hanno una morale e per arrivare a comprenderla bisogna guadagnare l’attenzione, appassionare. Io non sono interessato alla datazione del pomeriggio in cui Cappuccetto rosso incontra il lupo nel bosco, ma a far capire il meccanismo al bambino. Essere artisti non è essere impiegati dell’anagrafe, infatti la differenza tra me e te è che io dopo aver incuriosito il pubblico suono e canto l’oggetto del mio racconto e da quel momento la gente si appassiona alla musica, non solo a Domenico Modugno. Tu stai a vedere le date? Eh, infatti non mi risulta che dopo il tuo racconto ultra preciso tu sappia emozionare interpretando ciò di cui parli.
Insegnare è difficile e molto impegnativo, innanzitutto bisogna saper trasferire una passione. Questo Paese ha bisogno di evolvere, ha troppe difficoltà di comprensione, e non è un fatto di informazioni, quelle ci sono ovunque, quel che manca è l’inventiva, le idee, il coraggio di dire, e il contatto con la creatività. Esattamente come te, la maggior parte delle persone crede che vestirsi e farsi i capelli alla Elvis sia sufficiente per essere qualcosa, io invece sono più interessato a imparare da Elvis o chicchessia a suonare e cantare e scrivere e fare musica. La tua è una specie di invidia, ma può essere curata con delle lezioni di musica, non è mai troppo tardi: mia madre ha 78 anni, va a lezione di piano e suona benissimo, se hai bisogno ti giro il numero del suo maestro.