Quel sottile confine tra la politica reazionaria contemporanea e il feticismo del potere assoluto. Solo le nuove amazzoni dell'ultradestra più in voga nel pianeta potevano polverizzarlo a colpi di tacchi a spillo, tette al silicone e pistole. Persino Hitler, oggi, farebbe un corso accelerato di brand identity da Kristi Noem, la pin-up pistolera trumpiana di ferro, protagonista di un tutorial in cui minaccia i clandestini d’America, davanti a centinaia di corpi tatuati e nudi, ammassati in una cella, articoli in carne di un lager esposti in stile Ikea. Guardatela, anzi temetela in ogni fotogramma di quel video: una Frankenstein botulinata, occhi di ghiaccio di stirpe norvegese, che supera tutti nel suo ultimo e totemico tutorial su come estetizzare la crudeltà e riuscire a piacere a quella massa di persone che, da sempre, ammira e obbedisce alle figure forti che si prendono il potere. Basta leggere i commenti su Instagram dei tanti padri e madri di famiglia, esaltati dalla scena che si svolge in Salvador, al Cecot - Centro de Confinamiento del Terrorismo, una nuova Guantanamo per l'ammassamento repressivo di più di 40.000 esseri umani, amenità voluta dall’imprenditore di origini palestinesi, startupper e rampante della politica nazionale, Nayib Bukele. Colui che si è fatto pagare dal nuovo governo statunitense per inghiottire in quell’inferno 238 illegali venezuelani e, ovviamente, girare dei video altrettanto sadici, in cui vengono rasati e trascinati seminudi nei loro loculi e tombe per vivi. Kristi Noem recentemente era diventata famosa, per essersi vantata di aver giustiziato il suo cane Cricket, in quanto inaddestrabile. In quel video sorride, consapevole dell’indignazione provocata tra giornalisti e animalisti — da lei usati come radical chic da trollare — mentre chiosa che nelle fattorie da sempre si sopprime l’animale difettoso.
D’altronde, lo facevano anche i nazisti con gli umani. E infatti, lei è la testimonial perfetta per video di YouPorn, genere “American Nazi Fetish”: senza bisogno di divise nere, né di urlare dai balconi. Le basta uno smartphone, un atteggiamento da bad-ass cazzuta e una totale mancanza di pudore e soprattutto di empatia. L’affermazione femminile sta superando da destra. Ce ne siamo accorti dapprima noi europei, con figure istituzionali amate dal cosiddetto popolo, come Marine Le Pen e Giorgia Meloni, che ora vengono surclassate da queste nuove nichiliste dal reel facile. Un’evoluzione scomoda che la sinistra fatica a comprendere: l'ultradestra ha capito che il patriarcato non va combattuto, ma va hackerato, replicato, truccato, reso funzionale alla nuova visione. Perché, da quando esiste la società stanziale, la gente ama farsi comandare dall'esemplare alfa, che sia maschio, che sia donna, che sia scimmia. E, mentre i progressisti si battono per i pronomi inclusivi e il vilipendio al Manifesto di Ventotene, dalle fogne della politica mondiale e dai loro power-social emergono sempre più super-donne pronte a dominare l’attenzione con notizie eclatanti, eccitanti e divisive. Come l'altra statunitense Marjorie Taylor Greene, la killer-Barbie e congresswoman repubblicana, regina delle teorie del complotto e dell'agit-prop estremista, che in questi giorni ha dato della "testa di cazzo" a una giornalista della Bbc. E poi Lauren Boebert, ex-cameriera diventata deputata, fiera di presentarsi al Congresso con la sua Glock o Valentina Gomez, trumpiana di origine sudamericana che ha sparato a un fantoccio di immigrato (ndr: proprio come lei). Non solo dagli Stati Uniti: le nuove spregiudicate della politica scorretta a tutti i costi aleggiano ormai in tutto il pianeta. Dall'argentina Victoria Villarruel, negazionista dei crimini della dittatura e amante delle armi, alla biondissima olandese Eva Vlaardingerbroek, che sogna una élite reazionaria bianca e tradizionalista, fino all’indiana ultra-nazionalista hindù Smriti Irani, e tante altre spregiudicate che fanno passare per moderata la tedesca Alice Weidel, co-leader dell'AfD, donna gay in un partito omofobo, o la nobildonna Beatrix von Storch, eurodeputata che sogna un ritorno all'ordine dei cavalieri teutonici.

La politica, dunque, non è più solo una questione di programmi o di lotte ideologiche, ma di immagine e di potere emotivo. E mentre il mondo si divide tra chi si batte per la tolleranza e chi strizza l'occhio al ritorno di un ordine autoritario, queste nuove protagoniste social-mediatiche non sono più semplici figure ascrivibili a quelle regole e formalismi a cui eravamo abituati, ma vere e proprie entità autonome, capaci di attrarre, sedurre, manipolare e, nel caso, cambiare bandiera. Conta solo il personalismo, come già ci hanno mostrato i vari Berlusconi, Trump e Putin. Così, l'ultradestra non solo riafferma il suo dominio, ma fa un passo avanti nella creazione di una cultura della violenza estetizzata, dove il piacere di controllare diventa visibile, tangibile e, in fondo, anche desiderabile.
C'è un disegno preciso dietro questa mutazione: alzare ogni giorno l’asticella: ridurre la politica a un'arena in cui il pubblico acclama non le idee, ma la crudeltà verso i nuovi nemici indispensabili. Avete presente la scena degli ominidi di Kubrick che percuotono le ossa dei propri simili? In questa nuova drammaturgia e in un assetto sociale ed economico sempre più in crisi, ciò che conta non è governare, ma esercitare il controllo – attraverso l'intrattenimento della violenza, la spettacolarizzazione del carisma, del cinismo e di un potere sempre più assoluto. Show must go on, si salvi chi può.
