Le riviste italiane di musica e lifestyle, da sempre, utilizzano il termine “attitude” (quasi sempre tradotto con “attitudine” e non con il corretto “atteggiamento”) con enorme generosità. “Ha l’attitudine giusta, l’attitudine punk”, dicono. Boh, e chevvordì esattamente? Poi ti trovi davanti LP e capisci che l’atteggiamento davvero punkeggiante uno ce l’ha tatuato sulla pelle anche senza rendersene pienamente conto. È negli occhiali neri alla Lou Reed, nella zazzera alla Strokes prima edizione, nel “y’know” confidenziale che scatta dopo il primo “come stai?”. Sei album in carriera, il settimo è alle porte (l’uscita di “Love lines” è prevista per il 29 del mese) ed è stato anticipato da tre singoli potenti e dritti al punto: “Golden”, “One like you” e “Long goodbye”. Ieri abbiamo incontrato LP da Banner, boutique di via Sant’Andrea (siamo in zona Montenapoleone, pieno Quadrilatero della moda; il Milan, nel frattempo, sta provando a riscattare la manita ricevuta nel derby con i simil-juventini bianconeri del Newcastle, finirà 0-0). Tante luci. La gente in coda, paziente ma fremente. L’occasione è la presentazione ufficiale dei primi jeans in stretch denim naturale e biodegradabile. Candiani Denim ci crede, la curiosità è palpabile, forse anche per questo ha scelto il primo giorno della Settimana della moda milanese per introdurre sul mercato Coreva Design, jeanswear brand di alta gamma di cui LP è fiera ambasciatrice.
Parto dalla fine, da “Long goodbye”. Diamine, la canzone nasce quieta, tinta di country, poi tu entri in modalità Ronettes e il brano esplode, letteralmente. Stavolta mi hai steso, lo ammetto.
Mi fa piacere, davvero. Grazie. Quando esce un nuovo brano, tentenno sempre. Mi chiedo incessantemente se sarà buono, se alla gente piacerà. Beh, hai presente anche “One like you”? Se citi le Ronettes devi sapere che quel brano è stato influenzato dalla morte di Ronnie Spector (voce del gruppo, è scomparsa il 12 gennaio 2022, nda). Riguarda lei. Mi piace quella roba, anche la musica che produceva Phil Spector, nonostante tutte le storiacce che lo hanno coinvolto nell’ultima parte della sua vita. Al netto della cronaca nera, pezzi come “River deep mountain high” di Ike & Tina Turner sono gemme che, al di sopra di ogni cosa, mi hanno sempre emozionato. E io vivo di emozioni, la mia musica è emozione. In questi nuovi brani mi sono lasciata andare, completamente.
La tua musica suona sempre come “la musica di LP”. Ed è per questo che quando hai scritto una canzone per Céline Dion, sono rimasto un po’ così, come se la cosa, in teoria, non dovesse funzionare. Eppure funziona.
Di un brano come “Change my mind” credo che Céline abbia particolarmente gradito l’attacco. Quando scrivo per altri penso alle loro voci, al loro modo di intendere la canzone. Anche qui credo che sia l’emozione che spinge altri artisti ad incuriosirsi alla mia musica.
Hai mai pensato di pubblicare un album di tue canzoni scritte per altri?
Potrebbe essere un’idea, perché no?! Però prima pubblicherei una collezione di b-sides o pezzi che ho scartato (o che qualche mia vecchia etichetta discografica ha scartato). Quando scrivo per altri è come se il brano partisse per un viaggio. Gli auguro buona fortuna. Goodbye, adesso è vostro (LP sorride spesso, sorniona, e sprizza una simpatia confidenziale che è letteralmente contagiosa, nda).
Permettici una curiosità, forse provinciale: com’è stato crescere nella Grande Mela?
Sono partita da Brooklyn e poi mi sono trasferita a Long Island. Un postaccio, scrivilo pure. A New York ho firmato il mio primo contratto discografico, però è un posto duro, devi costantemente dialogare con il caos. Poi ci sono anche situazioni forti, come negarlo? Conoscere Ol' Dirty Bastard (storico membro del Wu-Tang Clan, nda), fumare sigarette seduti per terra con gli Strokes ai tempi del loro esordio, al sorgere del nuovo millennio (“Is this it”, 2001). Erano anni buoni, per me, da un punto di vista creativo, ma la mia vera casa creativa l’ho trovata in California. L’ultimo album l’ho scritto sulla spiaggia. E più maturo, più mi accorgo che quando devo comporre tendo ad allontanarmi dalle grandi città.
Quindi proprio tu, LP, non sei una persona “metropolitana”?
No no, lo sono eccome, assolutamente. Anche la natura ha la capacità di farmi impazzire, quando è troppa. Mi piace vivere in città. Meglio, però, se non è troppo lontana dal mare, da qualcosa che mi doni un po’ di pace. Ora la mia casa – intendo anche una casa dove posso abitare insieme alla mia arte – è sulla West Coast.
Ti senti a tuo agio quando oggi qualcuno ti definisce una “icona Lgbtq+”?
Sono onorata di questo, sento solo qualche responsabilità in più. Però dimentichiamoci dell’icona e tutte queste cose. Per me essere gay non è un dovere, un impegno. Sono così, sono me stessa, è la mia vita. È per questo che trovo oltraggioso che qualcuno provi a controllare i miei comportamenti sessuali o quelli di altri. Dev’esserci forse qualcuno che mi può permettere o non permettere di andare a letto con una donna? Se sento che qualcuno, su questo tipo di libertà individuali, ha dei dubbi, allora mi trovo costretta a parlarne e, automaticamente, a diventare anche la voce di un’intera comunità. Sapete cosa vi dico? Che le persone fanno sesso con persone dello stesso sesso da quando esiste il sesso! Che follia, eh?! Cavoli, sono qua in Italia, avete avuto l’Impero Romano, la cosa più gay della Storia, e quindi? Siete stati testimoni della “romance of the Romans”, e allora? Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, rilassiamoci. E non lo dico da un punto di vista anti-religioso: Gesù? Va benissimo. Le religioni organizzate? Molto meno, mi spiace. Ciò che forse in questi tempi stiamo ascoltando è il rantolare di un patriarcato vecchio e stantio.
Quanto di ciò che mi hai appena detto ha a che fare con “Love lines”?
Le mie canzoni non sono una chiamata alle armi per la comunità gay, non sono esplicitamente politiche. Scrivo della mia vita ed essere gay è parte della mia vita. Quindi scrivo anche di altre donne, ok? E badate, anni addietro sono uscita anche con alcuni uomini. Perché alla fine, uomini e donne, con chiunque stringano una relazione, hanno a che fare con il desiderio, la gelosia, la delusione. Le relazioni d’amore passano al microscopio la tua vera natura, rivelano il tuo vero io. Gli amici possono conoscere tanto di te, “tutto” ci verrebbe da credere, ma non è così. Solo all’interno di una relazione vera ti sveli e ti riveli completamente. Solo lì puoi mostrare in piena libertà ciò che crepita sotto la superficie. “Love lines” parla anche di una mia delusione d’amore, di come mi sono schiantata a terra e ho deciso: ok, adesso rimarrò single per un po’. “Love lines”, tra le altre cose, contesta un po’ l’idea che un essere umano non possa essere sessualmente sfaccettato, persino contraddittorio, apparentemente. Un uomo sposato, con figli, ogni tanto fa sesso con un uomo? Mi spiace, non mi stupisce, non mi scandalizza e lo accetto. Se per questo mi trovate scandalosa, fo**etevi.