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La famiglia Tenco non sa dove sono i nastri originali. E Morgan aveva ragione. Ecco perché

  • di Morgan Morgan

29 gennaio 2023

La famiglia Tenco non sa dove sono i nastri originali. E Morgan aveva ragione. Ecco perché
Dopo la lite su WhatsApp tra Morgan e Vittorio Sgarbi sulla scomparsa di parte del patrimonio artistico di Luigi Tenco (che secondo il cantante potrebbe essere andato in rovina chissà dove), Le Iene si sono messe sulle tracce dei filmati del cantautore genovese. Hanno contattato Stefano Patara (della casa discografica che ne detiene i diritti musicali) che, al contrario di quanto sostenuto dal portavoce della famiglia Tenco (che si dice non a conoscenza dell’esatta collocazione dei filmati), ha svelato dove si troverebbero: “In Germania, all’interno di scatole che ogni tanto vengono aperte, per controllare lo stato dei nastri magnetici. Tutto è custodito in una specie di fortezza. La possibilità che queste opere vadano perse è pari a zero”. Mistero risolto, ma per Morgan, che continua a chiedere l’inserimento della musica nel codice dei beni culturali, non finisce qui…

di Morgan Morgan

Stefano Patara fa giustamente il suo lavoro e fornisce una risposta standard da casa discografica. Fintanto che non esisteranno delle leggi, e la musica non sarà inserita nel codice dei beni culturali, tutto quello che è connesso alla musica non sarà tutelabile e oggetto di salvaguardia istituzionalmente (teatri, strumenti, supporti fonografici originali, apparati e documenti relativi a messinscene come costumi scenografie fotografie locandine bozzetti manoscritti, documenti e strumenti manoscritti e beni, laboratori e abitazioni appartenenti a musicisti) e chi è il proprietario di patrimoni musicali storici di importanza nazionale in realtà può fare tutto ciò che gli pare o non gli pare, ma mi perdoni se non credo che la situazione sia come dice il discografico nel servizio. Avrebbe risposto così per qualsiasi altro artista. Invece, dato che si tratta di un patrimonio pubblico nazionale artistico dovrebbe essere tutelato come si fa con le opere d’arte, e ciò non riguarda soltanto l’opera di Luigi Tenco, ma la musica in generale come patrimonio culturale collettivo storico e la traccia della musica si trova sui nastri, se non ci sono i nastri non c’è la musica.

Luigi Tenco al Festival di Sanremo del 1967
Luigi Tenco al Festival di Sanremo del 1967

A mio avviso sarebbe necessario da parte dei proprietari di opere musicali originali, fintanto che non c’è la possibilità di tutelare la musica a livello statale, quantomeno dimostrare che le registrazioni si trovano realmente in un luogo e sono in condizioni adeguate. Non mi sembra di chiedere una cosa impossibile e irragionevole: dichiarare il luogo di collocazione e rispettare dei criteri di conservazione materiale oltre che culturale, ovvero editoriale. Con l’arte pittorica non è pensabile che io sia in possesso della nascita di Venere del Botticelli o dell’urlo di Munch, e non sappia dimostrare che è in buono stato e dove si trova, e nemmeno che io vieti alle istituzioni deputate alla tutela dei beni culturali di fotografarlo e divulgarlo alla popolazione attraverso scuole e libri di testo o documentari. L’inserimento della musica nel codice è una necessaria e urgente operazione dalla quale si generano tutte le possibili azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio musicale, come quella che sto suggerendo io in questo momento.

Morgan
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