Sto sul caz*o al destino. E anche a Gianmarco Aimi. Il destino, beh, difficilmente potrà subire la mia ira, quanto a Aimi, faccia attenzione. Se un giorno si trovasse un disegnino fatto con la chiave sulla fiancata della macchina sappia che è mio, lo venda su Ebay, che ho ancora un certo mercato. Comunque, per la seconda volta nel giro di trentacinque anni mi sono perso un evento incredibile, l’ultimo concerto dei Cccp. Di trentacinque anni fa vi ho raccontato in occasione della presentazione, al loro cospetto, per la prima volta di nuovo tutti insieme, Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur, della mostra “Felicitazioni!”, di stanza fino a febbraio ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia. È stata colpa di una ragazza, nel mentre diventata mia moglie, nonché madre dei nostri quattro figli. Roba di romanticismi giovanili. Un ultimo concerto, al Gratis di Senigallia, che proprio quel giorno, il giorno della presentazione della mostra “Felicitazioni!”, ho scoperto non essere poi stato esattamente l’ultimo, ma quasi. Anzi, sicuramente non l’ultimo, perché sabato, e veniamo al secondo ultimo concerto dei Cccp che mi sono perso e al perché io ritenga, a ragione, di stare sul ca*zo anche a Aimi, oltre che al destino. Perché sabato, dicevo, al Teatro Valli di Reggio Emilia (e dove se no?) è andata di scena quella che doveva essere una presentazione pubblica di questo loro essersi rincontrati di nuovo, serata di gala che ieri ha avuto la sua replica nel medesimo luogo, con una lieve variazione sul tema, a breve vi dico, e che invece si è rivelato come un nuovo concerto, l’ultimo, o penultimo, visto e considerato che i nostri ci tengono molto a farci sapere di non essersi rimessi insieme. Niente reunion, quindi. Di fatto, però, hanno suonato e cantato, facendo una sorta di piccolo concerto per i pochi fortunati presenti, alla faccia di chi, io per esempio, non c’era. E non c’era, uso la terza persona parlando di me solo per provare a soffrire un po’ meno, ma confesso che non sta funzionando affatto, non c’era per colpa di un paio di nomi letti sul programma della serata, nomi che, ricorderete se avete letto il pezzo che ho scritto riguardo la presentazione di Felicitazioni! (altrimenti fatelo, che continuo a citarlo), sono quelli di Andrea Scanzi e Daria Bignardi.
Due nomi, per questo li citavo in quel pezzo, sempre quello, dai, non fatemi essere ripetitivo, perché li trovavo e li trovo ancora, tra i più distanti possibili dall’immaginario dei Cccp passati, volendo anche da quello presente, non fosse che i Cccp, dicono Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur, non esistono più, nessuna reunion, ripeto. Perché Scanzi, che un tempo era Rui e scriveva di musica, oggi è un volto televisivo col collo alto e gli occhiali da sole, uno che sembra introflesso a farsi i pom*ini come da giovani abbiamo letto si faceva D’Annunzio, la costola estratta chirurgicamente a tal scopo, senza però averne la grandezza poetica. Un polemista pieno di sé al cui successo, temo, ho in minima parte contribuito, essendo titolare dell’incontro con l’editore che lo ha lanciato, si fa per dire, come scrittore tout-cour, con quel C’è tempo, titolo ovviamente fossatiano, che PeQuod pubblicò quando PeQuod era un marchio di prestigio, fortemente attenzionata da critici letterari e Premi Letterari. PeQuod di proprietà di due soci, uno dei quali tal Marco Monina, mio fratello. Incontro che facilitai perché credevo, e credo ancora, che Scanzi, all’epoca, sapesse scrivere e che non fosse esattamente la musica il suo campo di gioco, lo credo ancora. Avessi saputo che di lì a breve sarebbe esploso un personaggio di tal fatta, forse, mi sarei fatto i cazzi miei, anche se non ambisco a campare fino a cent’anni, troppa fatica. La Bignardi, invece, che ora è considerata, vai a capire perché, una intellettuale, è finita da quelle parti per il suo occuparsi dai tempi di A tutto volume di libri, io la conobbi proprio al Teatro Valli, nel 1997, quando partecipavo al Laboratorio Letterario “Ricercare”, creato da Nanni Balestrini e altri intellettuali, dove erano passati un po’ tutti gli scrittori di grido, da tutti i cannibali a Silvia Ballestra, Enrico Brizzi, Tommaso Pincio e Giuseppe Genna, lei, Daria Bignardi, lì come addetta ai lavori, non dico critica letteraria perché c’erano anche Angelo Guglielmi, Barilli, Pagliarani, Sanguineti e altri, e non vorrei mai bestemmiare in chiesa. Una presenza ai tempi considerata pop, in un contesto che flirtava col pop ma che in fondo affondava le radici nella cultura, il vero pop era vedere Edoardo Sanguineti ballare nottetempo alla Fonderia Italghisa, non certo A tutto volume, e mi fa sorridere pensare che oggi sia considerata altro da quello.
