E anche questo Premio Strega Geppi Cucciari se l’è tolto dalle palle. Se dovessimo darle un voto sarebbe 2 ma anche 8. Non si capisce se fosse realmente infastidita dallo spettacolo (?) messo in piedi dagli autori (gli autori della trasmissione, non quelli dei libri) o se volesse semplicemente dissacrare la serata per evitare che fosse troppo duepallosa per lo spettatore generalista. O forse le due cose insieme: e allora la media sarebbe 5. Insiste troppo sulla battuta di rimando che fece l’anno scorso al ministro Gennaro Sangiuliano “proverà a leggere i libri oltre la copertina”, e che fresco di minc*iate su Galileo e Cristoforo Colombo, si è tenuto alla larga da questa edizione. La Cucciari avverte il pubblico di “applaudire perché siamo in diretta e non possiamo coprire i fischi con gli applausi”, cosa che hanno fatto in Rai eliminando i fischi che il ministro alla cultura ha ricevuto al Taobuk. La battuta è buona ma è l’unica davvero buona. Poi ne ha per tutti. Forse troppo. Nessuno ride mai di gusto. E dunque 8 se era davvero incazzata con gli autori ma 2 se voleva soltanto dissacrare.
Agli scrittori vestiti da stilisti diamo 0 spaccato. Gli uomini indossavano abiti che andavano dal grigio topo all’azzurrino conducente di autobus. Molto grigio anche per le donne. Forse gli stilisti pensano che gli scrittori siano grigi e a dire la verità tutti i torti non hanno. Le donne con le maniche lunghe (compresa la vincitrice, Donatella Di Pietrantonio). Ma perché le maniche lunghe con questo caldo? Chiara Valerio senza gilet ma con la giacca. Il che è stato straniante. Parla velocissima, forse perché si era in chiusura di diretta, e chiama lo Strega “il liquore giallo”, forse perché non ha vinto. A Piero Dorfles diamo 10. Sembravamo in un film dell’orrore. Quando ascoltava gli altri parlare faceva certe facce in controcampo davvero inquietanti. Se tutti i lettori facessero quelle espressioni sentendo parlare di libri credo che molti scrittori smetterebbero di scrivere. Davvero pauroso. Va dritto dritto nell’immaginario slasher tra Michael Myers, Leatherface, Jason Voorthes e Jack Torrance.
Autori, voto sotto lo 0. Le schede dei libri “recitate” dal lettore comune sono un delirio tra passeggiate bucoliche nei campi e banco del macellaio al mercato che prende a colpi di accetta pezzi di carne, sì la macellazione dà il via alla narrazione di “Invernale” di Dario Voltolini, ma la fettina che c’entra? Le recensioni fatte con l’intelligenza artificiale, che danno voce a Ungaretti, Eco, Montale, sono imbarazzanti. Pino Strabiolo non pervenuto. Viene presentato da Geppi Cucciari con un, più o meno, “non si capisce perché me l’abbiano affiancato” e se voleva essere una battuta non lo è stata perché davvero non si capisce perché abbiano scelto la conduzione doppia. Presentavano autori e libri in stile Sanremo e il risultato della trovata è stato penoso. Volete pubblico? Volete engagement? Volete che se ne parli sui social? Volete aumentare le copie vendute? Volete invogliare i giovani a leggere? Ci voleva così tanto a chiamare i booktoker? O quel genio assoluto di Claudio Morici?