Mancava lo sceneggiatore di M – Il figlio del secolo, la serie evento su Sky più discussa di questo periodo. Dopo le critiche a Marinelli e alla veridicità della produzione, anche l’autore di storia e copione, Stefano Bises, difende la serie da critiche che definisce prevedibili: “Speravo che se ne parlasse, perché il chiasso è decisamente meglio del silenzio e dell'indifferenza. Immaginavo che un po' di rumore lo avrebbe fatto, e sono davvero contento di come M sia stata accolta, anche perché il lavoro di Luca Marinelli, di Joe Wright, del montaggio, delle luci e del sonoro sono spaziali. Come impatto produttivo, è evidente che questa serie giochi un altro campionato, anche se temevamo che qualcuno ci avrebbe accusato di aver banalizzato il fascismo ridicolizzando Mussolini in una chiave ideologica”. Bises racconta anche come ha ricevuto il soggetto e come ha lavorato negli ultimi anni M: “Il libro di Antonio Scurati mi è arrivato la prima volta alla fine di agosto del 2017: ci sono voluti un bel po' di mesi per capire come usarlo, e ce ne sono voluti altrettanti per selezionare i materiali e trovare un'unità narrativa. Trovare una coerenza non è stato facilissimo, anche se la vera fatica è stata scrivere i primi due episodi, che gettavano le basi dell'intera serie. Quando nel 2022 è entrato Joe Wright nel progetto, abbiamo avanzato più rapidamente”.
Racconta anche del confronto duro proprio con Scurati: “Antonio ci accusava di fare un'operazione avventurosa e secondo lui sbagliatissima, che andava nella direzione opposta a quella che aveva percorso lui. Pensava che trasformando Mussolini in un pagliaccio stessimo buttando il fascismo nel ridicolo e nel grottesco, ma io ero abbastanza certo del mio lavoro. Quando, però, Scurati, verso il quale sentivo una certa responsabilità, ti accusa di superficialità due domande te le fai”. Il confronto, tuttavia, si sarebbe risolto positivamente, con un’ammissione di Scurati: “Ha riconosciuto che il nostro rendere la serie più larga e accessibile rispetto al romanzo era la cosa più giusta da fare”. Ma la vera polemica che lo ha colpito è proprio quella contro l’attore e protagonista della serie, Luca Marinelli, che aveva dichiarato di aver “sofferto” per questo ruolo: “Sono stato testimone della sofferenza che Luca ha vissuto sul set: per otto mesi lui era quasi sempre in scena, per non parlare dei 20 chili che ha preso per assomigliare al personaggio. Se un attore della sua grandezza dice che per lui è stato un tormento non si può che rispettarlo. Quella che ha subìto è stata una campagna malevola e denigratoria la cui matrice è chiaramente ideologica e politica, e questo mi dispiace. Di fronte alla monumentalità artistica di Luca Marinelli, queste critiche mi sembrano provenire solo da persone mediocri”.