Ecco, l’idea che i Cccp, che però Cccp non sono, ma Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur che celebrano il loro passato e il loro essersi incontrati di nuovo nella loro Reggio Emilia, che invece sì, li celebra e basta, stessero su un palco con Andrea Scanzi e Daria Bignardi mi era sembrata sulla carta uno scempio, cosa che a tavola avevo sorridendo fatto notare a Zamboni, Annarella e Fatura, con noi a tavola anche Aimi, traditore, e lo considererei anche ora, non fosse che Aimi, eccoci al dunque, sabato era al Teatro Valle, mentre io ero sul divano di casa a guardare Joe Bell, il film con Mark Wahlberg su un padre che attraversa a piedi gli Usa per parlare di bullismo dopo che il figlio, gay, per bullismo si è suicidato, bellissimo. Aimi, altro motivo che prova senza se e senza ma che gli sto sul ca*zo, sulla chat i Topi ha iniziato a mandare foto e poi video del concerto, perché questo è stato, dei Cccp, sì, lo so, non erano i Cccp, ma in fondo Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur insieme quello sono, i Cccp, lì al Teatro Valli di Reggio Emilia. La chat i Topi, per la cronaca, è una chat segreta, ora non più segreta, questa è parte della mia vendetta, anticipatrice del ca*zo che vergherò sulla fiancata della sua auto con una chiave, nata dopo quella creata ad hoc da Vittorio Sgarbi, dove poi era entrato anche Morgan. Chat, la prima, che presto è divenuto altro, e che poi è proseguita col solo Morgan ("topo" era l’insulto che il vicesegretario Sgarbi ha rivolto, sfanc*landolo, a Morgan), e che poi è andata avanti anche senza l’artista brianzolo. Una chat dove si dialoga di tutto, prevalentemente di guerre e altre affinità, con la frequenza del maniaco compulsivo, e la profondità di una di quelle canoe che si usano nel Borneo per navigare sul fiume Sarawak.
Chat che sabato sera ha presentato questa notizia: i Cccp stavano cantando e suonando, e che poi hanno avuto conferma nelle foto di Luca Del Pia, mio socio ai tempi in cui io scrivevo, e lui fotografava, per Tutto Musica, che nostalgia, ora lui grande fotografo teatrale, e i video fatti da se medesimo, video che attestano che i nostri hanno cantato e suonato, Dio li fulmini, e fulmini anche Aimi, ma solo dopo aver visto il ca*zo sulla fiancata della macchina, sia mai che opero per nulla. Così niente, mi sono perso un altro ultimo concerto dei Cccp, perché non volevo assistere a un talk con Scanzi e la Bignardi, talk che poi non c’è stato. I nostri hanno fatto piccole introduzioni, mi è parso di capire, dieci minuti sul palco, poco più, e oggi per altro la Bignardi sarà sostituita da Alba Solaro, giornalista musicale che invece avrei ascoltato con piacere, non fosse stata per la presenza ancora una volta di Scanzi, su questo sono inflessibile. Aimi ci ha tenuto a farmelo sapere. Il Destino pure. Spero almeno che Ferretti abbia elogiato la Meloni e fatto una preghiera per Ratzinger, così, perché mal comune non sarà mezzo gaudio, ma il male vissuto da soli è proprio una cagata.