image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

La verità è che di Gene Hackman non fregava un caz*o a nessuno: è morto da vecchio dimenticato da tutti, altro che Hollywood. Ora risparmiateci la retorica da Oscar (ma non mancherà, anzi…)

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

28 febbraio 2025

La verità è che di Gene Hackman non fregava un caz*o a nessuno: è morto da vecchio dimenticato da tutti, altro che Hollywood. Ora risparmiateci la retorica da Oscar (ma non mancherà, anzi…)
Gene Hackman è morto, e ora Hollywood si commuove. Ma fino a ieri nessuno si era ricordato della sua esistenza. Trovato parzialmente mummificato con la moglie, ignorato per mesi perfino da chi diceva di amarlo ("Eravamo molto legati", dicono le figlie, aggiungendo incredibilmente "non lo sentivamo da mesi"), l'attore è tornato a essere utile ora che non può più parlare. Ipocrisia o destino comune a chi non serve più? Gli Oscar lo celebreranno, i film torneranno in streaming, ma dove erano tutti prima? E no, volere riservatezza non significa meritare l'indifferenza

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Gene Hackman è morto, e tutto il mondo si è affrettato a ricordarlo con commossi elogi funebri. I colleghi, i critici, le istituzioni del cinema. Com’è bravo, com’è grande, che film indimenticabili. “Un gigante discreto”, “Un maestro di eleganza e misura”. A sentire loro, sembra che la sua morte sia stata un evento collettivo, come se la sua esistenza fosse stata accompagnata da una veglia costante di affetto e ammirazione. Come se tutta Hollywood fosse sempre stata lì, al suo fianco, a stringergli la mano fino all’ultimo respiro.

Ma non è vero. È una menzogna di circostanza, per giustificare il lutto pubblico. La verità è un’altra: Gene Hackman è morto come un vecchio qualsiasi, forse come il più derelitto dei vecchi. Solo, dimenticato, ignorato per mesi perfino da chi diceva di amarlo. Nessuno si è accorto della sua assenza, fino a quando i corpi già in buona parte mummificati di lui e di sua moglie non sono stati scoperti da due addetti alla manutenzione assieme alla carcassa di uno dei suoi cani. Due sconosciuti che, a differenza della famiglia e di ipotetici amici, si sono chiesti perché da settimane nessuno apriva quella porta.

Cos’è successo? La polizia per ora non lo sa, o dice di non saperlo. Forse non lo sapremo mai davvero. Overdose accidentale? Suicidio? Avvelenamento da monossido? Delitto? Al momento solo ipotesi (trattate al contempo con omertà e superficialità). Ma non è questo il vero problema. Il vero problema è che Hackman, per il mondo, era già morto da tempo. Da vent’anni, da quando aveva deciso di ritirarsi a Santa Fe e sparire dai riflettori. Nessuno lo cercava più, nessuno lo voleva più, perché non serviva più a nessuno. La macchina dello spettacolo non si ferma per i vecchi che non generano più incassi.

E la famiglia? "Eravamo molto legate a lui", dicono le figlie. Aggiungendo "non lo sentivamo da mesi". Mesi. Vostro padre ha 95 anni e voi non lo sentite da mesi. Non vi chiedete come sta, se ha bisogno di qualcosa, se è ancora vivo? Ma siete "molto legate a lui". Da un numero, inutilizzato, in rubrica? Curiosa idea di legame: il telefono, almeno il telefono, evidentemente, era un dispositivo troppo complesso da utilizzare. È la tragicommedia dell’affetto a posteriori, il pianto tardivo che serve a ripulire le coscienze. Il dichiararsi affranti per la morte di una persona che è stata lasciata scivolare via senza un pensiero.

Gene Hackman e sua moglie Betsy Arakawa
Gene Hackman e sua moglie Betsy Arakawa

Nel 2004, Hackman aveva detto basta al cinema. Non per mancanza di offerte, non perché non fosse più in grado di recitare. Semplicemente, non ne aveva più voglia. Aveva scelto Santa Fe, il deserto, una casa isolata con vista sulle montagne. Una dimora che lui e Betsy, musicista e compagna di vita, avevano ristrutturato con cura, trasformandola nel loro piccolo universo privato. Lì aveva scritto romanzi, giocato a golf, schivato i paparazzi. Lì era invecchiato.

