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Le critiche a Lupin?
Marco Giusti: “Serie Netflix riuscita,
trovo secondario che sia nero”

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

13 gennaio 2021

Le critiche a Lupin? Marco Giusti: “Serie Netflix riuscita, trovo secondario che sia nero”
Il critico cinematografico benevolo sulla serie e sulla scelta dell'attore Omar Sy, in piena personalità Lupiniana: bene o male l’importante è che se ne parli

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Pochi giorni di vita e si è già spaccato trasversalmente il mondo del cinema per il remake di Lupin, la nuova serie tv targata Netflix. La storia del ladro più eclettico di sempre viene raccontata ed interpretata dall’attore Omar Sy in una chiave più contemporanea. È proprio sul carisma del francese che sono emersi parecchi dubbi sull’autenticità della storia, considerato a tratti ripetitivo e senza personalità.

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Lupin

Non è assolutamente d’accordo però il celebre critico cinematografico Marco Giusti. L’autore televisivo di programmi storici del piccolo schermo italiano come Stracult e Garrincha, infatti, ha esaltato le qualità attoriali del protagonista definendolo raffinato e divertente: “Trovo molto interessante la scelta di Omar Sy, è una star mondiale che sta bene nella parte – ci ha raccontato – Ha questo tono di gentiluomo che non è semplice trovare nel cinema di oggi, trovo inoltre la serie piena di attrici bravissime come Ludivine Sagnier e Nicole Garcia”. Positivo il commento anche per quanto riguarda la trama, rispettoso del libro e degli altri film anche se, col passare degli episodi, tende a perdersi: “Come sempre capita gli episodi tendono a diluirsi. L’effetto nostalgia? In certe cose dobbiamo pensare che non è un romanzo, in parte, però, è stato raggiunto”.

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Omar Sy

Tra le molte critiche dirette alla regia oltre alla banalità della storia, è stata contestata la scelta, apparentemente forzata, di scegliere un attore nero per un ruolo che, sia storicamente che nelle precedenti uscite, è appartenuto ad un bianco. Anche da questo punto di vista, Giusti va controcorrente, esaltando ancora il nuovo Arsenio Lupin: “A me piace molto, trovo assolutamente secondario il fatto che sia nero. Anzi, in questo momento fa tutto il cinema attuale e in quella parte calza a pennello”.

Se l’intenzione della triade di direttori Said, Leterrier e Bernard era quella di dividere il mondo cinematografico, l’esperimento è pienamente riuscito. Come si dice in giro e in piena personalità lupiniana: bene o male, l’importante è che se ne parli.

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