L’ha fatto di nuovo. Giorgio Mastrota è tornato a condividere un palco con i Nanowar Of Steel (un precedente celebre, sempre in ottobre, ma stavolta nel 2018, al Lucca Comics). Solo che questa volta lo ha fatto ancora più convinto, con tanto di lancio di materasso – a mo’ di plettro – sulle prime file di metallari estatici e gaudenti. “Un materasso speciale – ha urlato dal palco con fomento hardcore – che da vent’anni è nel camerino dei Nanowar. Potrebbe essere l’ultima occasione per averlo, tirate fuori i cellulari, il numero lo sapete. Questa sì che non è una televendita, ma un regalo!”. L’occasione è stata il concerto dei Nanowar all’Alcatraz di Milano, una data storica perché celebrazione dei 20 anni di carriera del funambolico gruppo romano, devastante creatura parodistica e demenziale che da due decadi porta in giro per l’Italia la caricatura di una classica heavy metal band.
Il rapporto della band con Giorgio Mastrota ha origini ormai lontane. Tutto nacque dal pezzo “Giorgio Mastrota (the keeper of Inox steel)”, brano Helloween-style (i tedeschi furono gli storici autori di “Keeper of the seven keys”, un album in due parti, 1987 e il 1988 rispettivamente) che circa 11 anni fa diventò virale attirando anche la divertita curiosità di un autoironico e spiritosissimo Mastrota, definito nel pezzo – qui con le cariche non si scherza! – “Cavalier custode dell'acciaio Inox”. Un rapporto cresciuto negli anni e culminato con l’esibizione fulminante dell’altra sera a Milano per i “20 years of steel”, megafesta-concerto fitta di ospiti. Mastrota, probabilmente, uno dei più attesi, è stato così annunciato sui social: “Su 20 anni della band, più di 10 sono stati contrassegnati dalla figura del Custode dell’acciaio Inox, il Guerriero nordico di pura lana Merinos, il Templare di Rete 4. L’unico eterno e inossidabile Giorgio Mastrota”. E lui non ha tradito. Tutt’altro. Oltre ad aver cantato il brano che i Nanowar gli dedicarono, e che ne tratteggia definitivamente il leggendario status, Mastrota si è anche esibito in una tostissima versione de “La polenta Taragnarock” (a tal proposito gustatevi il video del brano, in cui di nuovo compare, epico e power-folk, Giorgio Mastrota). Non so come, ma davanti a qualcosa di così grandioso ci sentiamo travolti dall’impellente bisogno di urlare: “Death to false metal!”.