Gene Hackman aveva evitato Hollywood come un esilio volontario. “È un mondo narcisistico”, aveva detto, spiegando perché avesse optato per la quiete del New Mexico, il suo rifugio lontano dai flash e dalle telecamere. Ma la discrezione non è un alibi per l’abbandono.

Sì, Hackman aveva scelto di ritirarsi. Ma nessuno sceglie di morire nell’indifferenza. Non si può giustificare questo oblio con la scusa della sua “riservatezza”. Non basta dire che era un uomo schivo, che non amava la mondanità. Perché riservatezza non significa essere dimenticati. Riservatezza non significa che la tua famiglia possa dire con una leggerezza quasi oscena non lo sentivamo da mesi.

Ora, come da copione, Hollywood piangerà il suo morto, anche se quel morto si era da tempo rotto le palle di Hollywood. Ci saranno tributi, omaggi sentiti, standing ovation, lacrimucce su montaggi con musica struggente. Agli Oscar ci sarà una clip con i suoi ruoli migliori, qualcuno si schiarirà la voce prima di dire “We miss you, Gene”. La filmografia di Hackman tornerà in auge per qualche mese, le piattaforme streaming riproporranno i suoi classici. Un’ultima spremuta commerciale del suo cadavere, giusto per onorarlo come si deve. Poi, quando il clamore sarà svanito, tornerà il nulla. Tornerà l’indifferenza. La stessa che lo ha avvolto negli ultimi anni della sua vita.

Gene Hackman fuori dal Fast Food
Gene Hackman, le ultime foto in pubblico a 93 anni

Questa non è solo la storia di un attore dimenticato. È la storia di tutti noi. Il nostro destino, se non avremo l’accortezza di morire mentre siamo ancora utili. Gene Hackman non è stato trattato diversamente da un qualsiasi anziano anonimo e abbandonato lasciato a marcire nel suo appartamento, trovato solo quando l’odore della decomposizione invade il mondo esterno da sotto la porta. È la vecchiaia nella sua forma più cruda: invisibile, superflua, fastidiosa.

Quindi risparmiateci la retorica da Oscar (che, già lo sappiamo, non ci verrà risparmiata affatto). Le lacrime ora non servono a nulla. Gene Hackman è morto come un vecchio qualsiasi perché, alla fine, è questo che siamo tutti, quando il mondo ha finito di usarci: scarti umani che si ostinano a non togliere il disturbo.

https://mowmag.com/?nl=1

More

Morte di Gene Hackman e Betsy Arakawa: è stato un suicidio, un omicidio-suicidio o un incidente (con il monossido di carbonio)? Perché nessuno dice quello che tutti si stanno chiedendo? Le pillole, il cane nell’armadio e la chiamata al 911…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Cronaca nera

Morte di Gene Hackman e Betsy Arakawa: è stato un suicidio, un omicidio-suicidio o un incidente (con il monossido di carbonio)? Perché nessuno dice quello che tutti si stanno chiedendo? Le pillole, il cane nell’armadio e la chiamata al 911…

Gene Hackman e Betsy Arakawa erano “mummificati!” e c’era un flacone di pillole a terra. Il cane? Morto in un armadio: ecco il macabro racconto della polizia

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Cosa sappiamo

Gene Hackman e Betsy Arakawa erano “mummificati!” e c’era un flacone di pillole a terra. Il cane? Morto in un armadio: ecco il macabro racconto della polizia

Gene Hackman, l'ultima foto prima della morte con la moglie Betsy Arakawa. Ma la fine da film drammatico a Santa Fe…

di Jacopo Tona Jacopo Tona

Una pezzo di storia del cinema

Gene Hackman, l'ultima foto prima della morte con la moglie Betsy Arakawa. Ma la fine da film drammatico a Santa Fe…

Tag

  • Attualità
  • Cinema
  • Cronaca
  • Cronaca nera
  • Cultura
  • Film
  • Hollywood
  • Oscar
  • Spettacolo

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

    di Cosimo Curatola

    Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Tommy Cash: genio della musica o troll del marketing? Stasera a Propaganda Live su La7 scopriremo se l’Italia ha paura di un Espresso Macchiato. E a Eurovision...

di Gianmarco Aimi

Tommy Cash: genio della musica o troll del marketing? Stasera a Propaganda Live su La7 scopriremo se l’Italia ha paura di un Espresso Macchiato. E a Eurovision...
Next Next

Tommy Cash: genio della musica o troll del marketing? Stasera...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy