Negli ultimi giorni ha tenuto banco una querelle cinematografica che ha illuso gli assetati di sangue. Partita con un uno-due notevole, si è spenta in silenzio subito dopo. Che la polemica fra Gabriele Salvatores e Luca Barbareschi non sia stata in grado di generare l’atteso caos solo perché forse ciascuno dei contendenti ha detto dell’altro la pura verità? In tal caso Salvatores (il regista di “Marrakech express”, “Turné” e “Mediterraneo”, una delle voci più distinguibili e puntuali del cinema italiano anni ’90) avrebbe fatto un piccolo autogol. Riavvolgiamo quindi il nastro e vediamo come sono andate le cose. Salvatores, che in questi giorni è uscito in libreria con l’autobiografia “Lasciateci perdere” (Rizzoli), ha rilasciato questa dichiarazione al “Corriere del Mezzogiorno”: “C’era un signore che si chiamava Luca Barbareschi, credo che faccia l’attore e regista ora. Oltre a fare altre cose, tipo essere abilissimo a muoversi nei meandri dei ministeri che assegnano le sovvenzioni. Mi dispiace, ma superata una certa età, posso dire tutto”. A parte l’ironia piuttosto gratuita su chi sia Barbareschi (evidente che i due abbiano un conto in sospeso), Salvatores non dice nulla di cui Barbareschi si debba vergognare. Per un produttore sapersi muovere nei meandri dei ministeri, fino a prova contraria, non è un reato. Anzi, denota un’abilità non comune. Tuttavia, quel “alla mia età posso dire tutto” sottolinea come l’osservazione sia stata fatta per colpire. Come a dire: non so chi tu sia, da un punto di vista artistico, perché hai dedicato più tempo alle pubbliche relazioni di alto livello che al cinema. Comprensibile che a questo punto Barbareschi se la sia presa e abbia risposto per le rime con un video via Facebook.
Barbareschi: “Hai usato tutto e tutti per la tua carriera”
Una risposta, quella di Barbareschi, ben più lunga (7 minuti di video) e circostanziata, in cui tira in ballo anche una vecchia raccomandazione socialista del “fu amico” Gabriele Salvatores (Claudio Martelli e Carlo Tognoli, le sue entrature), “che oggi finge di essere napoletano”: “Dopo Tangentopoli ti sei improvvisamente dimenticato di essere stato socialista e nell’ordine sei diventato uno del Leoncavallo, poi comunista, poi qualsiasi cosa”. “Ho solo un ricordo terribile – prosegue Barbareschi. A Venezia ti presento al mio amico Massimo Mazzucco, che era un outsider come me. Volevo unire le forze, per questo te lo volevo presentare. Tu arrivasti con il kajal agli occhi e dicesti: “Ormai sono come Mefisto, il potere mi vuole e presto farò un film con David Bowie”. Sei andato via e non ci hai più ca*ato per tutta la serata”. Barbareschi prosegue affermando che con i ministri ci ha sempre parlato. Alla luce del sole, senza farne alcun mistero. Poi la stoccata finale: “Caro Lupo Ezechiele, come ti chiamavamo da ragazzo, non hai mai guardato negli occhi nessuno e forse questo è un problema tuo più che mio”.
Chi è quindi Salvatores? Risponderà al “Noir in Festival 2023”?
Fa specie però il successivo silenzio di Salvatores, attaccato su una delle caratteristiche storiche degli artisti ascrivibili a un grande (e quasi onnicomprensivo) centro-sinistra, ossia quella di perseguire obiettivi molto alti (un’arte consapevole, talvolta impegnata, all’occorrenza dotta e illuminata) attraverso il dispiegamento di mezzi molto “terreni”, in barba alla consapevolezza, all’impegno e alla cultura perché – siamo seri – la carriera viene prima di tutto. Che Salvatores si riveda, in fondo, in ciò che gli attribuisce, placido ma ficcante, Luca Barbareschi? Un Barbareschi che da questo duello ne esce meglio. Ok, si è preso del carneade nonostante viva di cinema da quasi mezzo secolo, però ciò che di lui doveva scandalizzare (il sapersi destreggiare nei ministeri) non può, di fatto, scandalizzarci. Mentre quanto è emerso su Salvatores forse mette il regista milanese sotto una luce diversa da quella offerta dall’autobiografia targata Rizzoli. Vediamo ora se Salvatores, ospite di Gianni Canova, mercoledì 6 dicembre alle 11.30, all’Università Iulm di Milano, all’interno di “Noir in Festival 2023”, vorrà aggiungere qualcosa a riguardo.