Muore a soli 44 anni l'attore napoletano Libero De Rienzo, stroncato da un infarto nella sua casa romana, e già dopo poche ore parte la caccia al “giallo” legato al suo decesso. Si parla anche di uso (o abuso) di sostanze stupefacenti. Ma se è utile per gli inquirenti e la famiglia cercarne le cause – anche come forma di estrema tutela – non è utile per chi ha amato “Picchio” attraverso le sue interpretazioni al cinema.
Come con il personaggio che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, quello di Bartolomeo Vanzetti detto Bart nell’opera prima di Marco Ponti Santa Maradona. Il coinquilino del protagonista Andrea (Stefano Accorsi), che si spaccia per critico letterario ma in realtà si fa mandare le recensioni per il giornale dal cugino siciliano, gli vale il David come miglior attore non protagonista.
Nato a Napoli nel 1977, aveva intrapreso la carriera dello spettacolo sulle orme del padre, Fiore De Rienzo, che è stato aiuto regista di Citto Maselli. Attore fin dalla nascita, era evidente dall’estrema naturalezza con la quale si approcciava alla macchina da presa. Un feeling con il mestiere che infatti lo portò giovanissimo, nel 2002, a vincere un David e nel 2009 a essere nuovamente candidato grazie a Marco Risi che gli assegna la parte di Giancarlo Siani in Fortapàsc, giornalista della redazione del Mattino a Torre Annunziata che scrive di camorra. Una storia vera, un’interpretazione sofferta che lo rendono un attore riconosciuto non solo per l'estro, ma anche per la profondità.
Riservatissimo della sua vita privata, pressoché nulle le interviste – a parte qualche incontro con i giornalisti per la promozione dei film, ma sempre evidentemente scoglionato – Libero ha parlato al pubblico con i personaggi che ha interpretato. E così è giusto che non ci freghi nulla se è morto di droga come sostiene qualcuno, non ci interessano i demoni di ognuno di noi, se ne è andato un bravo attore, forse un po’ sottovalutato, e noi gli rendiamo omaggio come forse avrebbe voluto: facendoci gli affari nostri e ammirandolo recitare.
Ancora fra le più riuscite, la comedy-saga Smetto quanto voglio dove è presente nella banda di ricercatori universitari, dove si chiama (ancora) Bartolomeo, e incarna l'economista che cerca di applicare al poker le sue abilità nel calcolo matematico.